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MAKING MOVIESAL CINEMA
Ghostbusters: Legacy
Jason Reitman
2021  (Warner Bros)
FANTASTICO
7,5/10
all MAKING MOVIES
06/04/2022
Jason Reitman
Ghostbusters: Legacy
A guardare Ghostbusters: Legacy sembra davvero che la realizzazione di questo film sia stata prima di tutto una questione d'affetto, un amore sincero, misto a più di un pizzico di dolore, per qualcosa, ma soprattutto qualcuno, che purtroppo non c'è più.

A guardare Ghostbusters: Legacy sembra davvero che la realizzazione di questo film sia stata prima di tutto una questione d'affetto (oltre che di soldi, è pur sempre un'industria milionaria il cinema). Affetto vero; il sapore più appetibile che l'ultima opera di Reitman figlio lascia sul palato è quello di un amore sincero, misto a più di un pizzico di dolore, per qualcosa, ma soprattutto qualcuno, che purtroppo non c'è più. Prendiamo in esame i due titoli, quello originale e quello scelto per l'Italia; entrambi sono azzeccati, questa volta non mi sento di criticare la scelta dei traduttori. Il nostro Legacy pone al centro il passaggio generazionale che può riportare in vita un brand e ammantare di nostalgia il film a uso e consumo dei vecchi fan mettendo al centro il concetto di eredità (legacy appunto), il passaggio di testimone, sia figurato che materiale (i protagonisti ereditano effettivamente dal nonno) ma anche attoriale con una nuova generazione pronta a vestire le iconiche tute (con un bel cortocircuito con il Mike di Stranger Things), pronta a riportare in vita la mitica Ecto-1 e a prendere in mano gli zaini protonici; l'originale Afterlife invece ci parla soprattutto dello scomparso Harold Ramis. L'attore e regista è stato anche sceneggiatore dei primi due episodi di Ghostbusters usciti negli anni 80, ha collaborato in più occasioni con Ivan Reitman, papà di Jason e regista dei primi due storici episodi, Ramis era inoltre molto legato a Bill Murray che nella saga interpreta Peter Venkman, una sorta di grande famiglia, nel film questi legami traspaiono e l'unione affettiva tra i vari elementi funge da collante per questo nuovo capitolo, una sorta di sequel che disconosce un po' il Ghostbusters al femminile del 2016 e rende la visione assolutamente piacevole e sul finale anche in una certa misura commovente.

 

Callie (Carrie Coon) è una madre single che cresce i suoi due figli, Trevor (Finn Wolfhard) e Phoebe (Mckenna Grace), senza l'aiuto di nessuno. La famiglia non se la passa troppo bene dal punto di vista economico tanto che lo sfratto non tarda ad arrivare. Fortunatamente, o forse no, arriva proprio nello stesso periodo la notizia che il defunto padre di Callie, che aveva abbandonato la famiglia quando la figlia era ancora piccola, ha lasciato a lei in eredità la sua scalcagnata fattoria situata fuori il paesino di Summerville. Trasferitisi forzatamente nella loro nuova abitazione i due ragazzi tentano di ambientarsi. La più giovane Phoebe, una nerd studiosa e con difficoltà a socializzare, incontra l'altrettanto strambo Podcast (Logan Kim), un ragazzino simpatico con il pallino di registrare qualsiasi cosa per il suo podcast, la ragazza frequenta le lezioni sui generis del professor Gary Grooberson (Paul Rudd), un sismologo molto interessato a delle strane e inspiegabili scosse che sembrano arrivare dal sottosuolo di Summerville. Trevor dal canto suo fa in fretta ad ambientarsi nel giro di adolescenti locali, trova un lavoretto estivo e coltiva una forte simpatia per la bella Lucky (Celeste O'Connor), inizia anche a rimettere a punto quella strana auto bianca abbandonata nella rimessa della fattoria. Nel frattempo Phoebe inizia a farsi un'idea precisa di chi fosse suo nonno e di cosa siano tutte quelle straordinarie apparecchiature nascoste negli anfratti della sua nuova casa, quando i movimenti sotto Summerville esploderanno in tutta la loro ectoplasmatica potenza, al gruppo di ragazzini non resterà che cercare di capire come arginare il problema, infilare in spalla gli zaini protonici, mettere in strada la Ecto-1 e aprire i flussi, magari cercando di non incrociarli.

 

È bello questo nuovo capitolo dedicato al brand dei Ghostbusters, come lo stesso Jason Reitman ha dichiarato in qualche intervista, il regista ci ha riversato tutto l'amore per i personaggi che suo padre aveva portato sullo schermo negli anni 80, e non è solo una questione di famiglia, dei vari legami abbiamo già detto, Dan Aykroyd è anche produttore, tutti quelli che potevano del cast storico hanno partecipato, è proprio una questione di passione, quella che un ragazzino che all'epoca del primo film aveva sette anni riporta ora dietro la telecamera in questo nuovo capitolo, questo miscuglio di sentimenti positivi si sente in maniera forte e ha il suo peso nella buona riuscita di tutta l'operazione. Questo nuovo film segue il suo corso, si volta pagina ma con un rispetto enorme per il lavoro dei predecessori, sono tantissimi i riferimenti al passato eppure questi riescono a non sembrare mai forzati, come legami di sangue naturali, riescono a entrare nel cuore dei vecchi fan ma sapranno anche ritagliarsi un nuovo pubblico, più giovane, il film è infatti adatto a tutte le età e trova dei protagonisti perfetti per il rilancio, soprattutto nella bravissima Mckenna Grace. Ci si sposta da New York agli stati del Midwest ma la minaccia da fronteggiare è egualmente pericolosa e sarà altra fonte di gioia per i fan, il cambio di prospettiva dona nuova linfa agli scenari, vedere la Ecto-1 correre solitaria in mezzo a un campo di grano è altra cosa da vederla circondata da folle oceaniche di newyorkesi. Ben realizzati gli effetti visivi e anche la regia di Reitman è ben dosata tra passaggi più riflessivi e spinte dinamiche sulle sequenze più movimentate; da non perdere le scene dopo i titoli di coda. Ghostbusters: Legacy è un ritorno a tutti gli effetti e anche una consolazione, perché se vi capitasse di vedere qualcosa di strano nel vostro vicinato, ora sapete (di nuovo) chi chiamare.