The Sleepless è un progetto musicale nato nel 2016 a Darfo Boario Terme, nel bresciano, dalla mente e dall’esperienza di Manuel Mariolini, Stefano Bellini e Marco Poiatti, tre musicisti polistrumentisti che dopo più di vent’anni di amicizia hanno pensato fosse giunto il momento di proporre la loro idea di musica.
Dopo qualche singolo, tra cui una splendida cover di “The Gnome” dei (primi) Pink Floyd, vede la luce l’lp di esordio Common People.
Bisogna sottolineare che l’album è completamente autoprodotto, la casa di Manuel diventa studio di registrazione e qui le idee trovano melodia e sostanza. La band ha curato personalmente dalla composizione, musica e testi, agli arrangiamenti, dal mixaggio alle equalizzazioni e dobbiamo dire che il risultato finale è davvero di una qualità sorprendente.
Il sound di Common People è pulito, ricercato, curato nei minimi dettagli, con soluzioni interessanti che sottolineano ulteriormente il gran lavoro fatto e dove si evince chiaramente che parliamo di musicisti con esperienza e con idee chiare sulla strada che intendono percorrere e (speriamo) tracciare, senza tralasciare l’impegno nei testi (in inglese e va benissimo, ma, devo dirlo, talvolta ci vorrebbe maggior cura alla giusta dizione) toccando anche argomenti delicati come la violenza sulle donne.
Un rock che palesa le sue radici e influenze, dove le tastiere, gli effetti e la ricerca la fanno da padroni, e dove alle chitarre sono riservati interventi giusti e mirati, senza esagerare e senza mai mettere la melodia in secondo piano, tutto col giusto equilibrio.
Tra i momenti migliori di Common People sottolineiamo la canzone di apertura “You Can’t Stay” che ci fa subito intendere su quale pianeta i The Spleepless vogliono portarci, per continuare con la ballata “The Pages Of My Life” (che bellezza l’arrangiamento di pianoforte), fino ad arrivare ai due pezzi più sperimentali, “Bitter Sunset”, certamente di watersiana memoria, e “Voices in a Brain”. Altra menzione particolare per “Adult Puppies”, canzone che chiude l’album con un testo sapientemente diretto ed efficace su un argomento, anche qui, delicato come la separazione dei genitori subita dai figli, e un ritornello che rimane.
Complimenti quindi ai The Sleepless che ci offrono già dall’esordio un album di tal caratura. Dio solo sa, e un po’ lo sappiamo anche noi, quanto il panorama musicale italiano ne abbia bisogno.