“… e guarderò al domani che ormai è domani, cosa farò?”
Il brano, nato passeggiando per le strade di Parigi, racconta l’umana arte del procrastinare all’interno di un futuro molto incerto: dal cambiamento climatico, tema già introdotto nel primo singolo Fluido, alla pandemia, al precariato nel mondo del lavoro.
Una speranza, un’attività che viene sempre rimandata perché non si riesce a trovare la forza e la volontà per cambiare le cose ora, per cercare di stare meglio, un po’ di più.
Questo sentimento viene accompagnato da suoni elettronici e sintetici - una Roland 303, un vocoder - uniti a un mood funky, un riff di chitarra col fuzz e una voce femminile: “Domani”.