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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
31/03/2025
Live Report
Folkstone, 28/03/2025, Legend Club, Milano
Tra il non esserci e l’esserci, i Folkstone hanno deciso di cavalcare la seconda strada, a modo totalmente loro, come sempre e anche di più. E rieccoli a chiamare a raccolta i tanti cuori randagi che hanno regalato alla band ben tre sold out consecutivi al Legend Club, per una presentazione urgente ed emozionante del nuovo album “Natura Morta”. Spavaldamente indipendenti, per un “Delirium” che è solo all’inizio.
di Iputrap

“Si schiudono

Fasci di luce

E come polvere

Si dissolvono

Riesco a commuovermi ancora”

(“Natura Morta”)

 

Abbiamo già parlato dell'album di Natura Morta qui e ribadiamo l’urgente forza di un doppio vinile che ha tanto da dire e suonare, andando del tutto controtendenza rispetto al modo oramai comune di vivere la musica nel mondo di oggi. Tutto è veloce e va consumato senza troppa attenzione, per poi passare al prossimo stimolo effimero e che distrae dalla vita reale e che spesso fa male, ma ci rende anche vivi e vigili.

I Folkstone se ne fregano e mettono sul piatto sedici brani che necessitano di tanta pazienza e mille ascolti per essere amati, assaporati e vissuti come si deve, dove vengono spese parole importanti e in cui tutti gli stimoli sonori della storia del gruppo sono fusi e rimessi insieme grazie al talento del polistrumentista e produttore Maurizio Cardullo, di cui forse si parla troppo poco ma che è realmente il cuore musicale che permette poi alle “penne” di Lorenzo Marchesi e Roberta Rota di potersi esprimere al meglio.

 

Il tutto poi viene arrangiato e reso epico e maestoso sulle assi del palco e portato in scena da nove musicisti di talento istintivo quanto sopraffino, perché non è certo semplice mettere insieme l’asperità del metal con l’apparente dolcezza del folk e non sacrificare nessuno strumento coinvolto.

Il popolo dei Folkstone però si fida e dà carta bianca al gruppo anche per questa ennesima sfida, donando a loro ben tre sold out consecutivi al Legend Club di Milano, che per un fine settimana diventa la “Taberna Dei Folkstone”, con tanto di saletta di foto, ricordi e memorabilia che ricostruiscono vent’anni di storia della band e con un clima umano di grande umanità e condivisione, come sempre ma ancora dotati di sentimenti di spontanea meraviglia. Arriva gente dal centro Italia e da altre regioni lontane, per dare fiducia a un disco totalmente autoprodotto e appena uscito, e nessuno teme di essere deluso e fregato. I Folkstone possono avere tanti difetti ma sono sempre stati onesti e coerenti.

 

E quindi questa prima di tre infuocate date consecutive parte senza indugi, dopo il breve spettacolo delle Erisu, un quartetto di voci femminili che propongono qualcosa di diverso dal solito nel panorama italico, tra immagini esoteriche, testi in sumero e una mistura di rock e metal che viene applaudita da un pubblico decisamente ben disposto.

 

L’attesa diventa spasmodica e si sfoga in un inizio di grande effetto visivo e sonoro, in cui “Alabastro” parte prepotente e ci fa capire quando i Folkstone credano alle loro nuove canzoni. Infatti, su venticinque brani e due ore di spettacolo poderoso e sudatissimo, ben quattordici (su sedici) saranno estratti da Natura Morta. I fan però non si fanno trovare impreparati e come sempre cantano dalla prima all’ultima parola del concerto, dimostrando di apprezzare il nuovo corso della band, che produce immediatamente nuovi classici come “Lacrime di Marmo”, “Mediterraneo” e una “Vuoto a Perdere” commovente e coinvolgente.

Una volta ancora, l’unione tra chi sta sul palco e chi vive sotto e accanto alla band, sa di famiglia, fratellanza e sorellanza, dove non c’è un “migliore” o chi “viene lasciato indietro”. Questa è la qualità più alta e importante del collettivo bergamasco, sicuramente emozionato e teso per dover portare in scena così tanti brani inediti e mai sentiti; qualche piccolo errore e una strofa dimenticata da Lore di può stare e viene accolta con applausi e incitamenti costanti e convintissimi.

E’ proprio questa imperfezione così ostentata e umana che rappresenta quel qualcosa in più che solo i Folkstone hanno e che vale ampiamente il prezzo del biglietto. L’intensità di tutto quello che si vede e si ascolta è sempre forte e divertita, e si ha la sensazione di far parte di qualcosa di prezioso e unico, e non di essere comuni e semplici spettatori.

 

Questa è la magia dei Folkstone, prendere o lasciare. E si, è solo l’inizio di una serie di date che rimane in costante aggiornamento e che porterà la band a girare il più possibile e far sentire la loro versione migliore “2025” a tutte le persone che vorranno esserci. E come le fotografie che vedrete qui sotto, non conta la pulizia o la perfezione, ma solo le emozioni vibranti, colorate e sempre in movimento che la loro musica produce e trasmette.

 

“Resta Qui

Qui con me ad aspettare

Rimani qui,

fino a che c’è luce

Resta qui,

il tuo corpo mi disseta

Ho l’infinito ancora da ammirare.”

(“Resta Qui”)