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MAKING MOVIESAL CINEMA
Ford vs Ferrari [Le Mans '66 - La grande sfida]
James Mangold
2019  (Walt Disney Pictures)
DRAMMATICO
all MAKING MOVIES
28/02/2020
James Mangold
Ford vs Ferrari [Le Mans '66 - La grande sfida]
Prima di Ford vs Ferrari, c'è da parlare di Lisa vs Formula1. Una sfida andata avanti per anni, sul divano di casa.

Un divano di domenica occupato da papà, tifoso sfegatato della Ferrari, che smessi i panni del barista poteva finalmente vedersi in casa le sue corse.

E io stavo lì, prima di pranzo, dopo pranzo, prima di cena.

Dipendeva dal fuso orario.

Non avevo altri posti in cui andare, o forse lì volevo stare.

A cercare di capire il fascino che certe corse, certe velocità potevano dare.

Come sempre, tifavo per gli ultimi.

Per l'eterno numero 2 Barrichello, per l'eterno fuoripista Fisichella.

Ma, dopo qualche giro, quei motori assordanti compivano il loro miracolo e finivo addormentata.

Mi svegliavano urla di gioia, imprecazioni di sconfitta, a scelta.

Sono tornata su quel divano, non più con papà, ma con un compagno appassionato di motori.

Ci sono tornata non per la Formula1, ma per gli Oscar.

Che un po' a sorpresa hanno candidato un film classico, un biopic sportivo come ce ne sono tanti, per il migliore film.

Il risultato, quasi da subito, è stato lo stesso.

Pur non essendoci gare di Formula1, ma sfide a distanza per prepararsi alla grande impresa di Le Mans '66, sono finita addormentata.

Mi hanno svegliato i commenti tecnici di un compagno appassionato meccanico, che seguiva le idee, le invenzioni, le rivoluzioni di Shelby.

E allora ho dato contro al sonno, ho ricominciato a seguire la storia che parla più di uomini che di  motori.

Parla di un meccanico (Ken Miles) con il pallino del pilota di auto da corsa, parla di un padre affettuoso, di un marito devoto, ma dal pessimo carattere con il resto del mondo.

Parla di un pilota di auto da corsa dal cuore fragile (Carroll Shelby), che deve fare un passo indietro, restare nei box.

E parla di una sfida, che il signor Ford e tutto il suo mondo (fatto di numeri, di finanza) lancia a Ferrari e tutto il suo mondo (fatto di passione, di primati), e di quella che ne nasce interna alla Ford stessa, con due caste rivali, altri due mondi diversi.

La sfida se la lanciano a Le Mans, in 24 ore di corsa, in cui continuare ad andare su di giri.

Se un appassionato di auto è rimasto pienamente soddisfatto nel vedere e nel sentire -soprattutto- dei motori e dei piloti all'opera, io devo ammettere di aver patito l'impianto classico del film.

Che ti aspetti tutto.

Ti aspetti gli ostacoli, i piccoli incidenti, ti aspetti dei cattivi disegnati come veri cattivi, dei buoni che sono proprio buoni. Ti aspetti la sfida, il venire a patti con se stessi, la nascita di un'amicizia. Ti aspetti pure l'inevitabile tragedia, la aspetti ad ogni curva.

Ma per quanto classico, per quanto bravo e trasformista pure qui Christian Bale, per quanto sia sempre l'uomo-comune-Matt-Damon, per quanto sempre affascinante la voce di Remo Girone... c'è qualcosa che non mi aspettavo.

Non mi aspettavo di essere riportata lì, sul divano di un vecchio appartamento, a sentire il cuore di quelli che correvano come dei pazzi per la pura gioia di correre, e finire inevitabilmente in lacrime.


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