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REVIEWSLE RECENSIONI
26/05/2022
Bjorn Riis
Everything To Everyone
La mente pensante dei norvegesi Airbag, torna con un nuovo disco solista dal tono intimo e confidenziale, il cui mood ombroso si apre a barlumi di luce e di speranza.

Quello di Bjorn Riis è un nome poco conosciuto dalle nostre parti, salvo, probabilmente, per coloro che sono fan degli Airbag, band norvegese di rock progressive. Il chitarrista, però, ha all’attivo anche cinque dischi solisti, tutti di ottimo livello, caratterizzati da un suono solo in parte mutuato dal lavoro svolto con la casa madre.

Perché, come si evince dall’ascolto di questo nuovo Everything To Everyone, Riis tende a smussare l’approccio rock (salvo che nell’iniziale e sferragliante strumentale Run), e il suo gusto per la melodia e la sua capacità di creare atmosfere suggestive trova, nello specifico, una declinazione più intima e colloquiale.

Everything to Everyone è, quindi, un ascolto decisamente malinconico e un album carico di emozioni, che nascono dalla capacità di Riis di intrecciare melodie inquiete, testi introspettivi e paesaggi sonori dal sapore cinematografico, dando così all’opera un mood introspettivo, ma non per questo meno fantasioso. Le sei composizioni in scaletta sono brani che ammaliano e in cui è facile perdersi, e che a prescindere dall’aspetto squisitamente emotivo, sono concepite da un artista dalle idee chiare e dalla mano sicura, che dà l’impressione di essere assolutamente connesso a ogni singola nota che suona.

Dal punto di vista sonoro, i riferimenti che si colgono immediatamente sono gli echi pynkfloydiani (la lunga e ipnotica "Lay Me Down"), presenti già, in modo massiccio, nei dischi degli Airbag, e, in misura minore, è possibile fare accostamenti con la musica degli Anathema (la struggente malinconia della bellissima "Every Second, Every Hour") e dei Porcupine Tree; il tutto, però, è amalgamato in modo equilibrato dalla sensibilità di Riis, che mette sonorità note al servizio delle proprie idee e della propria riflessiva scrittura. Il risultato è un suggestivo disco di prog, la cui scaletta di sole sei tracce (ma per un minutaggio consistente di cinquanta minuti), oltre alla coesione di fondo, riserva soprese a ogni ascolto, perché sono molte le cose da scoprire, sia che si tratti di una sottile sfumatura della voce o di un’intuizione melodica appena udibile, nascosta nel profondo di una canzone.

Il mood prevalente è crepuscolare, ma mai afflitto, e alcuni barlumi di speranza e di luce, nonostante la complessiva oscurità, producono un effetto calmante, talvolta addirittura consolatorio. Porta in dote questo, la musica di Riis, e cioè l’improvvisa capacità di illuminare una dimensione sonora fotografata in bianco e nero e rianimarla con bagliori di colore e vitalità. C’è tutto questo in Everything To Everyone, un disco magnificamente suonato, che interiorizza gli struggimenti malinconici del suo autore, ma lo fa con grazia meditativa, senza eccessi, senza cercare le tinte fosche dello sprofondo, ma cercando semmai di costruire un’apertura verso il mondo esterno, alla ricerca di luce, aria pulita e una speranza che illumini l’esistenza.