Siamo fragili e transitori, la nostra vita dura un attimo e non esiste bene materiale o denaro che renda più solida la nostra caducità. Siamo destinati a morire, siamo destinati a essere solo polvere nel vento. E’ questo il senso di Dust In The Wind, super hit degli statunitensi Kansas, scritta dal chitarrista Kerry Livgren, dopo aver letto un libro di poesie dei nativi americani, in cui una frase su tutte colpì la sua attenzione: "Perché tutto ciò che siamo è polvere nel vento".
“Chiudo i miei occhi
Solo per un momento, e il momento è passato
Tutti i miei sogni
Passano davanti ai miei occhi…
Polvere nel vento
Sono solo polvere nel vento”
Questo verso spinse il musicista a farsi molte domande sul senso della vita, sul vero valore delle cose materiali e il significato del successo. In quegli anni, la band stava andando molto bene e guadagnava parecchi soldi; tuttavia, Livgren si rese conto che alla fine sarebbe morto proprio come tutti gli altri. Non contano i nostri possedimenti, le nostre ricchezze o i risultati che conseguiamo durante l’esistenza, perché, inevitabilmente, finiamo tutti sotto terra.
“Niente dura per sempre tranne la terra e il cielo…
E tutti i tuoi soldi non serviranno a comprare neanche un minuto
Polvere nel vento
Tutto ciò che siamo è polvere nel vento”
E’ indubbio che le toccanti liriche della canzone avessero anche un retroterra religioso e spirituale. La frase "polvere nel vento" compare, infatti, anche nella Bibbia: “Polvere sei e in polvere ritornerai” (Genesi, 3:17-19). Scrivere il brano, riflettere sulla natura transitoria della vita fisica, immaginare l’uomo come un pulviscolo di fronte all’immensità dell’universo e alla potenza di Dio, fu l’abbrivio per il chitarrista a convertirsi, visto che tre anni dopo, nel 1980, Livgren sarebbe diventato cristiano evangelico.
Il musicista scrisse questa canzone in un periodo in cui era sotto pressione, perché la casa discografica pretendeva una nuova hit, dopo il successo clamoroso di Carry On Wayward Son. I Kansas avevano quasi finito di scrivere e provare i brani per l'album Point of Know Return, quando il loro produttore, Jeff Glixman, convinto che il materiale non fosse sufficiente a chiudere il disco, chiese se avessero pronte altre canzoni. Livgren, allora, si mise a suonare con la chitarra acustica Dust In the Wind, premettendo, però, che la canzone non sarebbe piaciuta perché non era in linea con il sound dei Kansas.
Con sua grande sorpresa, il resto della band fu entusiasta e insistette per registrarla subito, mentre Livgren si opponeva, perché la canzone era lenta e acustica, e lui amava cose decisamente più movimentate e complesse. Insomma, si mise a combattere, solo contro tutti, contro la sua stessa canzone, e alla fine, fortunatamente per i Kansas, perse la battaglia.
Dust In The Wind, infatti, divenne il secondo più grande successo del gruppo, ed è, tuttora, considerata una delle canzoni rock acustiche più famose di tutti i tempi. Point of Know Return, l’album in cui il brano è contenuto, sarebbe, poi, diventato l'album dei Kansas posizionato più in alto in classifica negli Stati Uniti, raggiungendo la posizione n. 4 nel gennaio 1978, e, solo in patria, avrebbe venduto ben quattro milioni di copie in pochi mesi.