Come nascono i Damn Freaks e come arrivate all'attuale line-up, recentemente rinnovata?
MATTEO: I DAMN FREAKS nascono a Firenze nel 2017 da una mia idea sviluppata col nostro vecchio chitarrista Marco Torri. Ci siamo rinchiusi nella mia sala prove per registrare idee da sottoporre a Iacopo Meille (Tygers of Pan Tang) con il quale avevo già registrato un album con una band chiamata Fools' Moon. In seguito ho contattato anche Claudio. Arrivavamo tutti da esperienze incrociate con altri gruppi. Si potrebbe quasi dire che avevamo suonato gia' insieme da molti anni prima.
Il cambio di Line Up e' semplicemente dovuto dal fatto che gli impegni musicali di Iacopo e quelli familiari di Marco non coincidevano con il normale proseguimento di una rock band. Dopo un'attenta valutazione, ho pensato ad Alex perche' oltre ad essere un grande chitarrista, e' anche un ottimo produttore, e questo ha facilitato molte cose per noi. E' stato come avere un “Bob Rock” all'interno della band. L'arrivo di Giulio invece c'e' stato in un secondo momento, quando ormai avevamo gia' realizzato i dieci brani. E' stato incredibile quanto lui si sia amalgamato a questi pezzi in così poco tempo.
Cosa ha portato ciascuno dei nuovi membri alla band, Giulio e Alex ?
MATTEO: Come dicevo prima, Alex e Giulio hanno portato moltissimo. L'esperienza di Alex ha indubbiamente dato una grande sterzata alla band, soprattutto nella fase di produzione. Giulio, anche lui un grande professionista, persona molto pignola sul lavoro, a mio avviso, ha portato una sorta di nuova spiritualità, che percepisco ogni volta che riascolto i nostri brani.
Come è nato l'amore per la musica per ciascuno di voi?
GIULIO: Quando avevo 8 anni mio cugino mi regalò un album dei Police, Ghost in the machine. Mi innamorai subito di “Every Little thing she does is magic”. Mi piace pensare che quello sia stato il mio inizio.
MATTEO: Intorno ai 13 anni. Ho avuto la fortuna di avere un fratello più grande che ascoltava musica e che ancor più si fece comprare una batteria da mio padre, che teneva nella nostra cameretta.
Questo terzo e nuovo album richiama le atmosfere hard rock 70/80s, quali sono i gruppi che vi ispirano maggiormente nel comporre i brani e, più in generale, cosa vi influenza nella creazione della vostra musica?
GIULIO: Le band che maggiormente ci hanno influenzato sono molte, non possiamo non citare Dokken, Ratt, White Lion, Bon Jovi, Van Halen, Lynch Mob, Skid Row, Kiss, Toto, Thin Lizzy. Queste influenze sono ormai nel nostro DNA e la creazione dei brani viene in modo del tutto naturale senza neanche pensare a chi ci sta influenzando. Dobbiamo dire anche che, a nostro avviso, quest'album suona molto piu' moderno con trame un po' più scure rispetto a quel magico periodo che erano gli anni '80.
Che temi toccate con questi nuovi 10 brani contenuti in "3"?
GIULIO: I temi sono vari. Troverete la persona stanca di lottare contro la negatività degli altri; un figlio esasperato dalla violenza del padre ubriaco che compie un gesto folle; un incoraggiamento a “Never give up!”; la voglia di rinascere dopo un’esperienza terribile; la malinconia che si cela dietro alla rabbia in un amore finito; l’oscura pietà di chi ubbidisce al male; le domande sulla destinazione degli esseri viventi dopo la morte; la disperazione di chi non trova una via d’uscita; gratitudine per la musica dei nostri eroi e un rapporto tossico finito in niente.
Qualche riferimento ai Led Zeppelin, nel chiamare l'album "3" o "III"?
MATTEO: Non soltanto i Led Zeppelin, ma anche band come Extreme, Firehouse, The Winery Dogs. Molti hanno chiamato il proprio terzo album in questo modo e noi non volevamo essere da meno. Era anche un modo per dare un senso di continuità.
Ci raccontate qualcosa in merito al processo di composizione legato a questo album e alla sua registrazione?
