Il rapporto tra il cinema dell'isola di Taiwan e la storia economica e politica del Paese è un argomento molto affascinante che richiederebbe un approfondimento decisamente marcato, così come sarebbe interessante inquadrare la posizione giuridica della stessa isola di fronte al non riconoscimento dei maggiori Stati dell'O.N.U. e della vicina Cina che ne rivendica l'appartenenza alla Repubblica Popolare Cinese, in questa sede ci limiteremo a fornire in linea di massima un breve resoconto della situazione del cinema di Taiwan nel momento della nascita della New Wave.
Al termine della Seconda Guerra mondiale, con la partenza dall'isola dell'esercito giapponese, a Taiwan è il Partito Nazionalista Cinese a dettare le regole, la tensione tra la Cina e l'isola di Taiwan aumenta sempre più e anche in campo cinematografico e culturale questa tensione si fa sentire. Per mantenere la situazione più calma possibile e reprimere quindi in anticipo ogni moto di dissenso e ribellione, il Partito Nazionalista instaura un sistema di censura che prevede per il cinema di Taiwan l'obbligo di occuparsi strettamente di temi d'evasione che potevano passare dalla commedia alla storia romantica, dal film d'importazione (sempre però con gli stessi contenuti) all'action o ai film di arti marziali, l'importante era che i film non accendessero riflessioni scomode sull'attualità dei fatti, sulla politica, sulle condizioni di vita dei taiwanesi, sull'indipendenza e via discorrendo. Le cose iniziano a cambiare lievemente negli anni Sessanta con qualche piccola apertura ma per vedere al cinema qualche contenuto realmente moderno e finalmente libero e "impegnato" bisogna attendere il 1982 con l'uscita di In our time, film che in quattro episodi racconta l'evoluzione storica del paese, tra i quattro registi coinvolti nel progetto ancora non compare Hou Hsiao-hsien che darà il suo contributo alla New Wave a partire dall'anno successivo e siglando alcuni dei titoli più significativi del movimento come A time to live, a time to die e Città dolente. Il successo e la risonanza del film costrinsero gli organi produttivi di Stato ad allentare la morsa sul controllo dei contenuti, Taiwan aveva finalmente il suo cinema indipendente che portò a nuovi stili di racconto ma soprattutto una buona dose di realtà e giudizio in un media che prima aveva nell'intrattenimento la sua unica obbligata finalità.
In questi giorni verrà resa disponibile su Raiplay una piccola retrospettiva sul cinema dell'isola, tra i primi film visibili c'è proprio questo Cute girl che altro non è se non l'esordio del regista Hou Hsiao-hsien. Il film in questione può essere utile e interessante da vedere per andare a valutare l'evoluzione di stile e tematiche dell'autore che qui muove i suoi primi passi, Cute girl infatti non è ancora inscritto all'interno del movimento della New Wave di Taiwan che, come detto, nascerà un paio d'anni più tardi, rientra invece in quel filone di intrattenimento puro che può trovare dei paralleli anche con la commedia italiana (ma, distinguiamo, non all'italiana) di alcuni decenni precedente. Cute girl è una commedia ingenua, leggerissima, molto solare e pop che potrebbe avere alcuni elementi in comune con i nostri musicarelli dei primi anni 60 per quel che concerne l'utilizzo frequente di brani dalla facile melodia e la candida storia d'amore, per altri versi, per le situazioni più demenziali e per la qualità d'immagine tipica dei primi anni 80, il parallelo potrebbe essere quello con le commedie dei nostri Lino Banfi e soci senza però nemmeno un'ombra di sessualità, volgarità o sequenze scollacciate, la memoria può andare in quella direzione unicamente per la gag facile, la distanza tra Cute Girl e quel tipo di commedia è la stessa che può passare appunto tra un musicarello con Gianni Morandi e i film con Lino Banfi e la Fenech. All'indole giocosa contribuisce anche la presenza di molti bambini con i quali si delinea quel simpatico rapporto adulto/bambino che anche da noi è stato esplorato più volte, mi viene in mente il Commissario Rizzo di Piedone l'africano con il piccolo Bodo per dirne una, insomma... tutti elementi per costruire una commedia romantica di puro svago dove tra i temi portanti si distinguono i rapporti con la famiglia e il contrasto tra città e campagna.
Wenwen (Fong Fei-Fei) è una bella ragazza figlia di un benestante industriale che la vorrebbe maritata a Quian Ma (Anthony Chan), ragazzo in arrivo da Parigi anch'egli di discendenze più che agiate. Quando il padre combina il matrimonio la giovane ragazza se ne rattrista, decisa comunque ad assecondare le convenzioni e il volere del padre chiede a questi di poter passare alcuni giorni di tranquillità a casa della zia, in campagna, lontana da tutti, per poi tornare e assolvere ai suoi doveri. I momenti passati nel verde, immersa in un'esistenza bucolica circondata dai bambini del piccolo paese sono per Wenwen un toccasana, la pace prosegue fino all'arrivo in paese di una squadra di geometri incaricati di costruire una strada che metterà in difficoltà alcuni abitanti del borgo a causa dei passaggi obbligati dell'opera che si troverà a tagliare letteralmente in due alcune abitazioni. Della squadra fa parte anche Daigang (Kenny Bee), un giovane che Wenwen aveva frettolosamente incontrato in precedenza per le strade di Taipei. La simpatia tra i due pian piano sboccerà e si trasformerà in amore ma il ritorno in città e l'arrivo del promesso Quin Ma sono dietro l'angolo e porteranno sorprese inaspettate.
Il tono del film è sempre molto lieve e divertito, Cute girl si rivela una visione spensierata seppure in nuce vi si possano trovare al suo interno elementi di stile e tematiche del celebre regista che Hou Hsiao-hsien diverrà negli anni a seguire. La commedia rimane comunque leggerissima e si inscrive perfettamente nell'idea di cinema che imperava a Taiwan prima dell'avvento della New Wave. Quello che maggiormente si apprezza, come spesso accade in diverso cinema asiatico, sono le aperture sui paesaggi, le ampie riprese del regista sulla natura sono in grado di trasmettere un senso di pace che ben contrasta con il traffico e i ritmi frenetici della vita a Taipei, ben gestito anche il triangolo amoroso all'interno del quale i due contendenti maschili non prenderanno posizioni di aperto contrasto, anzi, e Wenwen non mancherà di apprezzare un poco entrambi i giovani, nonostante il suo cuore sia ormai occupato da Daigang. I brani musicali sono pura melodia pop zuccherata, entrambi i protagonisti sono popstar nei propri paesi d'origine (Kenny Bee è di Hong Kong), al centro del film anche le convenzioni sociali e l'importanza della famiglia nelle vite dei protagonisti. Sicuramente Cute girl non è un film memorabile, può essere però un buon punto di partenza per carpire l'evoluzione e il reale impatto che la New Wave taiwanese porterà nella cultura del Paese e un modo come un altro per avvicinarsi all'opera di Hsiao-hsien, regista che troverà i maggiori riconoscimenti solo diversi anni più tardi.