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Hollow Talk
Choir Of Young Believers
2008  (Ghostly International)
POP
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07/10/2019
Choir Of Young Believers
Hollow Talk
Gruppo di nicchia proveniente dalla freedda Danimarca, i Choir Of Young Believers si sono guadagnati una fetta di notorietà con Hollow Talk, brano che ha fatto da sigla di apertura alla serie televisiva The Bridge

Chiamatela pure come volete: ambient pop, chamber pop, art pop, orchestral pop o avant pop. Quel che è certo è che il progetto musicale Choir Of Young Believers, ideato dal polistrumentista danese di origine greca Jannis Noya Macrigiannis, sfugge a ogni possibile definizione e, per converso, le racchiude tutte, almeno quelle poc’anzi citate.

Gruppo di nicchia, almeno fuori dai confini danesi, dove la band miete successi e scala spesso e volentieri le classifiche nazionali, questo ensemble di musicisti (l’unico punto fermo è Macrigiannis, intorno a cui ruotano figure più o meno stabili), ha all’attivo tre full lenght e un pugno di Ep, e nel 2009 ha conquistato un Danish Music Awards nella categoria Best New Act.

Nelle canzoni dei COYB c’è di tutto: arrangiamenti d’archi ed elettronica, fiati e chitarre, pianoforte e sintetizzatori, e soprattutto la voce morbida e suadente di Macriggiannis, capace di accarezzare dolcemente cuore e orecchie dell’ascoltatore.

Ne è un esempio Hollow Talk, la canzone che apre il disco d’esordio della band (This Is For The White In Your Eyes uscito nel 2009 via Ghostly International) e utilizzata anche come sigla d’apertura della fortunata serie televisiva danese The Bridge. Un brano di delicata tristezza, che si apre con una tenue partitura di pianoforte e la voce quasi sussurrata di Macrigiannis, a cui vanno ad aggiungersi progressivamente un violoncello, una chitarra acustica e la batteria in un crescendo emotivo che non lascia scampo. Malinconie assortite in salsa scandinava.


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