In questi freddi giorni di primavera il gelo di una pandemia che ha paralizzato il mondo si associa al gelo dell’indifferenza con cui spesso gli individui osservano le grandi problematiche che affliggono il nostro pianeta, divenendo apatici e succubi della realtà che li circonda. Questo è il “Grande freddo” di cui cantano i PINDAR nel loro secondo singolo, che anticipa il disco in uscita a maggio.
Nel testo di “Grande freddo” si canta di Mary, una donna anziana che vive sola ormai da tanti anni; si canta di Claudia, una giovane che decide di partire in cerca di un futuro migliore; si canta di Giulio che si è sposato, ha comprato casa e un cane e va avanti con la sua vita. E intanto un giovane scrive “morte” con una bomboletta spray su una colonna del Colosseo e ha tanti “amici” sui social con i quali condivide le sue esperienze. Tutte piccole scene di vita quotidiana, esempi non lontani dalla nostra realtà in cui il “Grande freddo” rappresenta proprio il tempo che scorre sull’umanità, un tempo anestetizzante, che rende le persone altrettanto “fredde”, distanti, distratte, abituate ad ascoltare al TG le notizie come se non fossero un loro problema, così come fa la protagonista del videoclip che accompagna il singolo dei PINDAR, la quale continua a sorseggiare il suo vino sul divano, completamente indifferente di fronte alle scene tragiche che si susseguono sullo schermo del suo televisore.
“Grande freddo” è una canzone scritta in occasione della scomparsa di Claudio Lolli, eterno maestro di vita, musica e parole. Il titolo è un omaggio all’ultimo lavoro di Lolli, intitolato appunto “Il grande freddo”, e la canzone riprende lo spirito critico dell’opera del cantautore bolognese, il quale vedeva nella società una grande indifferenza, identificata proprio nel “freddo”, che “si può sciogliere solo con le lacrime dei nostri furori”.