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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
Computer World
Kraftwerk
1981  (Elektra/Asylum Records)
ELETTRONICA/AMBIENT/EXPERIMENTAL/AVANT-GARDE PROGRESSIVE / KRAUTROCK
all RE-LOUDD
07/12/2023
Kraftwerk
Computer World
"Computer World" cattura la band nel momento in cui il suo approccio pionieristico ha ormai fatto breccia nella musica popolare, grazie all'ascesa del synth pop, dell'hip-hop e dell'electro. Rimane uno dei picchi dei Kraftwerk, ed è un’inquietante predizione di un futuro non così lontano da quello che viviamo ai giorni nostri, poco più di quarant’anni dopo.

Come tutti i dischi dei Kraftwerk, Computer World del 1981 è un vero tour de force della produzione, con effetti sonori avvolgenti che creano un ambiente compatibile con l'idea chiave dell'opera, assimilabile a un concept album. L’intento, perfettamente riuscito, è quello di rispecchiare una società pervasa dai computer. Integrando ritmi macchinosi, tappeti di sintetizzatori e testi perspicaci, il gruppo tedesco dimostra il motivo per cui è stato una delle principali influenze musicali sin dal successo di Autobahn del 1974, quarto lavoro in studio e primo a ricevere la consacrazione internazionale.

Acclamati pionieri della musica elettronica, i quattro membri storici di Dusseldorf, ossia Ralf Hutter, Florian Schneider, Karl Bartos e Wolfgang Flur, proseguono il viaggio nel mondo degli LP a tema iniziato con Radio-Activity (1975), Trans-Europe Express (1977) e continuato con The Man-Machine (1978), allontanandosi sempre più dal loro precedente stile krautrock contraddistinto da brani lunghi e improvvisati. Messi da parte gli strumenti classici come flauto traverso e violino, viene aumentata la ricerca della melodia accanto a tastiere programmate, synth impetuosi e invadenti, vocoder e percussioni elettroniche.

 

Il sound complessivo di Computer World risulta più luminoso e pulito rispetto alla loro produzione degli anni Settanta, grazie soprattutto ai progressi tecnologici che hanno migliorato il riverbero e l'eco dei sintetizzatori analogici ed eliminato tutte le fuoriuscite di audio dai beat. Pure il contesto è cambiato: nel 1981 il resto del mondo inizia a mettersi al passo con i Kraftwerk e con le innovazioni da loro portate sul tavolo. Nei tre anni di assenza, l'electro e l'hip-hop cominciano a farsi sentire ai margini del mainstream, mentre il post-punk non solo è esploso in grande stile, ma si è ormai trasformato nella New Wave e nel movimento New Romantic. Così, al momento dell’uscita del primo singolo “Pocket Calculator” si notano i progressi sonori, ma tuttavia, di primo acchito, sembrerebbe quasi che la vena dei ragazzi di Dusseldorf sia in fase di esaurimento. Niente di più sbagliato, in realtà.

“Pocket Calculator”, infatti, viene scelto con arguzia come apripista, e ascoltandolo più volte si carpisce quanto l’intonazione ironica di Hutter che canta “premendo un tasto speciale si suona una piccola melodia, sono l’operatore con la mia calcolatrice tascabile” sia una divertente risposta agli ottusi tradizionalisti dell'industria musicale, i quali si lamentano del fatto che le apparecchiature elettroniche come i sintetizzatori, le drum machine e i campionatori non siano in qualche modo musica autentica. La differenza la fanno il cuore, l’anima, l’estro di chi compone, suona, canta e anche sonorità apparentemente algide possono contenere uno spirito libero e infuocato.

L’attenzione tipica dei Kraftwerk per i dettagli, il desiderio di evidenziare profondità d’intenti, se si ha l’accortezza di scavare sotto la patina che avvolge le canzoni, dà i suoi frutti già con la title track d’apertura. Con il suo splendido motivo di quattro note e il ritmo insistente e incisivo reminiscente dei tasti di una macchina per scrivere, "Computer World" stabilisce i temi duraturi del disco, dalla dipendenza all’onnipresenza tecnologica. I vocalizzi transistorizzati di Ralf Hutter che intonano "Money / Numbers / People / Time / Travel / Communications / Entertainment" sembrano inizialmente utopici, ma potrebbero anche presagire la condizione agiata del XXI secolo, riassumendo la natura non-stop della nostra esistenza, mai in grado di spegnere o staccare la spina.

