Se si è amici, si ama follemente la stessa musica, si è terribilmente convinti e si ha in comune la provenienza da un contesto isolano e una buona vena di pazzia, non c’è nulla che si possa fare: creare una band è il minimo. Andre’ e Dick però non l’hanno fatto una volta sola e il diabolico reiterare guida la loro determinazione.
Da bravi isolani hanno sempre avuto modo di percepire in maniera molto più acuta le distanze con la terra ferma e le scene culturali e musicali che le abitano, ma, se da un lato questo ha sempre rappresentato un limite, dall’altro ha fomentato la volontà di reagire e di fregarsene. Si sono appassionati alla scena punk californiana quando erano adolescenti, hanno viaggiato a più non posso una volta cresciuti, hanno collezionato una buona dose di tatuaggi, hanno imparato a fare skate e surf, e hanno iniziato a suonare. Mentre Andre’ urlava la propria rabbia nei Gold Kids, una band hardcore cagliaritana, Dick suonava la chitarra nei The Legacy, una band hardcore di Sheffield. Insieme, invece, hanno formato i Runes, che accoglievano tra le proprie fila anche un amico tedesco e uno svedese.
Nel 2015 però, a seguito dell’ennesima nottata insieme, Andre’ e Dick hanno iniziato a ricordare tutte le band che tra la fine degli anni ’90 e primi 2000 li hanno cresciuti, musicalmente e culturalmente, tra punk rock, melodie catchy e un sacco di sing-a-long. Per due persone qualsiasi sarebbe stata solo una bella serata, per due come loro è stato l’inizio di un nuovo progetto.
Entrati in studio, hanno scritto le canzoni che avrebbero voluto suonare quando erano più giovani, quando volevano solo fare musica e farsi scoppiare la testa tra le casse dello stereo. E siccome hanno vissuto per anni on the road, hanno un atteggiamento punk piuttosto marcato e hanno capito che la cosa giusta da fare è seguire sempre le proprie passioni alla faccia dei pensieri altrui, per il loro nuovo progetto è stato naturale scegliere un nome che fosse anche bandiera dell’idea che li stava guidando: Second Youth, una seconda e nuova giovinezza.
Il primo risultato è stato un EP, Glass Roof (Uncle M Records/Anchors Aweigh Records) e due singoli di lancio nell’estate 2017: “On And On” e “You Haunt Me”, che tra surf e skate, con i loro video, dicono già tutto: il loro stile (anche nell’abbigliamento, non c’è che dire), il loro rapporto, i loro gusti e il loro atteggiamento.
Con Dear Road i cinque ragazzi si cimentano finalmente sulla lunga distanza: 10 canzoni melodiche e estive, nostalgiche e ruvide, ma soprattutto piene di attitudine e di passione.
Il disco merita ed è un grande richiamo a tutto il punk rock melodico di fine anni ’90 e primi anni 2000, suonato con precisione e cantato con una voce ruvida e graffiante di cui Tim Armstrong sarebbe fiero, ottimo contraltare alla melodicità spesso leggera e radiofonica di molto pezzi. Il classico LP che hai voglia di ascoltare in macchina d’estate, alla vigilia di un viaggio o al mare, dove, sdraiato guardando le onde, puoi prendere coraggio per dare una svolta alla tua vacanza e godertela appieno.
Dal vivo però, meritano ancora di più. E se Andre’ vi canta in faccia, non solo non ve lo dimenticherete, ma correrete al banchetto dei ragazzi della Indie-Box a comprargli il disco. Quindi, se vi capita di trovare il loro nome ad un concerto, andateci, perché non ve ne pentirete.