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REVIEWSLE RECENSIONI
Heart - Shaped Mountain
Ha Ha Tonka
2017  (Bloodshot Records)
AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS ROCK
6,5/10
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19/08/2017
Ha Ha Tonka
Heart - Shaped Mountain
Anche se queste canzoni mancano della profondità necessaria per farsi ricordare, in Heart-Shaped Mountain si respirano, però, un entusiasmo e un’energia che non possono lasciare indifferenti

Arrivati al loro quinto album in studio, gli Ha Ha Tonka (il nome è mutuato da un leggendario parco naturale del Missouri), arrivano probabilmente a una svolta decisiva della loro carriera. Prodotti dalla Bloodshot Records, etichetta indipendente che ha in mano la meglio gioventù del rock a stelle e strisce, la band capitanata da Brian Roberts si è sempre distinta per la capacità di piegare sonorità roots vicine al country alle esigenze di un indie rock dalla spiccata connotazione melodica. Dopo dieci anni di onorata carriera, i ragazzini di Buckle In The Bible Belt (album d’esordio del 2007) sono però cresciuti, si sono misurati con i problemi dell’età adulta, hanno metabolizzato la perdita dell’innocenza e convogliato tutte le nuove esperienze in un disco, Heart – Shaped Mountain, che parla con linguaggio maturo di amore e di relazioni interpersonali. Assestata la line up dopo la defezione di Lennon Bone, sostituito dietro i tamburi da Mike Reilly, la band ha levigato il suono, rielaborando una nuova versione di sé stessa, in cui i riferimenti al roots sono ridotti al minimo (gli accenni bluegrass di Going That Way e il folk di Favor), in virtù di un linguaggio decisamente più pop. Niente di male, perché la band ha raggiunto l’equilibrio che le mancava e l’esuberanza acerba dei primi dischi è stata affiancata da un approccio più ragionato alla composizione. Solo in un caso, All With You, il nuovo corso pop deborda nella paccottiglia da stadio alla Coldplay, che lascia in bocca un sapore di melassa rancida. A parte l’episodio citato, però, il disco mantiene un buon livello di coinvolgimento, a partire dal muro di chitarre dell’umbratile Race To The Bottom, uno degli high lights del disco. Se la produzione, affidata a Jason McEntire e Dan Molad, in tandem con la band, arricchisce il suono con pulizia, catturando passione e precisione in egual misura, gli Ha Ha Tonka, da parte loro, ci mettono freschezza esecutiva e un filotto di armonie irresistibili, deliziose come il primo assaggio di una primizia primaverile (Everything, The Party, la citata Going That Way). La band del Missouri non è certo nata per lasciare il segno nella storia del rock americano (ne, credo, sia loro intenzione farlo); eppure, anche se queste canzoni mancano della profondità necessaria per farsi ricordare, in Heart-Shaped Mountain si respirano, però, un entusiasmo e un’energia che non possono lasciare indifferenti. Dopo dieci anni di carriera, gli Ha Ha Tonka hanno mantenuto un immutato livello di sincerità, cosa che permette loro di essere credibili anche in questa nuova dimensione “mainstream” e, forse, hanno finalmente trovato l’abbrivio per un successo commerciale atteso da troppo tempo.