Cosa manca a Giacomo Voli per diventare un artista amato e affermato? Qualcuno potrebbe dire che forse sa cantare fin troppo bene, in un panorama musicale dove questa caratteristica non sempre è così rilevante, e contano invece i contatti giusti, i gemellaggi con le case di moda e le spinte delle major di turno. Vorremmo essere inguaribili romantici e dire che non è così e che il mondo discografico attuale sia meritocratico, ma sappiamo che non è vero. Dato però che i cambiamenti nascono anche dai piccoli gesti e dalle gocce che smuovono l’oceano, noi vogliamo spingere Giacomo e la sua “Ave Maria”, pronti a partecipare alla finalissima del San Marino Song Contest, che si terrà sabato 8 marzo.
Il cantante di Correggio si è sudato l’ammissione al concorso, dato che ha dovuto passare varie selezioni (tra più di mille adesioni in gara), per un totale di undici concorrenti scelti e altri nove più famosi e fortunati, definiti “big”, in cui possiamo trovare nomi di certo conosciuti come Bianca Atzei, Boosta dei Subsonica, Marco Carta, Pierdavide Carone, Silvia Salemi e addirittura il dj Gabry Ponte, che porta la cantatissima sigla tv e tormentone patriottico “Tutta L’Italia”. Inutile dire chi sia il favorito, anche se una celebrazione della nazione italica forse non sarà il miglior biglietto di visita per San Marino, ma alla fine i giudici supremi non saranno gli ascoltatori ma un numero ristretto di cinque addetti ai lavori.
Invece il caro e gentil Giacomo ha dalla sua “solo” una voce prodigiosa e senza trucchi, capace di passare dal pop al rock, fino all’opera e al metal, ma soprattutto di emozionare con una “Ave Maria” che unisce con eleganza e modernità, tanti mondi vicini e lontani, insieme a un messaggio drammatico e purtroppo, molto contemporaneo. Noi non siamo dei venditori porta a porta e non vogliamo certo convincervi con le parole. Cercatevi la canzone e ascoltatela, e poi fateci sapere. Se vi convincerà, fate sentire la vostra di voce, andate a vedervi il video (semplice ma toccante), passate parola e tartassate i social con questo bel pezzo d’Italia che potrebbe sbancare anche in Europa.
Nel frattempo, abbiamo cercato di cogliere l’emozione di Giacomo Voli, a pochi giorni dalla finalissima.
Ciao Giacomo, come nasce l’dea di partecipare a San Marino Song Contest? E’ una decisione recente, oppure pianificata da tempo?
Tutto parte lo scorso anno, dall’incontro con i ragazzi di Ebim (etichetta di Lodi) insieme al compositore e autore Luca Sala. Mi hanno proposto di poter lavorare insieme per provare un percorso come solista, dal momento che mi stimano e conoscono fin dalla mia partecipazione a The Voice of Italy 2014, ed erano increduli del fatto che, fino ad oggi non avessi mai ricevuto proposte ufficiali da label importanti. Il pezzo nuovo è nato dalla volontà di preservare il mio mood rock/metal ma con un arrangiamento moderno e radiofonico. Il tema trattato è importante e ne vado molto fiero, dato che alcune melodie e il testo sono opera mia.
Sei un cantante che ha avuto diverse esperienze televisive felici. Hai mai pensato di inviare un tuo brano per Sanremo?
Sanremo purtroppo è fuori dalle mie possibilità per molte ragioni, legate all’età, alla popolarità, e altre questioni che non mi permettono di considerarlo come una possibilità realistica, a meno che non ci siano altri eventi futuri che cambino le regole per partecipare.
“Ave Maria” è un brano inedito e uscito in questi giorni. Ha un “cut” di tre minuti e sembra pensata per l’Eurovision Song Contest, ma è effettivamente così o ci avete dovuto lavorare molto?
I fatidici tre minuti sono purtroppo, un minutaggio utile a livello radiofonico e per indurre al riascolto. Non ho nulla in contrario se, come in questo caso, il pezzo (secondo me) ti faccia venire la voglia di risentirlo, ma riesca a suonare come un racconto musicale completo e coerente.
Il brano unisce antico e moderno ed effettivamente racchiude tutti i tuoi punti forti, secondo me. Da quale ispirazione nasce a livello musicale e cosa raccontano queste liriche così spirituali e intense?
Il testo è ispirato a una vicenda che mi ha colpito molto, la storia di Yasmine. Una ragazzina della Sierra Leone salvata nel canale di Sicilia di notte, tra le onde, mentre gridava tra le onde aggrappata a una camera d’aria. Siccome l’incipit “Ave Maria” era un'idea già presente e voluta da Luca Sala, ho pensato a un parallelismo con questa figura anch’essa migrante per fuggire dal pericolo, in cerca di asilo. Sono molto contento che anche chi non mastica bene l’inglese abbia colto questo lato “malinconico”, a cui tengo in particolare.
Guardando candidati e candidate del concorso, ci sono sicuramente artisti favoriti come Gabry Ponte, oppure voci più conosciute e “mainstream” della tua. Realisticamente, che possibilità credi di avere e cosa ti aspetti da questa esperienza?
Chissà! Sono una persona molto realista e anche un po’ disillusa. Ma ciò non toglie che io sia consapevole delle ottime caratteristiche che questo brano porta con sé, e del fatto che io possa emozionare con la mia performance dal vivo, dando tutto quello che ho. Mi affiderò all’onestà della giuria.
Credi di aver raccolto in passato meno di quanto ti meriti, oppure fa tutto parte di un cammino che, pian piano si sta rivelando e che ci porterà tante altre sorprese?
Non saprei come rispondere. Credo che la meritocrazia sia un concetto un po’ illusorio. Penso che viviamo in un mondo molto complesso e mi sento una mosca “bianchissima” che si barcamena tra il mondo del metal e quello mainstream. La visibilità ed essere conosciuti sono alla base delle opportunità di lavoro che si possono creare; perciò, comunque vada cercherò di essere onesto e di fare buona musica, sempre.
Oltre alle tue esperienze nel mondo metal, si era parlato spesso di un tuo lavoro solista più indirizzato verso sonorità rock e pop. E’ un progetto a chi stai lavorando?
Vedremo come andrà sabato prossimo. Con Ebim e Luca Sala cercheremo comunque di lavorare su altri brani con questa attitudine, perché ci sembra un modo molto bello di valorizzarmi anche in ambito pop.
Questi per te sono stati anni importanti sia come artista che come persona, in cui hai deciso di abbracciare tutti i diversi lati di te stesso e di rivelarli anche al pubblico, schierandoti e prendendo posizione in una situazione globale, dove spesso è difficile e pericoloso dire quello che si pensa e si è realmente. Come stai oggi e quale consiglio vorresti dare a chi ci legge e si sente in difficoltà in un mondo così complesso e contraddittorio?
Il mio consiglio è terribile ma indispensabile e vitale: resistiamo. Io esisto con tutte le mie sfumature che finalmente accetto e sono attivo nel normalizzare anche quelle degli altri. Purtroppo, in questo momento le minoranze sono sempre più a rischio, e non vedo altro modo di essere “utile” se non mettendomi in prima linea. Far sentire alle persone che non sono sole nelle battaglie quotidiane contro l’ignoranza è parte del mio essere. Resistiamo, perché esistiamo!
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