 

Non solo innovazioni tecnologiche abbinate a liriche visionarie, futuriste e lungimiranti: Computer World affascina per l’affinamento delle armonie, lo studio diligente della programmazione, la modernità, tutte attitudini virtuose che condurranno Afrika Bambaataa & Soul Sonic Force e i Coldplay a campionare e riprendere rispettivamente le linee melodiche dell’iconica “Numbers”, una delle sequenze ritmiche più folgoranti e influenti dei tedeschi, e dell’avveniristica “Computer Love”, tornata alla ribalta con il suo hook trascinante nel 2005.  “Computer Love” nel disco segue la ripresa del tema principale, “Computer World 2”, e rappresenta un’altra vetta dell’album; enfatizza perfettamente l'angoscia della solitudine nonostante si sia circondati da una tecnologia che consente una comunicazione istantanea e a distanza, "Another lonely night, stare at the TV screen, I don't know what to do. I need a rendezvous".

Insomma, dall’hip hop al pop rock è sempre adorazione per i Kraftwerk con insaziabile furore, senza dimenticare ovviamente quanto essi abbiano pure influenzato la musica dance elettronica e sperimentale. Risultano quindi davvero tanti e trasversali gli artisti e gruppi che devono essere loro riconoscenti: Depeche Mode, New Order, The Chemical Brothers, Daft Punk, LCD Soundsystem, Metronomy, Grimes sono solo alcuni nomi legati indissolubilmente agli istrionici pionieri teutonici. Il quartetto non molla di un centimetro anche nei due pezzi finali, con l’inquietante riff discendente di “Home Computer”, un altro pugno nello stomaco se si pensa che è stata scritta con così tanta preveggenza più di quarant’anni fa, e la chiusura di It’s More Fun To Compute”, un pop cristallino e sintetico di rara intensità ideale per chiudere il viaggio nel mondo del futuro.

 

Computer World incarna l'ultima perfezione di forma e contenuto, l'espressione più singolare e onnicomprensiva della gamma delle loro capacità artistiche, dalla musica alla tecnologia, dall'immagine alla presentazione. Per gli amanti dell’artwork rimane memorabile la copertina gialla e spoglia, con un terminale di computer e uno schermo che mostra le immagini in silhouette dei quattro membri della band. Non vi è dubbio che rappresenti la fine dell'età dell'oro dei Kraftwerk.

Nei cinque anni di silenzio seguenti, la generazione di artisti che avevano così indubbiamente influenzato i Kraftwerk si mette al passo con loro, privandoli di quella unicità che aveva caratterizzato i primi quindici anni di carriera. Quando finalmente arriva, nel 1986, il techno pop di Electric Café, ci si trova di fronte al loro primo album “scarico”. Non sono più gli impavidi e futuristici innovatori, ma si trovano ad arrancare accanto a molti altri artisti dal sound simile. Anche la lineup storica (dopo gli inizi negli anni Settanta come duo) della band risente di questa crisi. Bartos e Flur abbandonano la partita alla fine degli anni Novanta e i Kraftwerk proseguono senza sussulti la loro carriera, godendo più di quanto fatto nei decenni precedenti che di quello proposto nel presente.

Rimangono da ricordare Tour de France Soundtracks (2003) e il bellissimo live Minimum-Maximum di due anni dopo, ultimi documenti prima dell’uscita di scena di Schneider nel 2008 (lascerà purtroppo questo mondo nel 2020). Ma per tutti i decenni successivi di silenzio, di tournée e di armeggi con il loro catalogo, bisogna sempre rammentare quanto sia stata musicalmente significativa la migliore produzione dei Kraftwerk. Computer World segna la parte finale di quell'era e suona ancora così attuale, moderno e preveggente da far venire i brividi. Un capolavoro.