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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
19/05/2023
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con... I BOSCHI BRUCIANO
Pietro e Vittorio di I BOSCHI BRUCIANO ci raccontano il nuovo album "RISERVE", pubblicato con BIANCA DISCHI, etichetta sarda, e distribuito da Artist First. Con "Riserve" danno voce alle loro esperienze e a quelle di questa generazione: storie di vita, futuro e sogni che spesso si scontrano con una realtà che offre scarsi mezzi e prospettive. Attualmente in tour, li troveremo in diversi festival estivi.

Com’è andata la registrazione di Riserve?

Si tratta di session abbastanza particolari. È il primo disco che affrontiamo con l'aiuto di un produttore ma allo stesso tempo ci ha visti spesso e volentieri dietro al mixer. In quarantena, come molti altri, abbiamo trasformato la nostra sala prove in uno studio vero e proprio e trascorso infinite ore ad imparare come registrarci e mixarci. Riserve è stato registrato per la maggior parte da noi in sala, dopodiché è stata gestita la post-produzione al NHQ di Ferrara. Così facendo, abbiamo riservato tutto il tempo che avevamo a disposizione con Michele per andare a fondo nella ricerca sonora, nelle strutture e nei testi. È stata un’esperienza utile e stimolante sotto ogni punto di vista e siamo davvero orgogliosi del risultato. 

 

Come funziona per voi il processo creativo, la scrittura dei pezzi?

Prima di tutto pensiamo alla musica. Non fraintendeteci, viviamo i testi come una parte importantissima di ogni canzone, ma se ascoltiamo i versi su una base mediocre, per quanto possano piacerci sulla carta, non ci convincono mai a pieno.
Perciò prima di tutto registriamo una base, già prodotta e mixata il più possibile. Dopodiché, adattiamo i versi alla base. Non componiamo quasi mai i pezzi “alla vecchia” ( chitarra acustica e voce) tutto ciò  che suoniamo o cantiamo lo registriamo e lo riascoltiamo, riordinando le idee e le tracce a computer come se fossimo i produttori di noi stessi.

 

Cosa ci racconta l’album? Qual è il tema che più vi sta a cuore, tra quelli inclusi nei brani?

Riserve vuole essere un album rappresentativo della nostra generazione, della nostra condizione di giovani senza mezzi né prospettiva. Il sistema di vita che ci è stato insegnato forse non è più attuabile o forse faceva acqua da tutte le parti anche in passato. Abbiamo dato voce alle nostre esperienze e a ciò che ci circonda, al quotidiano deludente scontro con la realtà.

 

I Boschi Bruciano sono la voce di “chi si sveglia la mattina frustrato, di chi lotta per rincorrere un sogno, alla ricerca del proprio posto nel mondo”? Qual’è il vostro sogno? Lo state in qualche modo già vivendo?

In realtà col tempo abbiamo imparato a non chiedere troppo alla vita. A noi piace stare in sala prove e ancora di più in giro a suonare, vedere posti nuovi e conoscere gente interessante. Se abbiamo un sogno probabilmente è fare tutte queste cose il più possibile. Già viviamo la vita che ci siamo scelti e continueremo semplicemente a suonare live e in studio al meglio delle nostre possibilità.

 

Considerate l’album Riserve “un nuovo debutto”, ci spiegate come mai?

Si, Riserve è di sicuro un nuovo debutto. È il primo disco che ci vede in formazione power duo ed è manifesto di un sound e un’attitudine diversi dai lavori precedenti.

Come è nata la collaborazione con Bianca Dischi, etichetta sarda?

Da ragazzini avevamo una band, I QUERCIA, il brodo primordiale da cui sarebbero nati I BOSCHI BRUCIANO. Bianca Dischi seguiva in passato la band sarda dei QUERCIA, rimasero incuriositi dall’omonimia e ascoltarono alcuni provini casalinghi che avevamo postato su Facebook. Ci contattarono loro, noi eravamo quattro ragazzi che facevano concerti in provincia di Cuneo, di certo non pensavamo all’eventualità di avere un’etichetta e un Management. Era il 2017 e da allora Fabio e Bobo sono stati il nostro punto di riferimento nell’orientarci in quella giungla che è il mondo della musica.

Come è nata la vostra passione per la musica e come si è formata la band?

Suoniamo dall’età di 13/14 anni circa. Per quel che ricordo abbiamo sempre voluto suonare, semplicemente abbiamo dovuto aspettare che i nostri genitori si decidessero a comprarci uno strumento.
Eravamo affascinati dal rock: da bambini trovammo un astuccio di CD nella piazza del nostro paesino pieno zeppo dei grandi classici, dai Nirvana ad Elvis Presley, forse quello è stato l’inizio di tutto. Siamo fratelli, la band si è formata nell’istante in cui ci siamo messi in cantina a suonare la prima volta. Dopodiché abbiamo cambiato formazioni, nomi e addirittura strumenti (Pietro suonava il basso, passò alla chitarra per necessità) fino ad arrivare a I Boschi Bruciano, duo chitarra e batteria. Penso che finalmente abbiamo trovato la nostra dimensione.

