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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
30/10/2024
Le interviste di Loudd
Due chiacchiere con... Black Snake Moan
Black Snake Moan è il progetto artistico di blues, folk e rock psichedelico di Marco Contestabile. Dopo un bel concerto a Lodi, chiediamo a Marco una piccola intervista, eccone i frutti.

In una caldissima sera di agosto, quando Milano si è oramai svuotata, decidiamo di farci del male dal punto di vista del caldo torrido ma bene dal punto di vista musicale, così eccoci al BarZaghi di Lodi per ascoltare una tappa del tour di Black Snake Moan che segue l’uscita del suo nuovo album Lost in time.

Alla fine del bel concerto, concordo con Marco Contestabile aka Black Snake Moan) (di cui ho fortemente invidiato il bellissimo gilet in velluto claret) un'intervista che, causa impegni e soliti affanni del quotidiano, arriva all’inizio del tour invernale, poco male: eccone i frutti.

Per chi vuole, in via preliminare approfondire meglio il tipo di progetto musicale portato avanti oramai da qualche anno da Marco, vi rimando ad un precedente articolo pubblicato su Loudd da Luca Franceschini in occasione dell’uscita del precedente album Phantasmagoria (leggi qui).

 

 

Ciao Marco, la storia musicale di Black Snake Moan oramai si dipana da qualche anno, tuttavia, per chi non ti conosce, magari sarà utile che tu spenda due parole sul tuo progetto musicale.

Ciao Stefano, grazie per questa intervista. Black Snake Moan è il mio progetto artistico attivo dal 2018. Le radici stilistiche di Black Snake Moan affondano nelle atmosfere blues, folk e rock psichedelico, suonando dal vivo simultaneamente grancassa, tambourino, chitarra e voce nella dimensione solista - one man band.

 

Ritengo che Black Snake Moan sia un “gruppo” italico sui generis, paradossalmente pur essendo tu italianissimo, il sound che proponi guarda più verso l’estero. Personalmente la texture che proponi tra raga, blues e psichedelia la trovo molto intrigante, ma, in un certo qual modo, lontano dai parametri musicali del nostro paese, che ne pensi?

Ho sempre cercato di esprimere e maturare il mio linguaggio, seguendo il flusso libero delle mie sensazioni, suonare ciò che sono ed essere ciò che suono, è stato sempre così per me, auto-ascolto e riflessione, fin dall’inizio del progetto.

Indubbiamente Blues, Psichedelia, Raga Rock e Folk sono generi e riferimenti artistici che mi hanno introdotto al mondo della musica, a sviluppare un mio stile, la mia visione, trovare la mia voce e rispecchiarmi in quel riflesso; è il mio concetto di identità come forma artistica e specchio della mia vita, il modo in cui vivo e percepisco le mie emozioni, le mie radici culturali e i miei gusti, mi hanno portato costantemente a sviluppare questo mondo.

Sinceramente non mi sono mai soffermato alla tendenza a determinati parametri musicali, li ho sempre vissuti come forma di appartenenza e di esistenza; pur essendo italiano, canto in inglese poiché mi risulta più naturale la connessione a un suono e genere “più internazionale” se pur sotterraneo e di nicchia in un certo senso, soprattutto in Italia.

 

Black Snake Moan è oramai al terzo album, ma sin dalla pubblicazione del primo disco Spiritual Awakening, seguito poi dal secondo Phantasmagoria ho notato una crescita esponenziale nella ricercatezza del sound, è una mia suggestione oppure puoi darmene conferma?

Sicuramente Lost in Time è l’album che rappresenta il mio presente artistico e compositivo; a differenza dei miei precedenti lavori, dal blues primordiale e scarno del primo album Spiritual Awakening, alla psichedelia raga-rock di Phantasmagoria, Lost in Time è nato nel mio studio, (a differenza dei primi lavori iniziati e conclusi in studio di registrazione), ho intrapreso un percorso differente, un nuovo metodo, toccando anche più generi musicali connessi stilisticamente.

Il lavoro di questo ultimo album, è stata la risposta a quanto i suoni siano il risultato di una ricerca personale, non solo una focalizzazione artistica ma una diversa visione condivisa con altri collaboratori. L’evoluzione per quanto riguarda le sonorità è il lavoro delle lunghe sessioni nel mio home-studio dove ho raccolto tutte le sensazioni che mi hanno permesso di aprire nuove porte, grazie anche al sapiente lavoro di Marco Degli Esposti, presso il suo studio Happenstance Studio Recordings di Carbonarola a Mantova, nuovi ascolti, soprattutto psichedelia folk inglese e americana.

 

Sempre dal punto di vista personale, trovo che nella musica di Black Snake Moan ci sia una visione “sciamanica”, in altre parole, una dimensione che oserei definire vocata ad una dimensione fortemente spirituale, forse quale derivazione dell’ancestrale cultura etrusca di cui sei erede, è forse una esagerazione?

Il mio territorio d’origine, Tarquinia, la terra degli antichi Etruschi, è un luogo misterioso, mistico, ricco di stupendi scenari naturalistici, percorsi sepolcrali scavati nella roccia, siti archeologici immersi nella natura. Una costante ispirazione per la mia ricerca personale e per la mia scrittura; una sensazione molto profonda e ciclica, luoghi dell’aria memoria e di altre vite vissute in altre dimensioni.

La mia terra ha sempre contribuito al mio percorso creativo; le atmosfere “spirituali e sacre” provengono principalmente dal mio interesse per la musica psichedelica e tradizionale, che racchiude moltissimi generi provenienti dalla musica cosiddetta “etnica”. Sono affascinato dalla tradizione musicale spirituale indiana poiché a mio parere, la sento molto vicina al blues delle origini. La mia musica è connessa all’evocazione sonora, ritualistica, “sciamanica”, mantrica; è il mio ponte ancestrale tra la mia terra natia e le mie suggestioni, fantasie, proiezioni oniriche.

 

Hai da poco pubblicato Lost in time, sei soddisfatto di questa ultima uscita? Mi pare che l’ultimo arrivato, pur innervandosi nell’alveo dei due LP precedenti, possa considerarsi un passo in avanti, pensi lo stesso?

Lost in Time è per me una vera e propria rinascita, ne sono uscito rinnovato. Descrive un momento molto importante della mia vita; racchiude i temi della trasformazione personale, dell'adattabilità e dei continui cambiamenti nel proprio percorso spirituale, sospesi nel tempo e nello spazio. In questo ultimo lavoro c’è la volontà di andare avanti e di superare i propri limiti; è stato un significativo passo verso una nuova evoluzione; è il risultato di un forte senso di urgenza e un invito all'azione, un atto di fede, di seguire un messaggio di unione al viaggio e di gratitudine alla vita. Reputo questo album il mio miglior lavoro discografico, ogni volta che lo ascolto, mi emoziona profondamente e sono felice che stia ricevendo ottime recensioni e feedback positivi.

 

Ultima domanda, nei prossimi mesi Black Snake Moan continuerà ad essere in tour, puoi anticiparmi qualcosa?

Il primo tour estivo di presentazione di Lost in Time si è concluso a settembre in formazione dal vivo in duo, una parentesi di quasi un anno. Da ottobre ho iniziato il tour autunnale nei club italiani, un piacevole ritorno alle origini, in formazione solista “one man band” per poi iniziare l’anno nuovo in tour in Europa. Sarà una grande occasione per confrontarmi e immergermi nuovamente.