Cosa ha portato una delle band death metal italiane più apprezzate nel mondo (inseriti dalla bibbia del metal Kerrang tra le migliori 50 death metal band dell'ultimo decennio) a condividere un singolo con una figura fondamentale dell'Hip-Hop nazionale come Metal Carter? Da un lato la musica: Carter è da sempre vicino al mondo metal per sonorità e per i contenuti, dove i suoi testi spesso affrontano tematiche estreme come il disagio interiore e la violenza. Dall'altro il cinema gore: i Fulci (nome dedicato al celebre regista horror Lucio Fulci) condividono con l'MC romano la passione per la subcultura death metal.
Nasce così un sodalizio che vede le rime di Carter alternarsi con il growling di Fiore e con i riff del chitarrista Dome - quest'ultimo qui anche al microfono in quanto frontman dei Face Your Enemy - sulle sonorità che sono diventate il marchio di fabbrica dei Fulci: riff old school death metal che evocano il meglio degli anni Novanta, inflessioni slam e quelle atmosfere cupe e mortifere tipiche del genere. Musica, estetica e arte sono i terreni che accomunano le visioni dei due artisti, unendo gli estremi di culture e sottoculture solo apparentemente non conciliabili.
L'intro del brano è ripreso dal cult movie horror/splatter "Un gatto nel cervello" del 1990, diretto proprio da Lucio Fulci.