Dopo averlo da poco scoperto (chi scrive almeno) torniamo a stretto giro al cinema di François Ozon con uno dei suoi film più recenti, Estate '85, opera dal titolo programmatico che ha il sapore del ricordo, dei tempi andati, delle vacanze al mare. Si torna infatti all'adolescenza e nel farlo Ozon torna anche ad alcuni dei temi per lui ricorrenti quali l'attrazione, l'identità di genere, i sentimenti, l'impulso sessuale.
Per Estate '85 sono veramente tanti gli spunti dai quali si potrebbero aprire digressioni, nonostante all'apparenza il film goda di una linearità limpida, costruita ad arte ma comunque dalla fruizione agevolissima. Eppure nelle pieghe del racconto (parola più che mai adatta in questo caso) si nascondono in nuce moltissimi temi.
La storia è tratta dal libro di Aidan Chambers del 1982 Danza sulla mia tomba, lettura che Ozon si porta dietro dagli anni della sua giovinezza, un'epoca della vita alla quale ritorna proprio con Estate '85. Nelle atmosfere, nell'incedere del racconto viene facile alla mente il parallelo con l'altrettanto recente (qualche anno in più sulle spalle) Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino; qui però siamo in Normandia e l'attenzione per i luoghi così marcata che c'era nel film del nostro connazionale in questo caso si sposta sul tempo, su quel 1985 al quale siamo riportati soprattutto grazie a una scelta sapiente dei brani in colonna sonora. Se in apertura si può pensare a un aspetto thriller presente nel film, che in realtà non c'è, è il genere sentimentale che prende il sopravvento e caratterizza al meglio l'ottima opera del regista francese.
L'adolescente Alexis (Félix Lefebvre) esce in mare con la barca di un amico e viene colto di sorpresa da una tempesta improvvisa rischiando il naufragio, viene salvato dall'intervento di David (Benjamin Voisin) che gestisce la situazione con calma ed esperienza. Una volta a terra i due fanno conoscenza, David porta Alexis a casa sua dove la madre (Valeria Bruni Tedeschi) si prende cura del ragazzo più giovane, bagnato e infreddolito, con un candore senza pudori che lascia Alexis un po' stranito.
David e la madre vivono soli, il padre del ragazzo è morto, nel corso della giornata David e Alexis instaurano un bel rapporto che presto si trasformerà in qualcosa di più di una precoce amicizia e che si svilupperà sempre più nei meravigliosi giorni a seguire. Un'amicizia che lo spettatore sa fin dalla prima scena essere destinata a finire, la voce over in apertura di film si riferisce a David come al "futuro cadavere" (da qui l'idea di un thriller che non è). L'incedere del racconto è intervallato dal percorso che Alexis compie per riabilitarsi agli occhi delle persone che lo circondano proprio in relazione alla morte di David, lo fa portando avanti un progetto di scrittura con il suo professore di letteratura (Melvil Poupaud) e confidandosi con Kate (Philippine Velge), una ragazza "alla pari" inglese che aveva conosciuto prima Alexis e poi David.
Ozon tratteggia un amore adolescenziale all'interno di un racconto di formazione che non gioca mai con ambiguità e dubbio, con scelte contrastate e sofferte, e rappresenta invece in maniera naturale l'innamoramento di due ragazzi, nato in maniera spontanea e sentito come forse solo gli amori adolescenziali sanno essere.
Siamo in estate, l'amore estivo sappiamo tutti che è destinato con tutta probabilità a finire, una fine che qui è certezza, Ozon ce lo dice da subito, ma mentre scopriamo gli eventi che porteranno David a farsi cadavere, viviamo la passione giovanile dei due protagonisti, belli, presi da una storia che per almeno uno di loro ha già il sapore dell'eternità (come da giovani si è portati a pensare prima di scontrarsi con la dura realtà), un rapporto che per un periodo sembra essere totale.
Nel riflettere sulle persone amate, alla luce degli eventi del film, Ozon ci pone il quesito su quanto queste persone siano state da noi idealizzate, quanto fossero davvero quel che noi vedevamo in loro, almeno nei giorni migliori, quelli della passione e della curiosità e della conoscenza e del mistero, dov'erano i loro difetti, le loro volubilità, i tradimenti, le debolezze?
Nel film c'è un bel parallelo tra queste domande e il fatto che Alexis riscriva la loro storia, riscriva anche David con tutta probabilità nella sua personale visione e non come quello che David davvero era, tema molto interessante. Ottima la ricostruzione d'epoca, si torna agli Ottanta con "In between days" dei Cure, con la riproposizione, in una scena magnifica tra l'altro, de Il tempo delle mele e con scelte accurate d'ambiente e costumi. Bastano pochi assaggi per innamorarsi dello stile di Ozon, per fortuna il cinema è capace di regalarci sempre di queste meravigliose sorprese.