Se si potesse mappare musicalmente il DNA di un rocker, si scoprirebbero fra i cromosomi alcuni nucleotidi di note ben determinate, una sorta cioè di patrimonio genetico di canzoni, che caratterizzano la personalità e i comportamenti dell’individuo. Nelle cellule di questi soggetti, la sequenza del DNA è praticamente identica, e ciò comporta una comune predisposizione naturale a reagire nel medesimo modo di fronte a uno stimolo condizionante. Poche note della stessa canzone e si manifesta il riflesso pavloviano: headbagging compulsivo, disinibita postura da air guitarist, schizofrenico e persistente battito del piede e gesti apotropaici accompagnati il più delle volte da reiterate esclamazioni come “Rock On!” o “Let’s Rock!”. Fra le tante canzoni che compongono il patrimonio cromosomico di un rockettaro, le più comuni sono, per citarne qualcuna, Smoke On The Water dei Deep Purple, Hell’s Bells degli Ac/Dc, Whole Lotta Love dei Led Zeppelin. E soprattutto I Love Rock ‘n’ Roll di Joan Jett. Quest’ultima è una sorta di inno primitivo e selvaggio, tanto radicato nel DNA dei rocker, che una nota teoria genetica ne farebbe risalire la nascita addirittura al Supremo Creatore: “Tu sarai bianco, tu sarai nero, tu partorirai con dolore e tu adorerai il rock’n’roll! Amen. “. La canzone, in realtà, fu scritta nel 1975 da Jake Hooker e Alan Merrill, chitarrista e cantante del gruppo anglo- americano degli Arrows, che la pubblicarono nel 1976 senza che però se ne accorse quasi nessuno. A parte Joan Jett, allora giovanissima leader del gruppo punk rock delle Runaways, che dopo aver visto gli Arrows in televisione, si innamorò così tanto del brano da chiedere a Hooker e Merrill il permesso di farne una cover. Permesso accordato, ma diniego da parte delle altre componenti delle Runaways, che si rifiutarono sia di inciderla che di suonarla. La Jett però non molla. Quando il gruppo si scioglie e Joan intraprende la carriera solista, la prima canzone a cui pensa per rilanciarsi nello show biz è proprio I Love Rock ‘n’ Roll. Così, nel 1979, con l’aiuto di Steve Jones e Paul Cook dei Sex Pistols, ne incide una prima versione che fa la fine dell’originale: promozione del disco praticamente nulla e fiasco completo. E’ solo nel 1982, dopo che la cantante ne modifica il testo, mutando la prospettiva dal maschile al femminile (la versione degli Arrows racconta di un giovane che dopo aver visto una bella ragazza ferma davanti a un jukebox, la rimorchia per fare sesso), che I Love Rock ‘n’ Roll avrà il successo che si merita : prima in classifica per sette settimane negli States, royalties a palate che arricchiscono la Jett e i desaparecidos Hooker e Merrill, e la gloria imperitura di canzone DNA per il popolo del rock.