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REVIEWSLE RECENSIONI
29/10/2019
Holy Hannah!
Holy Hannah!
Il brillante esordio della giovane chitarrista di Minneapolis in cui convivono blues, rock, e jazz riletti con piglio scarno e verace

La cosa più bella di ascoltare centinaia di dischi e scrivere di musica è il piacere della scoperta, di individuare artisti meritevoli, magari alle prime armi, e poterli condividere con chi legge, dando visibilità a progetti meritevoli di interesse.

E’ il caso di questo disco d’esordio firmato Holy Hannah!, moniker sotto il quale si cela Hannah Von Der Hoff, chitarrista e cantante originaria di Minneapolis, principale città del Minnesota. Hannah ha iniziato a suonare a diciotto anni, traendo passione e ispirazione dalla discografia di mamma e papà, e lentamente si è formata un proprio stile, militando in band della zona e suonando prima nel circuito delle Twin Cities, per ampliare poi progressivamente il suo raggio d’azione.

E’ stato solo nel 2016, però, che ha creato un trio insieme a Aaron Silverstein (Mae Simpson Band) e al chitarrista jazz Andrew McManimon (Upeksha) in veste di bassista, che di recente ha chiamato Holy Hanna! Registrato al Brown Bag Studios di Minneapolis, e prodotto e mixato da Tony Schreiner, questo esordio ha il classico tiro da power trio, anche se intorno alla band sopra descritta ruotano diversi musicisti che hanno partecipato alla realizzazione di alcune canzoni: Jeremy Ylvisaker (Andrew Bird, Jenny Lewis, Justin Vernon, Haley) nella prima traccia del disco (K.I.S.S. Method), Patrick Harison alla pedal steel in Brick House, Zack Lozier alla tromba in Ego Burn e Garrett Neal, Rhodes & B3 Organ in Pick Your Poison.

Holy Hannah! pero’ non è il solito disco di rock blues, che comunque rappresenta una buona fetta della proposta, dal momento che il repertorio della chitarrista è assai vario e spazia in generi diversi.

Lust/Love è un brano potentissimo e sensuale dagli echi hendrixiani, Hot Minute si avventura con successo nel territorio fusion, tra funk, rock e echi jazzati, Ego Burn è un blues conturbante aperto da un bel suono di tromba, Pick Your Poison è una ballata blues a lenta combustione, Get A Grip! e Emerald City sono derapate garagiste che viaggiano velocissime e lasciano senza fiato. Chiude la scaletta Sunday Afternoon dalle morbide atmosfere jazz cesellate dalla Von Der Hoff, che in solitaria, con voce e chitarra, dimostra tutto il suo talento.

Ci sono parecchi elementi di pregio in questo esordio: una giovane ragazza che non lesina nulla in termini di pathos e sudore, e un approccio scarno, verace e potente, a cui però fa da contraltare una band che, pur badando all’essenziale, sta sugli strumenti con ottime capacità tecniche. Da parte nostra, oltre ad augurare a Hannah un luminoso futuro, suggeriamo caldamente a tutti di ascoltare questo disco, sicuri che saprà conquistarvi.


TAGS: blues | holyhannah! | recensione | review | rock