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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
05/10/2018
Demian
Demian
Un classico quartetto con chitarre gemelle, non tanto conosciuto ma forte di un’ottima reputazione tra gli iniziati.

Band originaria del Texas, ma presto traslocata in California, formata sulle ceneri dei Bubble Puppy e prodotta dal biondo bassista degli Steppenwolf Nick St. Nicholas, con una discreta potenzialità FM pur se di fatto l’album è un “live in studio”.

Gruppo assai affiatato, dal dinamismo impeccabile e carica ritmica notevole, dispiega un bel potenziale elettrico, come degli AC/DC post-psichedelici e intontiti dal THC, ma sempre capaci di un senso dell’equilibrio impressionante per il periodo: canzoni sintetiche, che non degenerano mai in estenuanti esercizi di ginnastica chitarristica, sempre ancorate a riff solidissimi, antisismici e dal forte sapore power-pop, imbastarditi con degli Steppenwolf che suonano southern in lungo e in largo per le stesse autostrade degli Allman Bros, con molta meno perizia tecnica, ma col notevole graffio chitarristico di certi Quicksilver (Face the Crowd). I cinque minuti di rock notturno in Windy City filano via lisci con una buona dose di classe, appena laid-back negli assoli. Poi c’è il pezzo forte: l’hardrockkissimo Coming, riff duro che si incastra tra le due chitarre e linea vocale bella tosta; nel mezzo, assolo di basso da eroe del funk con tanto di fantastico duello call & reponse di Prince e Potter, per nulla scontato e già in zona Gemelli Malvagi degli Eagles. D’obbligo qualche numero più soft come il docile unplugged dagli occhi assonnati Love People, oppure il power-pop in bello stile Paul Kossof di Todd's Tune, che torna a ruggire nel bel crescendo finale, lasciando campo ad un assolo eroico di una linearità spudorata. No More Tenderness riprende l’atmosfera seminotturna sotto neon di tarda estate già sentita in Windy City e si abbandona ad un esteso assolo non privo di feeling; poi certo che se il gruppo va un po’ giù di giri con Are You with Me, Baby? il sound si appiattisce e manca elettricità …ma parchè criticare questi ottimi artigiani, forse fin troppo consci dei loro limiti ma pur in grado di sfornare la migliore prestazione possibile per le loro capacità? Riascoltarsi 3 o 4 volte la bella Only a Loner per ritrovare lo sprint giusto in un blitz hard rock che viaggia come un Harley tra Los Angeles e Las Vegas, sulla coda di un’epica schitarrata incrociata di Potter e Prince.

Bella la copertina, ipersatura, a colori invertiti, con capigliature afro, ciocche fluenti, barbe appuntite, espressioni vagamente strafatte e carta da parati floreale.

Per il vinile preparatevi a non spendere meno di 80-90 $, sono parecchie le copie che superano i 100 ma sono anche parecchie quelle scambiate, quindi l’affare è fattibile. Un po’ di risparmio con la stampa canadese.

Roy Cox: bass, vocals    

David Fore: drums         

Rod Prince: guitar, vocals           

Todd Potter: guitar, vocals