Dell’estate del 2020 ho un’immagine più viva di altre, che in qualche modo ha rappresentato l’essenza di un periodo senza musica dal vivo e di chiusura di ogni spazio di aggregazione: il Diluvio Festival di Ome era stato organizzato nonostante tutto e alla serata in cui gli headliner erano i Cara Calma (che giocavano in casa, visto che vengono da Brescia) il pubblico ha saltato, ballato e si è sgolato per un’ora. Certo, c’erano i cerchi disegnati sul gesso e una certa attenzione a preservare le bolle di distanziamento, ma erano tutti in piedi e per un attimo ci siamo lasciati alle spalle le difficoltà dei mesi precedenti, ci siamo persino dimenticati di pensare che forse, una volta arrivato l’autunno, le cose si sarebbero fatte nuovamente difficili.
Ad un anno e mezzo di distanza, mentre ascoltiamo “Balla sui tetti”, che apre il terzo disco della band, è inevitabile pensare che la pandemia abbia lasciato un segno pesante sul quartetto lombardo. Per un gruppo come il loro, che ha nella sala prove il suo centro operativo, nel sudore, negli amplificatori a palla e nell’elaborazione in diretta delle idee la principale modalità operativa, non dev’essere stato per nulla facile accettare di rimanere in casa a scambiarsi file da remoto.
È un inno alla resistenza, questo Gossip!, all’autenticità, un’esortazione a trovare uno spazio libero in cui potere esistere, fuori dalle sovrastrutture che già c’erano ma che la pandemia non ha fatto altro che rafforzare.
Riccardo Taffelli e compagni (a cui comunque era andata anche bene, visto che il tour del precedente Souvenir erano riusciti a portarlo a termine) arrivano al terzo disco sempre più consapevoli a livello di attitudine e mezzi espressivi, con un songwriting che non ha perso un briciolo della sua solidità.
Musicalmente siamo sempre dalle stesse parti: Zen Circus (il loro primo album, tra l’altro, è stato prodotto da Karim Qqru), Ministri (anche se, ci tengo a dirlo, li trovo molto più interessanti di Dragogna e soci, la cui musica proprio non sopporto), Fast Animals and Slow Kids, più tutta una serie di influenze che vanno dal Grunge al Metalcore, a seconda dei modelli con cui i quattro componenti sono cresciuti.
Chitarre distorte, sezione ritmica massiccia, melodie anthemiche con ritornelli da urlare a braccia al cielo e con tutta la voce che si ha in corpo. Lo schema è sempre quello ma l’esito è più che soddisfacente e non ci si annoia. Anche questa volta la produzione è pulitissima ma allo stesso tempo capace di valorizzare tutta l’aggressività dei brani e stupisce, qua e là, l’aggiunta di un po’ di elettronica sulle batterie, apparentemente superfluo ma perfettamente funzionale all’insieme.
Le chitarre abrasive di Riccardo e di Cesare Madrigali, dovutamente sostenute dall’efficace lavoro di Gianluca Molinari al basso e di Fabiano Bolzoni alla batteria costituiscono la personalità di “Festa” e “Figli senza nome”, indubbiamente gli episodi più aggressivi del lotto.
L’opener “Balla sui tetti” e “VMDV” (che sta per “Voglio morire due volte”) rappresentano invece la quota “inno generazionale”, manifesto lucido ed emozionante dell’epoca che stiamo vivendo, coi loro ritornelli splendidi siamo sicuri che dal vivo saranno quelle più acclamate.
C’è poi tutta una sezione più grigia, dove il senso di delusione si fa strada più facilmente e dove il muro sonoro viene stemperato, lasciando in primo piano le melodie vocali: il risultato, visibile soprattutto in “Consumarci”, “Altalene” e “Per un attimo” è un’aggressività smorzata ma pur sempre incisiva, un voler gridare a tutti i costi il proprio diritto di esistere, anche quando ci si sente male e fuori posto.
Menzione particolare per “Kernel”, costruita su una parte di pianoforte suonata da Cesare e dove l’interpretazione vocale di Riccardo è volutamente piena, quasi urlata, a creare una ballata atipica, leggermente spruzzata di Emo.
Finale all’insegna dell’emozione e in un certo senso anche della tenerezza, con “Dedica”, intenso tributo agli amici, ai fan, e a tutte quelle persone che in un modo o nell’altro sono state fondamentali per la band in questo periodo difficile. L’andamento è come al solito in crescendo, il ritornello arriva come un urlo liberatorio ma rappresenta allo stesso tempo anche un grande abbraccio.
Gossip! sarà presentato con cinque concerti dall’11 al 25 febbraio, in una manciata di piccoli club selezionati, tra Milano, Brescia, Roma, Bologna e Torino. Si farà? Stante la situazione è altamente probabile che no, dovremo aspettare l’estate. In qualunque momento succeda, sarà comunque ancora bellissimo stringersi attorno a questa band e cantare tutti insieme le loro canzoni.