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MAKING MOVIESAL CINEMA
Dunkirk
Christopher Nolan
2017  (Warner Bros Pictures)
GUERRA DRAMMATICO
all MAKING MOVIES
31/05/2019
Christopher Nolan
Dunkirk
Tra tutte le sequenze pressanti, dinamiche, angoscianti, tecnicamente ineccepibili con le quali Nolan ci racconta l'episodio storico del salvataggio di Dunkerque, il cuore del film, il suo centro, lo troviamo negli occhi lucidi e commossi di Kenneth Branagh, nell'inquadratura in cui il Comandante Bolton realizza la grandezza dello spirito del suo Paese, del suo Popolo, le lacrime non scendono, resistono e qui sta il nocciolo di Dunkirk, il suo significato, la memoria, la celebrazione di ciò che di buono vive nell'animo della gente comune.

Dunkirk prima che un film bellico - e che film bellico - è un'emozione, un punto d'orgoglio per tutta l'Inghilterra, per lo stesso Nolan anche lui inglese, è il filo rosso dell'appartenenza e della solidarietà. Questo nocciolo è avvolto da un'impressionante messa in scena dove le maestranze e tutto il comparto tecnico vincono su tutti i fronti, dietro la produzione di Dunkirk c'è un dispiego di mezzi non indifferente: pellicole di diverso formato, innovazioni tecnologiche con allo stesso tempo una drastica riduzione degli effetti in CGI, un recupero ampio di mezzi d'epoca tra i quali navi, aerei, imbarcazioni civili e un intreccio di riprese da togliere il fiato. Il film gode di un sonoro immersivo da far paura, visto con le cuffie il film regala un'esperienza talmente coinvolgente che sembra di essere stati catapultati improvvisamente sulla costa francese in quel Maggio del 1940.

La Storia narrata si riassume facilmente. Parte dell'esercito britannico, insieme ad altre migliaia di soldati francesi, è bloccato sulla spiaggia di Dunkerque schiacciato dall'avanzata tedesca. Le speranze di salvare la pelle sono poche, le forze tedesche sembrano soverchianti, il territorio non lascia vie di fuga, le navi che tentano di salpare verso la costa inglese vengono bombardate dagli Stuka della Luftwaffe, l'aviazione tedesca, e silurate dai sottomarini U-Boot, la fanteria è bloccata, gli Spitfire inglesi fanno in cielo tutto quel che possono. Attraverso le ore concitate di alcuni soldati, di un paio di piloti della RAF (Royal Air Force) e di diversi ufficiali della marina inglese assistiamo al tentativo dei vertici dell'Esercito Inglese di riportare a casa i propri uomini (ragazzi) e salvarli da morte certa. La distanza dalla patria è tanto breve quanto all'apparenza incolmabile, saranno le imbarcazioni private e il cuore grande di un paese a salvare quasi 350.000 uomini.

Il resto è puro Cinema, immagine in movimento che lascia senza fiato. I protagonisti non sono delineati più di tanto, poche pennellate per tratteggiarne i caratteri, sono campioni di un'entità più vasta e per lo più anonima, impegnata per vie diverse semplicemente a sopravvivere, a schivare le pallottole, le bombe, le schegge, a non rimanere intrappolata in una nave che cola a picco, a evitare che il proprio aereo si schianti in mare. In Dunkirk c'è un po' d'eroismo, un po' di sacrificio ma soprattutto c'è la voglia di vedere un altro giorno, anche a costo di azioni non sempre nobili. La forza del film rimane però nelle riprese, nell'esperienza della visione, Nolan riesce a ricreare un'angoscia e una tensione palpabili e costanti per tutta la durata del film, la sorte crudele che tocca ad alcuni soldati attanaglia lo spettatore, il regista sceglie di mostrarci la guerra senza farci vedere una sola goccia di sangue, eppure la barbarie è palpabile, l'inutilità dei sacrifici immonda, le sequenze riprese sulle navi che affondano sono claustrofobiche come quelle che ha ben presente chi aveva visto al cinema il Titanic di Cameron, a memoria non ricordo riprese aeree così coinvolgenti. La partecipazione è totale e questo aspetto è quello che distingue Dunkirk da molte altre pellicole di stampo bellico. Nel cast corale, oltre a Branagh, il pilota interpretato da Tom Hardy, nascosto per tutto il film dietro i suoi occhiali da aviatore all'interno della carlinga del suo Spitfire, il soldato Harry Styles, leader del gruppo pop One Direction, Cillian Murphy e quello che potrebbe essere individuato come il protagonista principale, Fionn Whitehead.

Emozione e perfezione stilistica a braccetto, un risultato tutt'altro che semplice da raggiungere.


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