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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
27/10/2024
Live Report
Gurriers, 26/10/2024, Arci Bellezza, Milano
Dopo averli visti dal vivo, i Gurriers hanno convinto: ad oggi scrivono già meglio degli Idles e sembrano sulla via giusta per poter offrire performance altrettanto incendiarie. Con un click a voi il racconto della serata all'Arci Bellezza, compresa la performance degli autoironici opener Rude Cinno.

Sui Gurriers bisogna fare lo stesso tipo di discorso che stiamo facendo da diverso tempo riguardo a tutti gli act che nascono come funghi e che si ispirano in vario modo a quel ritorno del Post Punk che è ormai certificato come uno dei trend musicali degli ultimi cinque anni. Siamo già arrivati al fondo del barile? È tollerabile trovarsi ogni volta a commentare l’ennesima band che appare come niente di più di un clone di altri cloni?

La risposta, nel mio piccolo, è quella che ho sempre dato: se da una parte è fisiologico che l’esplosione di un certo tipo di proposta porti con sé una quantità enorme di imitatori (è successo con qualsiasi genere musicale di successo e succederà ancora in futuro), è anche vero che col passare del tempo e l’esaurirsi del fenomeno, la selezione naturale, spietata anche in in ambito musicale, farà il suo dovere separando chi si merita di rimanere da tutti gli altri.

I criteri in base ai quali avverrà questa selezione sono molteplici: lasciando perdere l’originalità, che ormai è impossibile pretendere, la qualità delle canzoni e la bravura in sede live sono due elementi che mi sento di poter identificare come decisivi, sebbene anch’essi da soli non bastino.

I Gurriers, da Dublino, questi due requisiti di sicuro li hanno. Come and See, il loro album di debutto, segue in tutto e per tutto la lezione di Idles, Murder Capital e primi Fontaines D.C., ma denota una personalità nella scrittura che, se opportunamente coltivata, potrebbe contribuire a staccarli dalla massa.

Questa sera arrivano all’Arci Bellezza di Milano, per la prima delle due date che costituiscono il loro debutto in terra italiana (la seconda è al Covo di Bologna) e ad accoglierli, complice anche il sabato sera, è un pubblico caldo e discretamente numeroso.

 

Prima di loro ci sono i Rude Cinno, trio bolognese che ha da poco esordito con Bassa qualità, un titolo che rivela immediatamente l’amore per gli Skiantos ed il loro humor caustico e demenziale; un riferimento confermato durante il set, quando eseguono una buona versione di “Gelati”, innestandovi una melodia popolare dell’Appennino, suonata dal cantante Francesco Quaiotto su un piccolo flauto di Pan. Punk, Folk ed una smaccata autoironia appaiono come gli ingredienti principali di una ricetta che, per quanto derivativa, è in grado di cogliere nel segno. I pezzi sono ben scritti e i testi funzionano, mentre dal lato musicale colpisce come l’irruenza Punk delle chitarre (molto buono, da questo punto di vista, il lavoro di Olmo Frabetti) venga stemperata da ritornelli dotati di una notevole carica melodica.

Promossi a pieni voti anche se, parere mio ovviamente, funzionerebbero di più se al posto dei pur interessanti campionamenti ad opera di Miriana Vicino (indispensabile anche alle seconde voci) ci fosse una vera batteria.

Adesso ci leviamo dai coglioni e lasciamo il posto a chi sa veramente suonare!” è il modo con cui si congedano dal palco. Anche questo è molto Freak Antoni, dopotutto.

 

I Gurriers attaccano con “Nausea”, la potentissima opener di Come and See e ci hanno già convinto. È un brano che pare rubato ai Fontaines d.c. di Dogrel ma è allo stesso tempo un numero di alta scuola, standardizzato quanto irresistibile. Resa sonora subito perfetta e prova terremotante da parte dei cinque irlandesi, che per quanto giovani mostrano di avere già tutti i requisiti necessari per calcare un palco e spaccare a dovere.

Dan Hoff è un buon frontman, con uno stile a metà tra John Talbot e James McGovern, la sua prova vocale è ottima e al servizio dell’insieme, senza mai strafare. I chitarristi Ben O’Neill e Mark MacCormack hanno il solito stile crudo e abrasivo di tutte queste band, ma suonano bene e quindi non c’è da chiedere di più. Sezione ritmica massiccia e senza sbavature, con il batterista Pierce Callaghan impassibile per tutto il concerto, nascosto dietro ai suoi occhiali da sole ed una maglia dei Chicago Bulls celebrativa dell’anello del ’96. Il bassista Charlie McCarthy appare invece come l’elemento più vivace della formazione, perennemente in movimento sul palco, ha guidato anche qualche sortita in platea per andare a pogare in mezzo ai fan.

A proposito di pogo. Inizialmente l’atmosfera è tranquilla, nonostante bordate in piena faccia come “Close Call” e “Des Goblin” (quest’ultima, ad esempio, è un esempio di scrittura interessante, con quel break centrale in cui il ritmo rallenta fino all’eccesso ed il mood si incupisce notevolmente), poi Hoff chiama il moshpit e si scatenano tutti, senza fermarsi più fino alla fine. Del resto il repertorio del gruppo si presta molto, con i vecchi singoli “Boy” e “Today’s Not Enough” in pieno stile Idles, e una “No More Photos” tirata e devastante.

“Prayers” è invece un altro esempio di varietà in sede di songwriting, un pezzo che parte lento, con una melodia arpeggiata e una voce in spoken word, e cresce man mano di intensità fino ad esplodere in faccia all’ascoltatore (ed è inutile aggiungere che questo crescendo, dal vivo ha tutto un altro impatto). È uno dei momenti migliori del concerto e se andranno avanti su questa linea avranno qualche possibilità di rimanere quando tutto questo finirà.

Il finale è tutto un compendio di Post Punk irriverente, con “Top of the Bill”, “Sign of the Times” e la velocissima “Approachable”, tutti futuri classici nel caso in cui questa band dovesse esplodere. Il termine del live è invece all’insegna di “Come and See”, per chi scrive la loro miglior canzone, ulteriore indizio di potenzialità che se adeguatamente sfruttate daranno frutti significativi.

Dopo averli visti dal vivo i Gurriers mi hanno convinto: ad oggi scrivono già meglio degli Idles (che dopo il terzo disco hanno fatto vedere ben poco, secondo me) e sembrano sulla via giusta per poter offrire performance altrettanto incendiarie. Ci rivediamo tra qualche anno.