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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
Don't Stop
Fleetwood Mac
1977  (Warner)
ROCK POP
all TRACKS
08/05/2023
Fleetwood Mac
Don't Stop
Uno dei gioielli di Rumours, scritta da Christine Mc Vie per il marito John, torno sotto i riflettori, anni dopo, durante la campagna eletorale di Bill Clinton alla Presidenza degli Stati Uniti

Rumours, si sa, è stato uno dei dischi più venduti di tutti i tempi, ma anche un album qualitativamente eccelso, composto da undici canzoni di soft rock che hanno segnato la storia della musica a stelle e strisce. Un album, la cui gestazione, peraltro, non è stata delle più semplici: i rapporti fra i membri della band erano tesissimi, le litigate all’ordine del giorno, il clima surriscaldato. Christine McVie e John McVie si stavano separando, Lindsey Buckingham e Stevie Nicks erano ai ferri corti, e anche Mick Fleetwood stava per divorziare. Eppure, nonostante ciò, il risultato finale di quelle registrazioni fu sublime, merito anche del collante dell’alcool e delle droghe, che errano le principali fonti di energia, e, giusto ricordarlo, anche di grande professionalità e buon senso.

Anche la scrittura aveva un effetto catartico sulle relazioni fra i membri: Lindsey Buckingham e Stevie Nicks scrivevano canzoni l'una sull'altra (Go Your Own Way, Dreams), così come Christine McVie, che compose la celebre Don’t Stop, ispirata proprio dal rapporto turbolento con il marito John.

Una canzone, questa, pervasa da ottimismo e speranza, un invito ad andare avanti, nonostante tutto, e a lasciarsi alle spalle il passato. Don’t Stop, in definitiva, interpretava a pieno lo spirito che prevalse fra i cinque e che permise di completare le registrazioni di un album diventato, poi, leggendario. Certo, suonare tutti insieme quella canzone produsse dei momenti imbarazzanti, visto che John si trovava a fare i conti con delle liriche che erano esplicitamente rivolte a lui. Una dedica, questa, mal digerita dal bassista del gruppo che, a distanza di anni, nel 2015, durante un’intervista a Mojo, fece la parte del pesce in barile e affermò di aver suonato per anni il brano senza capire che era rivolto a lui, e di averlo scoperto solo quando qualcuno glielo fece notare. Tutte balle, ovviamente.

Come succede talvolta, poi, la storia della canzone finì per intrecciarsi, nel corso degli anni, con la politica.

Bill Clinton, infatti, usò Don't Stop come sigla della sua campagna elettorale per la corsa alla presidenza degli Stati Uniti, nel 1992. La scelta, come in seguito qualcuno argutamente suggerì, non aveva solo intenti politici e motivazionali, ma era stata scelta dal futuro Presidente per motivi squisitamente privati.

Clinton, ben prima che scoppiasse lo scandalo Lewinsky, era, infatti, un noto donnaiolo, e per questo suo vizietto, aveva passato momenti difficili con la moglie Hillary. Quella canzone e quelle parole, attraverso le quali Christine McVie offre a suo marito la possibilità di andare avanti nonostante le sue trasgressioni, si sposavano, quindi, perfettamente alla situazione che stava vivendo il candidato alla Casa Bianca:

Don't stop thinking about tomorrow, Don't stop, it'll soon be here, It'll be better than before, Yesterday's gone, yesterday's gone”, erano parole con una chiara valenza politica, certo, ma erano soprattutto un invito a Hillary a mettere una pietra sugli errori passati di Bill.

Quando, poi, Clinton vinse le elezioni presidenziali, i Fleetwood Mac, dopo un periodo di anonimato, tornarono sotto i riflettori, perché la sua campagna aveva utilizzato la canzone in ogni occasione. A quel tempo, la band era divisa, con Lindsey Buckingham fuori dalla formazione dal 1987 e Stevie Nicks dal 1991. E sebbene Clinton non riuscì a far passare l'assistenza sanitaria gratuita, riuscì, tuttavia, nell’intento di rimettere insieme i Fleetwood Mac dell'era Rumours, visto Buckingham e la Nicks si unirono a John, Christine McVie e Mick Fleetwood per esibirsi al suo gala inaugurale nel 1993, il giorno prima che prestasse giuramento.