Frederick Wiseman (classe 1930) è un professore universitario statunitense che fin dai primi anni 60 decide di dedicarsi alla regia (e alla sceneggiatura, al montaggio...) improntando la sua produzione al format del documentario. Regista molto apprezzato, viene citato come fonte d'ispirazione tra gli altri anche da Gus Van Sant che si rifà allo stile di Wiseman per girare il suo Elephant adottando i dettami del maestro, Wiseman persegue infatti una struttura che esclude del tutto la forma romanzata, cerca nei suoi lavori di non esprimere giudizi personali, di non inserire sequenze a effetto ma di catapultare lo spettatore dentro l'argomento trattato, come se fosse testimone diretto di ciò che è ritratto in video, è soprattutto quest'ultimo aspetto a funzionare molto bene in Ex Libris: The New York Public Library, al momento l'ultima opera firmata dal regista ormai novantenne.
Quello delle biblioteche pubbliche newyorkesi è un sistema che abbraccia più di una novantina di sedi sparse per i diversi quartieri della città con un centro nevralgico facilmente identificabile per tutti, la celebre New York Public Library all'incrocio tra la 5th Avenue e la 42esima strada, quella con i leoni e la scalinata sul davanti che abbiamo visto in numerosi film (Ghostbusters per citarne uno), in prossimità dello splendido scorcio su Bryant Park ripreso più volte anche in questo documentario. Questo sistema è sostenuto da un mix di fondi pubblici e privati, i primi arrivano in larga parte dal comune di New York, i secondi dalla buona volontà di imprese e donatori. Lungo le tre ore e più del documentario, che vanno giù in un solo sorso, Wiseman, senza mai intervenire in prima persona, con una regia volutamente invisibile, ci mostra alcuni di quelli che sono i servizi messi a disposizione della comunità da questo sistema, ce ne mostra parti del funzionamento, alcuni archivi, ci fa partecipare alle riunioni dove si prendono le decisioni sugli investimenti, sui fondi, sui progetti, sulle nuove acquisizioni, ma soprattutto ci mostra le persone che contribuiscono a far vivere questa splendida macchina, quelle che la gestiscono ma anche quelle che ne traggono benefici, e ancora, tra le cose più importanti, ci mostra la mission della New York Public Library che è probabilmente una tra le più inclusive, solidali e democratiche proposte oggi dalla Grande Mela, soprattutto in tempi di parrucconi biondo platino.
Ex libris è un grande montaggio di spezzoni filtrati da ore e ore di girato, abbiamo così la possibilità di assistere a conferenze tenute da personalità varie (Elvis Costello ad esempio), presentazioni di libri (Patty Smith), interessanti estrapolati da discorsi di artisti sui temi più disparati, dalla cultura ebraica alla condizione delle minoranze nere, ma tutto questo è solo la punta dell'iceberg, quello che può catturare più facilmente l'attenzione dello spettatore, ma se ci soffermiamo su ciò che Wiseman ci mostra lontano dalle celebrità, intuiamo il valore assoluto di un progetto immenso, e non parliamo solo di libri, anzi, sembra quasi assurdo ma di libri si parla molto meno di quello che ci potremmo aspettare. Quello che qui più conta è il lavoro enorme che la NYPL svolge per dare a più persone possibili l'accesso alla conoscenza, non solo prestando libri, musica o quant'altro ma mettendo a disposizione spazi da utilizzare nei quartieri più difficili, corsi per aiutare i bambini con difficoltà scolastiche, momenti di intrattenimento per la fascia d'età più anziana, in alcuni passaggi si può assistere alle riunioni durante le quali lo staff si adopera con trasporto per capire quali soluzioni mettere in atto per abbattere un digital divide che affligge ancora una gran parte della popolazione di New York, in merito a questo gli utenti più svantaggiati hanno la possibilità di usufruire per un semestre di una connessione domestica a spese della biblioteca, i ragionamenti si spingono fino alla condizione degli homeless e su come la biblioteca possa trovare soluzioni inclusive anche per loro. Anche le attività più canoniche organizzate dalla NYPL destano interesse, dai gruppi di lettura (molto toccante la discussione su L'amore ai tempi del colera di Marquez) alle varie conferenze dove si discute ad esempio sull'architettura e sulle funzioni delle biblioteche in generale, momenti in cui vediamo gente appassionata e interessata ma anche parte dell'auditorio che sonnecchia, proprio come accade nella realtà, non ci sono troppi filtri nell'approccio di Wiseman e questo contribuisce a dare quell'alone di realtà che fa sì che si possa apprezzare il documentario in misura maggiore.
Potremmo andare avanti per ore. Quello che ci viene mostrato è un mondo che trasuda valore, un mondo del quale chiunque abbia a cuore la cultura amerebbe far parte. Il silenzio della NYPL, il colore delle sedi decentrate, gli sprazzi caotici di una New York in movimento fanno da contrappunto a un progetto che essenzialmente vive dell'amore per le persone, limitato dal budget, certo, da quello che si può e quello che non si può fare, ma sempre in cerca di nuove soluzioni e nuove strade da percorrere. Proprio come accade quando si esce da una biblioteca, anche dalla visione di questo splendido documentario si esce un poco più ricchi, e non è cosa da poco.