“Due ladri d’auto di Manchester con gli spartiti dei Beatles”, afferma ironicamente, a proposito degli Oasis, il protagonista di Kill Your Friends, pungente e mordace pellicola del 2015, diretta da Owen Harris e ispirata all’omonimo romanzo dello scrittore John Niven.
Una battuta salace e volutamente cattiva, a cui dobbiamo dar credito almeno nella parte in cui vengono citati i Fab Four. E’ abbastanza evidente, infatti, che i Beatles, e soprattutto John Lennon, hanno avuto un'enorme influenza sugli Oasis, e quell'influenza è forse più evidente che mai in Don't Look Back in Anger, quarta traccia del secondo album pubblicato dalla band, intitolato (What’s The Story) Morning Glory?
L'introduzione al pianoforte, infatti, è stata presa da Imagine di Lennon, il verso "So I start a revolution from my bed" è un riferimento al cantante, che ha messo in scena un famoso "bed-in" per promuovere la pace, così come il verso “Cause you said the brains I had went to my head” è estrapolato dagli appunti registrati da Lennon, per un libro di memorie che aveva intenzione di scrivere prima della sua morte.
A prescindere dagli evidenti riferimenti al quartetto di Liverpool, il brano, scritto da Noel Gallagher, è d’ispirazione autobiografica. Ogni anno, infatti, il giorno di San Patrizio, la madre dei fratelli Gallagher scattava una foto ai suoi figli e la mandava alla nonna che viveva in Irlanda. La famiglia viveva in una piccola casa popolare, e l’angolo più accogliente era quello dove si trovava un piccolo fuoco a gas che chiamavano “camino”. La frase: "Alzati accanto al caminetto, togli quello sguardo dalla faccia" ricorda proprio questo momento, e siccome Noel, aveva sempre lo sguardo scocciato di chi viene obbligato a mettersi in posa contro la sua volontà, la madre lo apostrofava, dicendogli di togliersi quello sguardo dalla faccia.
La canzone nacque per caso quando gli Oasis erano a Parigi per suonare con i Verve e, durante un soundcheck, Noel stava strimpellando alla chitarra acustica le prime note di Don’t Look Back In Anger. Liam gli si avvicinò chiedendogli cosa stesse cantando, e Noel rispose che stava semplicemente inventando delle parole senza senso su alcuni accordi di chitarra. “Strano” rispose Liam “mi sembrava di aver sentito chiaramente che cantavi un verso, So Sally Can Wait”. Lampo di genio, pensò Noel, che entrò nello spogliatoio dell’arena insieme al fratello e in poche ore compose la canzone, che poi, quella sera, lui stesso cantò davanti al pubblico, in acustico, seduto su uno sgabello. La canzone rimase, successivamente, appannaggio di Noel, che inizialmente avrebbe dovuto cantare Wonderwall, altro grande successo dal secondo album in studio, ma che, successivamente, Liam pretese di tenere per sé stesso.
Don't Look Back In Anger segnò anche l’allontanamento dagli Oasis del batterista Tony McCarroll, il quale, pur essendo uno dei membri fondatori della band, fu cacciato in malo modo perché incapace, nonostante svariati tentativi, di suonare correttamente il brano.
La canzone, anni dopo, balzò nuovamente agli onori della cronaca, per una circostanza tristissima. Il 22 maggio 2017, un attacco suicida alla Manchester Arena, avvenuto al termine del concerto Ariana Grande, provocò 23 morti e 250 feriti. Tre giorni dopo l’orribile attentato, le gente si radunò nel centro della città per osservare un minuto di silenzio in onore delle vittime. Dopo il silenzio, le persone presenti iniziarono a cantare spontaneamente Don’t Look Back In Anger, come fosse un abbraccio collettivo, una risposta d’amore e di speranza all’insensata violenza dell’estremismo.
“Esci perché l'estate è in fiore
Alzati accanto al camino
Togli quello sguardo dalla tua faccia
Perché non brucerai mai il mio cuore..
Non guardare indietro con rabbia”