La felicità dura un attimo, e passa rapida come lo schiocco di due dita. Il tempo di un sorriso, l’incanto di uno sguardo, la canzone preferita che passa alla radio, una foto da condividere con gli amici. La felicità, però, appena arriva, fugge, è impalpabile come una folata di vento, che, giocosa, scompiglia i capelli, ma che non puoi trattenere. Perché dietro l’angolo è in agguato, sempre, il destino, che non guarda in faccia a nessuno, tanto meno alla felicità.
Quando, il 27 aprile del 2014, Courtney Ann Sanford, una ragazza di trentadue anni, originaria della Carolina del Nord, sale sulla sua auto, non sa che quello è il suo ultimo viaggio. Sono le 8.30 di una bella mattina di primavera, e Courtney è felice, di una felicità irrazionale, inconsapevole, di quelle che non si spiegano, ma fanno traboccare il cuore di vita e spesso rendono avventati, irragionevoli. Così, quando la radio passa Happy di Pharrell Williams, Courtney pensa che quella canzone, che ama visceralmente, suoni proprio per lei, come se il destino volesse rendere quel momento ancora più magico. Decide, così, di farsi un selfie e di postarlo su Facebook, di condividere i colori di quella gioia improvvisa che la pervade.
E’ un momento, un lampo. Alle 8.33 pubblica una sua foto sorridente e scrive: “La canzone Happy mi rende felice”. Alle 8.34, è morta. Non aveva bevuto e andava piano, ma quell’attimo di distrazione per scattarsi la foto le è stato fatale, la sua macchina ha invaso la corsia opposta, scontrandosi contro un mezzo pesante.
Era felice, Courtney, esattamente come invitava a essere quella bella canzone che ha accompagnato i suoi ultimi minuti di vita. Una canzone accattivante e contagiosa, partorita dal genio di Pharrell Williams, musicista e produttore che possiede il tocco di Re Mida: ovunque metta mano, la musica si trasforma in oro, il successo bussa alla porta. Non è un caso, quindi, che, quando viene pubblicata (prima nella colonna sonora del film Cattivissimo Me 2, poi nell’album solista di Williams, Girl) Happy arrivi alla prima piazza di Billboard US, e conquisti la prima posizione in classifica nelle chart di tutto il mondo, vendendo, solo nel 2014, ben quattordici milioni di copie (ovviamente, streams compresi).
Non è solo la melodia contagiosa, così immediata che è impossibile non canticchiarla fin dal primo ascolto, ma è soprattutto il messaggio che veicola che spinge ad innamorarsene, forse, proprio perché, continuare a ripetere di essere felici, spinge in qualche modo a lenire le ansie e il dolore, e a gettare uno sguardo più positivo sull’esistenza.
Ed era proprio questa l’intenzione di Williams: scrivere un brano che facesse stare bene l’ascoltatore, che lo spronasse a non arrendersi ai problemi dell’esistenza, ma lo spingesse a perseverare nella ricerca della felicità: “Perché sono felice / Batti le mani se ti senti come una stanza senza tetto / Perché sono felice / Batti le mani se pensi che la felicità sia la verità / Perché sono felice / Batti le mani se sai cos'è la felicità per te / Perché sono felice / Batti le mani se senti che è quello che vuoi fare." E’ Pharrell, in primo luogo, a essere felice, non importa quale sia il suo destino, e lo dice apertamente, per contagiare gli altri.
La frase "stanza senza tetto" è un passaggio testuale significativo e al contempo un’immagine poetica: una stanza senza tetto (viene in mente per assonanza la “stanza senza pareti” di Gino Paoli) non ha confini né limiti, quindi la felicità può salire verso l’alto, espandersi, e assimilarsi alla libertà. Inoltre, la frase "applaudi se sai cos'è per te la felicità" si riferisce a coloro che sono felici senza saperlo, ed è un invito velato alla consapevolezza, a comprendere quali siano le cose che danno la vera felicità.
Perché, fate attenzione, il dolore e la tristezza, sono proprio dietro l’angolo: “Ecco che arrivano cattive notizie, parlando di questo e quello … Beh, probabilmente dovrei avvertirti, starò bene”. Pharrell, però, non si fa abbattere, il suo umore non verrà inasprito e nulla al mondo potrà mettere fuori gioco la sua felicità. Sembra un invito a essere felici fino al confine della stolidità, ma in realtà, perfettamente in linea con il messaggio finora trasmesso, Williams vuole solo suggerire a chi ascolta che è possibile tenere uno sguardo positivo sulla vita solo se s’impara a praticare l’arte di non lasciarsi ferire dalle circostanze.
E a tal proposito, chissà cosa avrà pensato CeeLo Green, rapper, produttore e membro degli Gnarls Barkley, a cui Williams nel 2012 aveva “regalato” la canzone (Green ne aveva già inciso una versione da urlo), salvo poi rinunciarvi su invito della sua casa discografica, la Elektra Records, che lo voleva concentrato sul lancio del suo disco natalizio, Cee Lo’s Magic Moments. Perché la felicità (in questo caso, racchiusa nel tintinnio di milioni di dollari) dura un attimo, bisogna saperla riconoscere e afferrarla. Prima che sia troppo tardi.