Un nuovo album per gli svedesi H.E.A.T, l’ennesima dimostrazione che quando si tratta di suonare un hard rock melodico, istantaneamente accattivante e ben scritto, questi ragazzi hanno davvero pochi eguali al mondo.
La novità più sostanziosa del nuovo corso, è che è tornato il cantante originale Kenny Leckremo dopo l’abbandono di Erik Gronwall (ora in forza agli Skid Row), che ha prestato la propria ugola, e che ugola, agli ultimi quattro album in studio. Una fuoriuscita che avrebbe potuto essere esiziale per la carriera della band e che invece è stata gestita con grande intelligenza, grazie al recupero di un componente storico, per la gioia di tanti nostalgici fan.
La domanda, tuttavia, sorge spontanea, e cioè quanto il cambiamento di line up abbia inciso sui contenuti di questo nuovo disco. Quale direzione hanno preso gli H.E.A.T? Sono tornati al suono più AOR dei primi due album, a quello più commerciale di Into The Great Unknown, o hanno mantenuto lo slancio potente dell'ultimo H.E.A.T. 2 e lo stile decisamente più hard degli anni con Gronwall alla guida?
Se è vero che Leckremo porta in dote uno stile vocale leggermente diverso, è altrettanto vero che la scrittura e la direzione imboccata da Force Majeure sono una continuazione dell'ultimo lavoro in studio e dello stile che aveva vestito l’ottimo Address The Nation. Quindi, questo nuovo disco è fondamentalmente una prosecuzione del suo predecessore, possiede la stessa urgenza, la medesima grande produzione e quelle irresistibili melodie, che sono da sempre un marchio di fabbrica degli svedesi. Questo, insomma, con qualche muscolo in più, è un classico disco degli H.E.A.T, e le canzoni mantengono alto il livello compositivo che, piaccia o meno il genere, è sempre stato il fiore all’occhiello di questi moderni figliocci degli Europe (date un ascolto a Harder To Breathe per rendervi conto del parallelo).
Ancora una volta, come sempre accade, in scaletta è un susseguirsi di canzoni killer una via l’altra, tre singoli che dimostrano tutto il talento della band a scrivere brani di impatto immediato (Back To The Rhythm, Nationwide e Hollywood" e altri otto gioiellini da applausi (Tainted Blood, Not For Sale, Hold Your Fire e Wings of An Airplane le migliori), tra cui Demon Eyes, una tirata NWOBHM (con assolo spaziale di Dave Dalone), che è probabilmente il brano più duro mai cantato da Leckremo in carriera.
Senza grandi sorprese, almeno per quelli che sono fan di primo corso, gli H.E.A.T. hanno dimostrato, ancora una volta, di essere un gruppo rodatissimo, impermeabile agli imprevisti, e capace di correre sempre nella direzione giusta, con grande forma fisica e passo inarrestabile. Personalmente, preferivo il timbro di Gronwall, ma Leckremo non lo fa certo rimpiangere e, probabilmente, questa è anche la sua miglior prova di sempre. Se cause di forza maggiore hanno imposto un inaspettato cambiamento di formazione, gli H.E.A.T. restano, comunque un gran band, anzi, giocando un po' sul titolo dell’album, una vera e propria forza della natura.