La conoscete la storia di Joni Mitchell e di Woodstock, vero? La grande songwriter canadese scrisse una splendida canzone sul leggendario festival del 1969, quella che, forse, meglio di tutte rappresenta lo spirito di quell'epocale evento, senza però averci mai messo piede. Dopo aver visto alla televisione le immagini del traffico sulla strada verso Woodstock, il suo manager, Elliot Roberts, le consigliò, infatti, di non andare, poiché il giorno dopo Joni avrebbe dovuto essere presente al celebre programma televisivo Dick Cavett Show.
Allo stesso modo, il cantante dei Train, Pat Monahan, scrisse Hey, Soul Sister, ispirandosi al Burning Man, un grande festival che, dal 1991, si tiene a Black Rock City, in Nevada, senza, però, averci mai messo piede. E’ un accostamento un po' azzardato, e forse anche un filo irriverente, ma tant’è: entrambi gli artisti hanno immaginato la magia di un evento, senza esserci stati.
Se Woodstock fu un raduno epocale, a proposito del quel si sono consumati fiumi di inchiostro e metri di pellicola, è probabile che, in pochissimi, almeno in Italia, sappiano cos’è il Burning Man, un festival che dura otto giorni consecutivi e che prende il nome da un consolidato rituale che consiste nell'incendiare un grande fantoccio di legno, il sabato sera.
Il Burning Man è un vero e proprio esperimento di vita in comunità, e, come sostenuto dagli organizzatori, è radicale espressione di sé e radicale fiducia in sé. Non ci sono concerti con grandi nomi e non ci sono esibizioni pubblicizzate, ma ognuno dei partecipanti è libero di organizzare esibizioni, mostre d'arte, performance, workshop e giochi. Chi si reca al Burning Man deve portare attrezzatura da campeggio, generatori di elettricità, cibo e acqua per la propria sopravvivenza e le uniche cose in vendita nella città sono ghiaccio e caffè; il baratto e il dono sono le uniche forme ammesse di passaggio di proprietà di beni, di cibo e di acqua. A Black Rock City i cellulari non funzionano e oltre a potersi verificare alcune tempeste di sabbia improvvise, di giorno le temperature superano i 40 °C e la notte possono abbassarsi di diverse decine di gradi, motivo per cui, la maggior parte degli eventi si svolge dopo il tramonto. Insomma, se Woodstock, come cantava Joni Mitchell, era “fare ritorno al giardino”, Burning Man è un vero e proprio tuffo nel passato e a una vita depurata da consumismo e tecnologia.
Pat Monahan scrisse la canzone sentendo i racconti di alcuni amici che erano stati al festival, e fu talmente tanto colpito dalla descrizione della serata in cui era stato bruciato il fantoccio di legno, da immaginarsi bellissime donne che ballavano nude intorno alle fiamme, tra cui la Soul Sister del testo, di cui il cantante dice di essere follemente innamorato (“Sono così ossessionato, Il mio cuore è destinato a battere fuori dal mio petto”).
La musica del brano fu composta da Monahan, in collaborazione con il duo norvegese degli Espionage, dopo alcuni giorni in cui aveva dormito pochissimo, circostanza, questa, che stranamente aumentava nel cantante il tasso d’ispirazione. L’idea di partenza era quella di scrivere una brano che suonasse come qualcosa degli INXS, ma la melodia, così come concepita, non funzionava. Fu Espen Lind, uno dei due cantautori norvegesi, ad avere l’idea di utilizzare un ukulele, intuizione che si rivelò una scelta vincente, ma che fece storcere il naso al chitarrista dei Train, Jimmy Stafford, che avrebbe dovuto imparare a suonare uno strumento a lui completamente sconosciuto. Cosa che fece, e anche abbastanza velocemente, seguendo un tutorial su Google.
E’ curioso come nel testo della canzone, al fine di trovare una rima efficace con la parola “sister”, vengano citati i Mr.Mister, un gruppo americano che aveva raggiunto il successo nel 1986 con il singolo Broken Wings, e che il cantante dei Train amava molto. Nel testo, compare anche il nome di Madonna (“io credo in te, come una vergine, sei Madonna”), ma Monahan ha precisato che il riferimento non aveva nulla a che vedere con la pop star, e che aveva utilizzato l’iperbole religiosa solo per far comprendere quanto fosse totalizzante l’amore provato per la protagonista della canzone.
Primo singolo tratto dall’album Save Me, San Francisco (omaggio alla città che aveva dato i natali artistici alla band), Hey, Soul Sister è stato il sinolo di maggior successo dei Train, avendo raggiunto la posizione numero 3 di BillBoard 100, la posizione numero 1 in ben sedici paesi, e facendo man bassa di dischi di platino, grazie a ben sei milioni di copie digitali vendute solo negli Stati Uniti.