MATTEO: E' nato tutto molto facilmente, come se ci conoscessimo da anni. Alex mi inviava ogni settimana un paio di idee ed io e Claudio gliele rimandavamo indietro complete di batteria e basso. E' stato tutto molto veloce. In un secondo tempo ho contattato Giulio che si è dimostrato subito molto interessato al progetto e, anche lui, guidato da Alex, ha finito le sue parti di voce in totale sintonia con quello che avevamo creato. E' stato tutto facile e veloce. Sicuramente il grosso del merito va alla guida di Alex.
State lavorando con Andromeda Relix, come è nata questa collaborazione?
MATTEO: La collaborazione con Gianni Della Cioppa e quindi con Andromeda Relix nasce nel lontano 2007 quando pubblicò l'album dei Fools' Moon che avevo registrato con Iacopo Meille. Gianni è una persona di altri tempi, tutto quello che fa per la musica, lo fa con il cuore e con passione. Ovvero segue la nostra stessa filosofia. Si potrebbe quasi dire che Gianni sia il quinto membro della band da sempre, in quanto i Damn Freaks sono nati dalle ceneri dei Fools' Moon. Infatti, sul nostro secondo album, abbiamo voluto portare alla luce un brano dei Fools' che era rimasto nel dimenticatoio. Il brano si chiama "Requiem".
Sono state pubblicate numerose recensioni più che positive e articoli su di voi. Come procede il lancio dell'album e quando vi vedremo dal vivo?
GIULIO: E' vero! Siamo molto contenti di questo. Il lancio dell'album sta andando piuttosto bene, specialmente nel nord Europa e Nord America. Per quanto riguarda la parte live, ci stiamo ancora lavorando, ma vedrai che presto ci saranno news a riguardo.
Scrivono di voi riviste internazionali, avete in programma anche date all'estero?
MATTEO: Assolutamente sì. Abbiamo un'agenzia di Booking in Svizzera che sta lavorando duro per noi. Vediamo cosa succederà in futuro.
Quale brano del nuovo album non vedete l'ora di suonare live?
GIULIO: Ovviamente tutto l'album merita di essere suonato, ma, sicuramente, non mancheranno mai pezzi come “Damn Burning Mercy”, il mio preferito, mi emoziono ogni volta che lo ascolto, “My Time Has Gone", il preferito di Alex, il nostro attuale singolo “The Land of Nowhere", il preferito di Claudio e “My Resurrection", il preferito di Matteo.
Cosa vi entusiasma maggiormente della vita da musicisti?
GIULIO: Faccio molti live e molto impegnativi dal punto di vista vocale. Mi entusiasma la sfida e il fatto che per cantare come si deve bisogna vivere da cantanti. Curare un sacco di aspetti che parallelamente ti migliorano la vita. Poi c’è quel senso di avventura che trovo in ogni nuovo progetto discografico che abbraccio. Damn Freaks per me è una grande opportunità. Adoro questo disco.
MATTEO: Adoro tutto quello che riguarda la creazione di un album, composizione, registrazione e mixaggio finale. Ma soprattutto l'esibizione. Chi mi conosce nella vita privata dice che quando sono sul palco sembro un'altra persona, una persona totalmente a suo agio.
Tutti e quattro suonate da un bel po', ci raccontate qualche vicenda divertente vissuta insieme durante la registrazione o in giro in tour, anche in formazione con altre band?
GIULIO: Non basterebbe un libro per raccontarle tutte. Vivere la band, soprattutto in tour, è un pò come fare una gita scolastica. Vince chi si inventa più cazzate per passare il tempo. Troppe per menzionarne solo una… e alcune non sono menzionabili. Ad ogni modo i musicisti veri mantengono la semplicità e la voglia di avventura dei bambini. Chi se la tira non si diverte… e se non ti diverti smetti presto.
MATTEO: Le vicende più divertenti sono sempre legate ad alcool e donne e quindi, forse, è meglio che non risponda.
I Damn Freaks sono:
Giulio Garghentini: Vocals
Alex De Rosso: Guitar
Matteo Panichi: Drums
Claudio Rogai: Bass
FB https://www.facebook.com/DamnFreaks/?locale=it_IT