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25/05/2023
WAKEUPCALL
Doveva essere un disco indie
È uscito il primo album italiano dei WakeUpCall, la band romana che in questi anni ha collezionato più di 400 concerti tra Europa e Asia. Undici nuove canzoni, per la prima volta tutte in italiano, mixato insieme ad Andrea Pachetti (Zen Circus, Ros, Emma Nolde e tanti altri).
di La Redazione

Quando abbiamo iniziato sognavamo di conquistare il mondo con la nostra musica. Siamo quindi partiti scrivendo musica in inglese. Questo ci ha dato la possibilità di viaggiare molto e grazie alla nostra musica di arrivare lontanissimo, partendo dalla vicina Europa, fino al Regno Unito, fino in Siberia, fino in Cina. A un certo punto però, sentivamo che mancava qualcosa. Era arrivato il momento per noi di tornare a casa e abbiamo iniziato a scrivere in italiano.

 

Nel 2019 con il loro primo brano in italiano, i WakeUpCall vengono selezionati dalla Rai tra i 60 finalisti per Sanremo giovani. Grazie a questo primo piccolo successo, la band comincia a scrivere tantissimi brani in italiano.

Ai WakeUpCall non è mai piaciuto fare sempre la stessa formula di canzone. Nel disco troverete tante sfumature, dalle canzoni più introspettive a quelle ironiche, dalle sonorità più dure alle canzoni più radiofoniche. È un disco che racconta undici storie.

 

Fare un album nel 2023 non è una cosa esattamente in linea con le strategie di music business, tiktok e l’attenzione di 15 secondi del pubblico. Ma siamo cresciuti comprando dischi e crediamo che questi siano come album di foto, che raccontano una o più storie, un momento della vita di qualcuno. Questo è il nostro album, le nostre storie e quello che siamo adesso.

 

 

“Fantasma” è il singolo radio estratto dal primo album italiano dei WakeUpCall. La canzone racconta delle ombre, dei fantasmi e dei peccati che ognuno di noi si porta dietro crescendo. Ma anche quelli che si ereditano. Cerchiamo di scappare e nasconderci, a volte anche sentendoci migliori di chi è venuto prima, dei nostri genitori, ma a conti fatti, quando ci guardiamo allo specchio, siamo li, con i nostri fantasmi e i nostri peccati. E non siamo poi ne tanto diversi, ne tanto migliori.

“Fantasma” descrive la vergogna che può provare un genitore quando affoga le sue sconfitte nell’alcol e della difficoltà di uscirne e rimettersi in piedi, con forza e dignità, ma con la paura di aver fallito agli occhi di un figlio.

 

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