“Down by the river
I shot my baby
Down by the river
Dead
(Ooh, shot her dead)”
“Ho sparato alla mia ragazza, giù al fiume”. Un ritornello di questo tenore non solo carpisce immediatamente l’attenzione dell’ascoltatore, ma lo fa anche sobbalzare sulla sedia. Perché il tema sembrerebbe quello di un femminicidio, l’atto inconsulto di un uomo che, vicino al greto di un fiume, lontano dalla vista di tutti, spara alla propria ragazza.
Fu lo stesso Neil Young, qualche tempo dopo la pubblicazione del brano, però, a fare chiarezza, spiegando che Down By The River era in realtà una sorta di supplica, un grido di disperazione di un uomo che stava perdendo il proprio amore, che veniva lasciato dalla donna che ama. C’è rabbia, c’è incredulità, c’è tanto dolore, ma se di omicidio si parla, questo è solo figurato, vive solo nell’immaginazione di un uomo che sta emotivamente tracollando.
Questa prima interpretazione è quella sicuramente più immediata, quella apparentemente più logica. A riflettere con attenzione, però, si potrebbe dare un senso diverso a Down By The River, che, non è un’ipotesi campata in aria, potrebbe metaforicamente parlare di droga e di dipendenza.
Se di primo acchito, infatti, questa canzone sembra parlare di uno psicopatico che ha ucciso il suo amore e soffre per il rimorso del gesto estremo, il senso cambia completamente qualora l’amore diventasse il sinonimo di qualcosa che crea dipendenza, sia questa droga, alcol o un’ossessione. Ecco, allora, che la canzone si tramuta in un atto di ribellione contro quella dipendenza.
Stai al mio fianco, io sarò al tuo fianco, piccola
Non hai motivo di nasconderti
È così difficile per me stare qui tutto solo
Quando potresti portarmi a fare un giro
Lei potrebbe trascinarmi oltre l’arcobaleno
E mandarmi via
La prima strofa è l’accettazione della dipendenza, che è palese, evidente, e che genera una piacevole assuefazione (Lei potrebbe trascinarmi oltre l’arcobaleno). Il ritornello, però, spariglia subito le carte sul tavolo: l’omicidio, o presunto tale, è in definitiva nient’altro che la disintossicazione, il rifiuto di quella droga che tiene il protagonista del brano chiuso in una prigione dorata.
Prendi la mano, io prenderò la tua
Insieme potremmo andarcene via
Tutta questa follia fa troppo male
È impossibile farcela oggi
Le sensazioni sono confliggenti, la dipendenza è reale, avvinghiata e risoluta a non mollare la presa, ma è una follia che fa male, di cui bisogna liberarsi. Ecco perché il protagonista, ribadisce nel ritornello che deve sparare alla propria “ragazza”, unica strada per tornare a essere finalmente libero.
Neil Young, che scrisse il brano in un giorno in cui era stato vittima di una febbre altissima, provò a registrare la canzone con i Crazy Horse, durante le sessioni di un altro suo brano epocale, Chinnamon Girl. Mentre quest’ultimo fu registrato in un batter d’occhio, la band non riusciva a trovare la chiave di lettura per Down By The River, nonostante i svariati tentativi. Furono i membri dei Crazy Horse che, dopo una giornata di inutili sforzi, decisero di proporre a Young una versione rallentata del brano. Che divenne molto più lunga, e trovò finalmente tutto lo spazio necessario per respirare.