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REVIEWSLE RECENSIONI
07/12/2021
Samantha Fish
Faster
In Faster, non manca il consueto graffio rock, ma questa volta la Fish azzarda, aprendo la propria visione anche a territori pop. Il risultato è centratissimo.

Samantha Fish è una di quelle artiste a cui la comfort zone sta stretta. Pur mantenendo uno stile riconoscibile e un graffio rock geneticamente identificativo, la bionda chitarrista ama, infatti, avventurarsi per nuove strade e declinare la propria musica con accenti ogni volta diversi.

Basta dare un occhio all’ultima produzione, per rendersi conto di come la sua personale tavolozza di colori si sia arricchita di nuove sfumature, disco dopo disco. Chills And Fever pescava a piene mani dal Memphis soul e Motown R&B, scartavetrati dal rock garagista dei Detroit Cobras, presenti in studio con la chitarrista, Belle Of The West era un album prevalentemente (ma non esclusivamente) acustico, in cui confluivano blues, gospel e country, amalgamati attraverso la genuinità dell’America rurale e l’occhio vigile di una ragazza moderna che conosce la propria storia e custodisce con amore le tradizioni, e Kill Or Be Kind, un lavoro meno immediato e più ragionato, in cui la Fish ribadiva la propria attitudine a diversificare la proposta, mischiando nuovamente le carte e creando un giusto compendio tra rock blues e soul.

Il nuovo Faster determina un ulteriore scarto laterale: se i presupposti sono quelli di un rock energico e ad alta esposizione di chitarre, alla miscela si aggiungono pop, elettronica e persino una breve incursione nel rap. Artefice di questa svolta, il produttore Martin Kierszenbaum (Lady Gaga, Sting), che ha co-scritto otto dei 12 nuovi brani e ha aiutato la Fish a rifocalizzare il suo suono e a espandere il suo stile in un territorio precedentemente inesplorato. In studio, oltre a Kierszenbaum, che ha anche suonato chitarra, pianoforte, tastiere e percussioni, due vecchie volpi come il batterista Josh Freese (Guns N' Roses, Nine Inch Nails, The Replacements) e il bassista Diego Navaira (The Last Bandoleros). Come già detto, c'è, poi, anche un'apparizione inaspettata del rapper/cantante/cantautore Tech N9ne.

Il risultato finale è un disco maturo, che suona incredibilmente moderno e mostra un artista capace di superare i propri limiti e di assumersi la responsabilità di svariati azzardi. La Fish, infatti, si rifiuta di riciclare il passato, scegliendo, invece, di reinventare suono e visione, nel tentativo riuscito di inseguire la sua musa, a prescindere dalla destinazione finale.

Samantha apre il disco con la sua feroce title track "Faster", una canzone dura e audace con un'attitudine rock and roll a tutto tondo e un assolo notevole. La successiva "All Ice No Whiskey" cambia le carte in tavola, fonde lo stile della chitarra rock con un suono pop e un approccio alla produzione, entrambi millesimati 2021. È una canzone ibrida, che funziona sorprendentemente bene e illustra come creare un crossover innovativo, accostando due generi apparentemente opposti in modo che abbiano perfettamente senso.

La Fish, però, si spinge ancora più in là, con il pop fluttuante Crowd Control, una canzone più riflessiva, con un tocco indie pop costruito su groove delicati e tastiere brillanti. Anche "Loud" possiede un taglio ambizioso, che passa dal pop melodico all'heavy rock e viceversa, approdando anche in territorio hip hop, grazie al cameo di Tech N9ne, mentre "Hypnotic" mostra un approccio di grande modernità nel maneggiare la sacra materia del R&B. Il disco si chiude, come meglio non potrebbe, con "All The Words", malinconica ballata d’atmosfera, in cui la Fish dimostra doti vocali di notevole spessore.

Faster è un disco carico di energia positiva, solare e sensuale, in cui l’equilibrio perfetto tra generi dimostra quanto ampio sia il bagaglio artistico della trentaduenne chitarrista di Kansas City. Un album, per certi versi, assai innovativo rispetto al passato, che probabilmente farà storcere il naso a chi, dalla Fish, si aspettava un approccio più ortodosso. Noi la preferiamo così, libera di spaziare e audace nel declinare, senza rispettare alcuna regola, un’idea moderna di rock.