Quali sono le vostre principali ispirazioni, se si parla di scrivere nuovi brani?

Molti dei nostri testi sono il risultato di discussioni che abbiamo fatto tra di noi e con chi abbiamo conosciuto in giro riguardo la vita, il futuro, i sogni e le tribolazioni della gente di oggi. Ci appassiona molto l’attualità e come le grandi decisioni dei potenti o più banalmente gli andamenti del mercato globale che si ripercuotono sulla brava gente. Come i valori con il tempo mutino, come ciò che era sacro ieri oggi non conti niente e viceversa.

A livello musicale, quali band italiane o straniere vi influenzano nello stile?

Amiamo la musica italiana ma prima di scrivere Riserve ci siamo imposti di ascoltare solo musica straniera fino alla fine delle sessioni. In questo modo volevamo trovare uno stile che fosse solo nostro e che si distanziasse il più possibile dai canoni del rock all’italiana.
Sono stati fondamentali per noi: Nothing But Thieves, Cleopatrick, Grandson, Blue Stones, Death From Above 1979, Idles e Two Feet.

Cosa ascoltate nel tempo libero?

Oltre le band sopracitate  andiamo alla scoperta di più musica possibile. Per fortuna abbiamo un lavoro che ci permette di tenere le cuffiette perciò ascoltiamo una media di 6/8 ore di musica al giorno. Spaziamo tra i generi, e a seconda dei periodi facciamo dei “sottoni” di artisti, scene e realtà diverse. In questo periodo stiamo riscoprendo la tradizione cantautorale italiana e domani chissà!

Avete scelto di cantare in italiano, pensate ci sia spazio in Italia per poter emergere e conquistare l’attenzione del pubblico? Sarebbe stato più semplice, optando per l’uso dell’inglese, come hanno fatto molte band del territorio?

Noi siamo italiani, viviamo in Italia e affrontiamo i problemi della realtà del nostro paese. Il cantare in italiano è venuto da sé. Scriviamo per i ragazzi che vivono ciò che viviamo noi, non sapremmo che raccontare ad un tedesco o ad un inglese. Anche se l’Italia è sempre stata un po' ostile al Rock, non vuol dire che non ci sia chi lo voglia ascoltare e vivere live.

Oltre a voi ci sono molti attori che concorrono al successo di un disco: Bianca Dischi, Astarte per la promozione, Locusta per il booking, la collaborazione con Michele Guberti. Quanto è importante il lavoro di squadra?

È fondamentale. Siamo grati ed orgogliosi della nostra squadra di collaboratori. Ci hanno insegnato molto sul mondo della musica e dei concerti e continuano a farlo. In modo particolare ci sentiamo legati a Fabio e Bobo di Bianca Dischi, sono il nostro Management e dei “fratelloni” da diversi anni.

Quale palco vorreste calcare, e insieme a quale band?

Di sicuro l’Hiroshima Mon Amour di Torino. Da ragazzini andavamo lì  ai concerti dei Ministri e dei FASK e quel palco rappresenta per noi qualcosa di importante. Invece se si tratta di citare una band con cui oggi vorremmo condividere un palco, nominiamo di sicuro I Cleopatrick. Sono un duo chitarra e batteria come noi e vengono dal Canada, li ascoltiamo spesso e saremmo davvero felici di suonare con loro in una eventuale tournée italiana.

Ci aspettiamo un tour, delle date live?

Il tour di Riserve è iniziato lo stesso giorno dell’uscita dell’album, il 24 marzo. Siamo alla terza data e l’energia che il pubblico ci regala ogni sera è qualcosa che non ci saremmo mai aspettati! Prossimamente suoneremo al Senza Far Rumore fest di Cisano Bergamasco (BG) insieme alle Capre a Sonagli il 25 maggio. Il 27, invece, al Montagne Rock Fest di Tre Ville (TN), il 3 di giugno a Ferrara al ROCKaFE in apertura ai Management. Ci sarà una data in Sardegna e altre cose belle che non possiamo ancora annunciare. In ogni caso trovate tutti gli aggiornamenti relativi al tour sulle nostre pagine social.

 

 

I BOSCHI BRUCIANO sono:

Pietro Brero: voci, chitarre e bassi

Vittorio Brero: batteria, percussioni e cori

 

IG https://www.instagram.com/iboschibruciano/