Per l'occasione lo sceneggiatore Mauro Boselli conduce la disegnatrice Laura Zuccheri e i lettori direttamente nelle terre del mito, coprotagonisti di questa vicenda sono infatti niente meno che Doc Holliday e la sua donna Big Nose Kate, inoltre diversi sono i rimandi alla storica sfida all'OK Corral che vide protagonisti i fratelli Earp. Pur dentro a quello che è uno degli episodi più noti ed emblematici della storia dell'ovest americano, a confronto con personaggi entrati nella leggenda, Tex Willer e Kit Carson sembrano ancora una spanna sopra tutti, per abilità, intelligenza e caratura morale... certo, ogni tanto un poco di debolezza e umanità anche da loro sarebbe lecito aspettarsela, ma Willer e Carson li scrivono così, c'è poco da fare, raddrizzatorti come questi ce ne sono pochi in giro.
Ma che genere di Texone è quello di quest'anno? Purtroppo questa testata era nata con intenzioni molto ambiziose che quasi da subito si sono dimostrate difficili da mantenere. L'idea di portare ogni anno a disegnare le avventure del portabandiera della Sergio Bonelli Editore un artista di grande caratura internazionale non sempre è stata realizzata nel concreto, questo non vuol certo dire che i Texoni in cui mancava la firma prestigiosa siano stati dei brutti Texoni, anzi, quasi mai è stato così, viene però spesso a mancare l'eccezionalità di vedere all'opera sul Tex nomi come quello di Magnus, di Jordi Bernet, di Joe Kubert o di Enrique Breccia e degli altri maestri che si sono cimentati nell'impresa (perché disegnare un Texone è una vera e propria impresa); senza nulla togliere alla Zuccheri che ha realizzato davvero un buon Texone, anche questa volta manca quello stile unico e riconoscibile di un maestro della nona arte, caratteristica che diverse volte in passato ha impreziosito le numerose pagine del Tex Speciale.
Laura Zuccheri fin dalle prime tavole si adatta alla sceneggiatura di Boselli ed entra anche lei nel mito: veduta sulla ghost town, cavalieri al tramonto con l'ultimo sole alle spalle che proietta le loro lunghe ombre, l'interno di un saloon scalcagnato e una serie di inquadrature molto riuscite. Qualche legnosità di troppo nelle prime pagine che si perde con l'arrivo di Willer e Carson, qualche volto non proprio riuscitissimo (espressioni quasi da horror), un paio di belle tavole in toni di grigio e una narrazione che tavola dopo tavola prende la giusta confidenza con l'ambiente e con i personaggi donando il giusto apporto a una storia che si legge con molto piacere. Probabilmente nel Texone di quest'anno la sceneggiatura eclissa un poco il lato artistico, e questo, per una collana nata con gli intenti del Texone, è comunque un problema, fermo restando che il risultato finale resta più che gradevole. Purtroppo Doc! non rimarrà tra i Texoni da ricordare.
Due parole sulla trama: alcuni esponenti del gruppo di fuorilegge noto semplicemente come "i cowboys" vengono fatti fuori; uno in particolare viene torturato e ucciso su una sedia da dentista, sfigurato con le attrezzature che quel genere di medico usava all'epoca per portare a termine i suoi interventi sui pazienti. Vista la sua ex professione e il risaputo odio che prova nei confronti dei cowboys, coinvolti nelle uccisioni dei fratelli Earp, suoi cari amici, i sospetti si indirizzano sul famoso Doc Holliday, ex dentista e tiratore quasi infallibile. Sulla vicenda vengono chiamati a indagare Tex Willer e Kit Carson che hanno qualche dubbio sull'effettivo coinvolgimento di Doc Holliday negli omicidi. C'è una buona sceneggiatura di Boselli, magari prevedibile sotto alcuni aspetti, che ha il merito di pescare episodi che hanno fatto l'epopea del west e piazzarci dentro i due Texas Ranger con molta naturalezza. Non male, però dal Texone ci si aspetta sempre più di questo. Per il capo d'opera aspettiamo ancora un altro anno.