Ci sono gruppi che legano la propria fama a una sola canzone e per quanto facciano successivamente, il loro nome continua a essere ricordato solo per quella hit. Vengono in mente i The Knack di My Sharona e vengono in mente gli scozzesi Gun, che nel 1994 scalarono le classifiche di mezzo mondo con Word Up!, rivisitazione in chiave hard rock di una canzone del gruppo funk newyorkese dei Cameo. Da Swagger in poi (Swagger era l’album che conteneva Word Up!) i Gun sono progressivamente usciti dai radar che contano e tra abbandoni (quello del cantante Mark Rankin), scioglimenti e reunion, sono comunque riusciti a coltivare una sparuta, ma appassionata schiera di fans. Saldamente in mano ai fratelli Dante e Giuliano Gizzi (due fratelli di chiare origini italiane), la band esce oggi nei negozi con l’ottavo album in studio (alla discografia bisogna aggiungere anche due greatest hits), registrato in completa solitudine presso gli studi della band, i More Code di Paisley. Ciò ha permesso al gruppo, a cui si è aggiunto il nuovo chitarrista Tommy Gentry, di prendersi il tempo e la libertà di fare le cose con calma, di scegliere le canzoni migliori tra il materiale da lavorare, di limarle e affinarle per la pubblicazione. I risultati di questo lavoro certosino si sentono, eccome: Favourite Pleasures è un brillantissimo disco di hard rock melodico, composto di dieci canzoni dal suono radiofonico, in equilibrio fra ruvidi riff e irresistibili melodie. Apre le danze She Knows classico brano da Rock Fm ed è subito chiaro che sarà difficile levare il disco dal piatto: canzone di superba fattura, orecchiabile al punto giusto e sorretta da un grintoso interplay fra le due chitarre elettriche. Il disco non conosce fillers né cadute di ispirazione e si mantiene su questo livello per tutta la sua durata. La successiva Here’s Where I Am è un omaggio riuscitissimo al glam rock anni ’70 ed evoca inevitabilmente il fantasma di Marc Bolan. Ritmica serratissima e un pizzico di elettronica per la title track, funkettone dal groove travolgente che testimonia quanto siano variegate le intuizioni della band. Le chitarre tamarrissime di Take Me Down, ad esempio, introducono una ritmica dance che fa venire in mente i Kiss del periodo I Was Made For Loving You, mentre Silent Heroes trova l’esatto punto di fusione fra i Clash di London Calling e i Beatles di Got To Get You Into My Life. Il meglio, però, è ancora tutto da ascoltare: Without You In My Life è una ballata elettrica attraversata da virile malinconia, e suona come la versione scorbutica di Save A Prayer dei Duran Duran e il delay pedal usato in Tragic Heroes fa librare le ariose chitarre, leggere verso il cielo di una giornata di sole. Chiude Boy Who Fooled The World, nostalgica ballata per pianoforte cantata da Dante Gizzi col cuore in mano e la fotografia di Elton John nel taschino della giacca. Chiosa perfetta di un disco talmente furbo nel carpire l’attenzione dell’ascoltare, da risultare, per assurdo, incredibilmente sincero. La versione deluxe di Favourite Pleasures contiene altri quattro brani non particolarmente significativi, a eccezione di una gagliardissima cover di (You Gotta) Fight For Your Right (To Party) dei Beastie Boys, irriverente brano del 1986, che saccheggiava spudoratamente un paio di riff dei Deep Purple.