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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
10/02/2025
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con... Bonfire
I Bonfire regalano ai fan Higher Ground, un nuovo album pieno di assoli incredibili, cori e voci coinvolgenti. Ronnie Parkes, bassista della storica band tedesca che ha raggiunto il successo alla fine degli anni '80, ci racconta la sua visione, aspettando il Frontiers Festival.

Cosa ci puoi dire sulla realizzazione di Higher Ground? Com'è stato il processo di composizione e come lo avete registrato?

Il processo di composizione è stato fondamentalmente lo stesso degli ultimi album. Ognuno nella band ha contribuito in diverse misure alla scrittura. Abbiamo scritto e registrato la maggior parte dell'album mentre eravamo in tour. Abbiamo registrato presso i Flatliners Studio a Ingolstadt, in Germania.

 

Quali sono i principali messaggi di Higher Ground?

Il concetto di Higher Ground è che, in caso di inondazione, per essere al sicuro è necessario spostarsi verso un terreno più alto (Higher Ground). Sembra che nel mondo ci sia tanta confusione e turbolenza in questo momento. Tutti avremmo bisogno di essere salvati da questo caos: guerre, virus, problemi finanziari. Questo è il messaggio di base del titolo dell'album.

 

Com’è la collaborazione con Frontiers e quali sono i vostri prossimi obiettivi?

Finora tutto è andato alla grande con Frontiers, che è stata di grande supporto. Suoneremo al Frontiers Festival ad aprile. Inoltre, speriamo che Frontiers possa aiutarci a riportare i Bonfire agli apici negli Stati Uniti, obiettivo che fa anche parte del nuovo modello di business dell’etichetta.

 

Sicuramente avete tante storie da raccontare, vissute durante la vostra carriera musicale. Qual è la più divertente e quale la più Rock’n’Roll?

Ovviamente succedono molte cose folli durante i tour. Hans ha appena pubblicato il suo libro Rock and Roll Survivor, in cui racconta molte storie. Se sei interessato a scoprire aneddoti e la storia dei Bonfire, questo è un ottimo punto di partenza.

 

Cosa ci puoi dire del libro di Hans, R’n’R Survivor. Quando ha deciso di scriverlo?

Nel 2020, quando è arrivato il Covid, abbiamo parlato di realizzare un documentario e Hans ha avuto anche l’idea di scrivere il libro. Aveva un messaggio e una storia da raccontare. Attualmente esiste una versione in tedesco e un audiolibro in inglese. Al momento, Hans ha messo in produzione la versione scritta in inglese, che dovrebbe essere pubblicata entro la fine dell'anno.

 

Hans, ha detto: "...si potrebbe pensare che il tempo si sia fermato. Il 1987 era solo ieri". Cosa vi manca di più di quel periodo e quali sono le opportunità più interessanti che il 2025 offre alla scena hard rock e musicale?

Il mondo è molto diverso da quello del 1987. Ma la musica ha davvero la capacità di trascendere il tempo. Noi continuiamo semplicemente a fare ciò che facciamo, guardando avanti senza voltarci troppo indietro. Continuiamo a scrivere, a crescere e ad andare avanti.

 

Come vi siete sentiti all’inizio, ad esempio nel 1988, quando siete improvvisamente andati in tour con band come i Judas Priest?

Ovviamente è stato un periodo fantastico per la band. Era l’inizio di una carriera incredibile. È stato super emozionante passare improvvisamente qualche umile concerto a suonare in grandi arene con band come Judas Priest, ZZ Top e Whitesnake. È il sogno di ogni band.

 

Come è iniziato tutto per voi? Quando vi siete innamorati della musica?

Tutti noi abbiamo iniziato a suonare molto giovani. Hans ha fondato la band Cacumen nel 1972, che poi è diventata Bonfire nel 1986. Credo che la musica sia dentro ognuno di noi e che, a un certo punto, si debba decidere se farne il proprio lavoro o mantenerla solo come hobby. La nostra scelta è stata ovvia.

 

Ho visto la vostra esibizione al Leyendas Del Rock 2017 e purtroppo, a causa della febbre, ho perso il vostro ultimo concerto in Italia di qualche anno fa: vi aspettiamo al Frontiers Rock Festival 2025! Cosa vi piace di più nel suonare in Italia e cosa nei festival?

Siamo davvero entusiasti del nuovo album Higher Ground. La risposta del pubblico è stata incredibile e possiamo vedere e sentire l'affetto che ci viene mostrato ai concerti. I festival sono fantastici: suonare ad un festival è quasi come fare dieci concerti in uno, per il numero di persone che puoi raggiungere. Quindi posso solo dire che i festival sono situazioni incredibili in cui suonare.

 

Quale canzone di Higher Ground sei più impaziente di suonare davanti ai fan italiani e perché?

In questo momento abbiamo tre canzoni dell'album Higher Ground nella nostra scaletta. Tutte e tre sono fantastiche, ma c’è davvero qualcosa di speciale in "I Died Tonight", per il modo in cui accende il pubblico e l’atmosfera che crea. È sicuramente un momento clou per me e non vedo l’ora di eseguirla al Frontiers Festival.