Donnie Darko è uno di quei film che ho visto appena uscito nelle sale con la spocchia di raccogliere gli elementi utili a smantellare tutte le ragioni per cui una pellicola sconosciuta stesse diventando un cult. Un pessimo approccio non solo al cinema ma alla vita stessa che, giuro, ho dismesso grazie ai primi traguardi di saggezza che la vecchiaia mi ha permesso di conseguire.
Comunque, per farla breve, non mi aveva detto granché, non ci avevo capito molto, avevo seguito la storia in modo piuttosto discontinuo partecipando con entusiasmo, però, al dibattito sulla colonna sonora che aveva contribuito a riportare in auge certi anni Ottanta dimenticati. Da allora non l’ho mai più visto e non ci ho mai più pensato a parte in qualche occasione, ascoltando per esempio gli Echo & the Bunnymen o i Church. Fino a quando mia figlia non mi ha chiesto di vederlo insieme e così, ieri sera, ho riscoperto un film decisamente godibile e appassionante. Non mi ricordavo alcuni particolari che probabilmente ho potuto notare solo ora perché, durante la prima visione, non avevo notato in quanto legati ad aspetti scoperti solo negli anni successivi. Lo so, non mi sono spiegato. Ora li elenco qui sotto insieme ad alcune considerazioni, così capite cosa intendo:
1. Intanto, rispetto alla letteratura che si legge in giro, “Donnie Darko” è molto meno incomprensibile di come si dipinge, ma forse è un giudizio che si può trarre solo a posteriori perché occorre vederlo almeno due volte. O magari voi siete più intelligenti di me, quindi alla soluzione che Donnie vuole tornare indietro nel tempo per morire sotto il motore dell’aereo ed evitarsi la sofferenza della fidanzata che muore investita da Frank vestito da coniglio per Halloween ci eravate arrivati prima
2. E quello era il motivo per cui il coniglio era il suo incubo, cosa che avevo rimosso o forse ulteriore indizio del fatto che non avessi veramente capito un cazzo
3. Non ricordavo che il protagonista fosse Jake Gyllenhaal ma perché ai tempi Jake Gyllenhaal non era un attore famoso ed è stato strano rivederlo vestito da Donnie Darko dopo aver visto “I segreti di Brokeback Mountain”. In generale mi piace questa cosa che gli attori che leghi particolarmente a un film poi li ritrovi completamente diversi in altre storie e in film usciti quando erano più giovani
4. Non ricordavo nemmeno che Maggie Gyllenhaal interpretasse la sorella di Donnie Darko e che fosse allo stesso tempo la sorella dell’attore che interpreta Donnie Darko. Maggie Gyllenhaal l’ho ritrovata poi in molti altri film tra cui “American Life” che, se non l’avete visto, vi siete persi un film molto interessante
5. Il corpo docenti della scuola di Donnie comprende addirittura il dottor John Carter di “E.R. – Medici in prima linea”, ovvero l’attore Noah Wyle
6. Non ricordavo assolutamente che, per il ruolo del predicatore pedofilo Jim Cunningham, Richard Kelly avesse scritturato Patrick Swayze, il Johnny Castle di “Dirty Dancing”
7. Ho scoperto invece poco fa che Katharine Ross, l’attrice che interpreta il difficile ruolo della psicologa di Donnie, ha fatto parte del cast di un film che si intitola “Conosci il tuo coniglio” e la cosa mi ha fatto molto ridere
8. A dire la verità mi ricordavo più new wave nella colonna sonora, ma forse perché i vari “Stranger things”, “13” e tutte le altre serie con teenager ambientate negli anni ‘80 ormai hanno alzato le aspettative dei ragazzi degli anni ‘80
9. Non ricordavo però che una delle canzoni che si sentono alla festa a casa Darko, mentre i genitori sono in viaggio con la sorellina più piccola, fosse “Love Will Tear Us Apart” ed è per questo che avrebbero dovuto intitolarlo direttamente “Donnie Dark” AHAHAHAHAHAHAHAHGHGHGHGH
10. Infine ho letto, riletto, sentito e risentito più volte da allora la frase “Ogni creatura sulla terra, quando muore, è sola”. Sono rimasto sorpreso perché non ricordavo essere una citazione di “Donnie Darko”, anche se giurerei di averne trovato traccia in un romanzo di cui, però, al momento mi sfugge il nome.
E sì, lo so, voi a tutte queste cose ci eravate arrivati già prima. Quello che non capisco è perché, se è così, non mi avevate avvertito.