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REVIEWSLE RECENSIONI
29/08/2019
Claudio Melchior
Ho Molti Follower
Allegro ma non stupido e di questi tempi non è poco.

Claudio Melchior, da Udine, un passato da attore teatrale, speaker radiofonico e pubblicitario ed un presente da professore universitario specializzato in social network. Pure non conoscendolo, si può azzardare a dire che il "lavoro" se lo porta e lo trasmette anche nelle sue canzoni, o almeno nella traccia che dà il titolo al disco, uno sguardo ironico sul mondo e sui comportamenti compulsivi sui social.

Non c'è però accademia in questo disco, un sano album di pop elettronico che ha nella leggerezza e immediatezza la sua forza.

Melchior non abusa quindi delle sue conoscenze "occulte" in materia ma anzi, se ne prende gioco e si lascia trasportare, con ironia e buone capacità di scrittura.

"Andiamo di qua" sorprende poi per l'aderenza ai canoni del synth pop degli anni Ottanta ed è l'occasione per osservare che l'album è stato realizzato interamente con synth analogici e drum machine, con la preziosa collaborazione di Matteo Dainese aka Il Cane, a suo agio anche con la materia del pop.

Altro brano con le potenzialità da singolo è "Al Mare", con un ritmo quasi trap e solo la qualità del testo (ma anche la sua "classicità"), ci ricorda che l'autore non è un ragazzino under 18.

"Essere felici almeno un'ora" è quasi un giro alle giostre nel 1982 sulla riviera adriatica... il suono è quello e anche l'approccio melodico, e se non fosse per una trovata (che non rivelo), l'incantesimo potrebbe riuscire.

"Fake Simon Le Bon" non è invece così incisiva come il titolo faceva presagire, e si sviluppa in territori affini ai Bluvertigo, ma è un episodio che non compromette un disco che ha qualcosa di più del solito pop radiofonico ed estivo.

"Sì in fondo" chiude il disco mostrando un'anima più dark ed aggressiva, un'altra possibile evoluzione.

Allegro ma non stupido e di questi tempi non è poco.


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