Ci sono canzoni che attraversano il tempo e non perdono mai di attualità, possono essere vecchie di quarant’anni e adattarsi perfettamente a un contesto solo in apparenza lontanissimo da quello in cui sono state concepite. E’ il caso, ad esempio, di Crazy On You, hit leggendaria e terza traccia da Dreamboat Annie, album d’esordio degli Heart, datato 1975. Una canzone, questa, che esprime l’ansia di vivere in un mondo piagato dalla guerra e dalla criminalità, e che racconta lo spaesamento di una giovane donna, e di tutta una generazione, rispetto a un mondo dominato dal male e dall’orrore. Di certo, Ann Wilson, autrice delle liriche del brano, mai avrebbe pensato che le cupe parole di una parte del testo avrebbero avuto la stessa identica valenza anche nel 2024. La Wilson, che ai tempi aveva vent’anni, era seriamente preoccupata per la deriva presa dalla società in cui viveva: la guerra del Vietnam era ancora in corso, fatti criminosi riempivano le pagine dei giornali, la droga mieteva migliaia di vittime fra i giovani e dal 1973 il mondo viveva una grave crisi energetica.
La Wilson temeva per la propria generazione e per un futuro in cui le speranze di pace erano ridotte al lumicino. E’ l’angoscia a essere protagonista delle prime strofe di Crazy On You:
“Se abbiamo ancora tempo, potremmo ancora farcela
Ogni volta che ci penso, mi viene da piangere
Con le bombe e il diavolo, e i bambini continuano ad arrivare
Non c'è modo di respirare facilmente, non c'è tempo per essere giovani”
L’unico modo per trovare serenità, allora, e abbandonarsi nelle braccia del proprio ragazzo (che ai tempi era Mike Fisher, tecnico del suono) e cullare un sogno d’amore. E’ l’amore l’arma più potente contro il male di vivere:
“Il mio amore è la brezza della sera che tocca la tua pelleIl gentile, dolce canto delle foglie nel ventoIl sussurro che ti chiama nella notteE ti bacia l'orecchio al primo chiaro di lunaE non devi chiedertelo, stai beneAmore mio, il piacere è mioLasciami impazzire di te”.
Parole dolcissime, poetiche, che fanno da contrappunto a tutte le brutture della vita quotidiana. Versi che suonano come un “grazie a Dio ci sei tu”, àncora di salvezza, romito di quiete, isola deserta dove fuggire, tenendo lontano la malvagità dell’uomo.
E’ curioso come Crazy On You, prima di conquistare gli Stati Uniti e diventare una hit anche in alcuni paesi europei, ebbe i primi riscontri di vendite in Canada, dove la band si era trasferita per evitare che i membri maschi del gruppo fossero arruolati per andare a combattere la guerra in Vietnam. A Vancouver, gli Heart firmarono un contratto con una piccola etichetta chiamata Mushroom, e Crazy On You cominciò a prendere piede nelle trasmissioni radiofoniche grazie a Doug Pringle, un importante dj canadese che, letteralmente impazzito per il brano, lo passava in loop dalle frequenze di radio Montreal CHOM.
Gli anni trascorsi a Vancouver, però, rallentarono la visibilità degli Heart negli Stati Uniti, e Crazy On You raggiunse la trentacinquesima piazza delle charts americane solo nel giugno del 1976, mentre l’album, molto lentamente, giunse a vendere un milione di copie alla fine di quell’anno.
Uno degli elementi distintivi della canzone è la splendida intro di chitarra acustica suonata da Nancy Wlson, quarantacinque magici secondi, dopo i quali entra la chitarra elettrica di Roger Fisher, il fratello di Mike, che aveva ispirato le liriche del brano. Il testo fu scritto da Ann Wilson mentre era a letto in preda a una brutta influenza, e la stessa raccontò che la bellezza delle liriche, che aveva scritto nel delirio della febbre, ebbero un effetto rinfrancante e lenitivo, tanto che un paio di giorni dopo, la cantante era già in studio a lavorare al brano, il cui groove è apertamente ispirato a Question dei Moody Blues.
Quando gli Heart, nel 2013, furono introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame, per la prima volta dal 1979, si riunì sul palco la formazione originale della band, e cioè Ann e Nancy Wilson, Roger Fisher, Howard Leese, Steve Fossen e Mike Derosier. Gli organizzatori, tuttavia, dovettero sudare le classiche sette camicie, perché inizialmente le due sorelle Wilson si rifiutarono recisamente di avere a che fare con i vecchi compagni d’avventura. Alla fine, si trovò un compromesso: insieme solo una canzone, Crazy On You, e poi l’altra super hit, Barracuda, suonata però con la band del momento, insieme a un pugno di ospiti da far tremare le vene dei polsi: Chris Cornell, Mike McCready (Pearl Jam) e Jerry Cantrell (Alice in Chains).