Giunti al loro quarto album in studio, i danesi Vola hanno completato un percorso di trasformazione, ampliando ancora di più i confini sonori del loro fascinoso prog metal. Già Witness (2021), uscito in piena pandemia, segnava un allontanamento sostanziale dal loro suono originario intriso di djent, ampliando la gamma espressiva con ganci pop, svolazzi elettronici e occasionali tocchi hip-hop. Con Friend Of a Phantom, il gruppo danese opera un ulteriore passo avanti in termini di complessità espositiva, cementando ulteriormente l’approccio progressive, e diluendo, invece, l’aggressività metal della proposta.
Il risultato è un disco non proprio immediato, che va ascoltato e riascoltato, per comprenderne tutte le sfumature e afferrare un quadro d’insieme fantasioso, avvolgente ed estremamente variegato.
L’opener "Cannibal" è la chiave di lettura per comprendere cosa aspettarsi dalle successive otto tracce: un riff djent aggressivo trova contrappunto in una melodia uncinante e avvincente, mentre il contrasto tra la voce pulita del cantante/chitarrista Asger Mygind e quella più aspra di Anders Friden degli In Flames, qui presente come ospite, eleva il brano a livelli stellari.
"Break My Lying Tongue", uno dei singoli pubblicati, è un’altra canzone killer, in cui è il pop a farla da padrona, grazie alla melodia sognante che si muove fra estrose partiture di tastiera e il ringhio delle chitarre. Un uno due iniziale che testimonia la capacità della band di riuscire a contemperare con equilibrio due diverse istanze, dando così vita a una scaletta quanto mai imprevedibile e suggestiva.
"We Will Not Disband" è l’ennesimo esempio di come chitarre ribassate e uncinanti hook melodici possano convivere in perfetta sintonia, mentre l’eterea "Glass Mannequin", un numero per sola voce e tastiere, supera abbondantemente gli steccati del genere prog metal, avvolgendo l’ascoltatore in vellutate atmosfere malinconiche.
E se "Bleed Out" percorre in punta di piedi la linea sottile tra riff djent, pop malinconico ed elettronica lunatica, "Paper Wolf" è una canzone incredibilmente orecchiabile, in cui riprende quota la componente prog della band, sempre abile ad alternare hook irresistibili ad alcuni break più feroci.
La scaletta avanza ed è sempre un piacere misurarsi con il raffinato equilibrismo dei Vola e la magnificenza di melodie che lentamente, ma inesorabilmente, s’insinuano sotto pelle: in tal senso, "I Don't Know How We Got Here" è un gioiello prog caratterizzato da strati vocali inquietanti, riff stravaganti e un delizioso lavoro di batteria di Adam Janzi, "Hollow Kid" mostra un connubio perfetto fra lussureggianti trame synth e riff ribassati, mentre "Tray" attraversa acque quiete e dolcemente malinconiche, chiudendo l’album con una nota più morbida.
Friend Of A Phantom è un disco dalle diverse facce, in apparenza semplice, visti i numerosi momenti melodici che lo punteggiano, ma in realtà assai complesso nella sua struttura non immediatamente assimilabile. Concedetegli, quindi, numerosi ascolti e vi ritroverete per le maini un gioiellino che sarà arduo togliere dal lettore.