Carla Dal Forno ha registrato tre dischi in tre città diverse: era a Berlino all'epoca del sorprendente esordio You Know What It's Like, poi si è spostata a Londra per il successivo Look Up Sharp; adesso è ritornata nella sua Australia, nel piccolo centro di Castlemaine, stato del Victoria. Non ne conosco i motivi ma è significativo che lei stessa tenga a presentare questo nuovo lavoro, che arriva a tre anni di distanza dal precedente, come una sorta di ritorno alle origini, ad una dimensione più intima e famigliare della vita, quando le cose, almeno all'apparenza, erano più semplici.
Come Around esce sempre per Kallista Records, la label personale dell'artista, e non ci sono particolari mutamenti nella proposta. Carla Dal Forno ci aveva incantato sin dall'esordio per la capacità di fondere atmosfere cinematografiche, suggestioni Dark ed Elettronica rarefatta e scurissima. Incideva per la Blackest Ever Black e si sentiva, per così dire. Se con il breve EP The Garden, le coordinate stilistiche non erano mutate, Look Up Sharp ha visto invece un maggiore spostamento verso la Dark Wave e il Post Punk di formazioni come Young Marble Giants o Cocteau Twins, tenendo però sempre in primo piano quelle tonalità grigie tipiche dei primissimi Cure.
Il suo terzo lavoro conferma la ricetta ma mette molto più a fuoco la scrittura dei pezzi, con un’attenzione particolare alle melodie vocali, semplicissime, quasi basilari, circondandole da arrangiamenti scarni ma straordinariamente intensi.
C’è una capacità di evocare interi scenari con pochissime pennellate, un'arte che Carla possedeva già prima ma che qui si è ulteriormente affinata, rendendo ogni brano un mondo a sé, in continuità con gli altri ma al contempo dotato di un’identità propria.
Per cui se l’iniziale “Side By Side” si muove tra una sezione ritmica secca e asciutta, elettronica vaporosa e vocal “badalamentiane”, quasi a ricordare un'episodio del debutto, già la successiva title track ruota attorno ad una chitarra aperta e quasi rockeggiante, un ritmo complessivamente più dinamico, ed una quota insospettata di melodia, data anche da un fraseggio solista nella parte centrale.
La cover di “The Garden of Earthly Delights”, classico di un gruppo di culto quanto dai più dimenticato come i The United States Of America, arriva come ulteriore elemento di sorpresa: la rifà alla sua maniera, trasformandola in una suggestiva litania Dark, svuotandola della potenza della sezione ritmica e circondandola da una patina di misteriosa inquietudine.
Anche “Mind You're On” rappresenta una parziale novità: al basso incalzante e all'elettronica minimale tipici del suo stile si aggiunge però un andamento maggiormente sostenuto e una non ben definita componente Pop, con la parvenza di quello che potrebbe addirittura essere considerato un ritornello.
Gli strumentali a questo giro sono solamente due ma sono molto più riusciti e strutturati rispetto al passato, in particolare “Autumn”, costruita su un semplice giro di piano elettrico sul quale si inseriscono Synth e violino, per un feeling cameristico di enorme suggestione. Molto bella anche “Deep Sleep”, che funge da parte centrale di quella che, assieme a “Slumber” e “Stay Awake” potrebbe apparire come una sorta di “trilogia del sonno”, uno dei temi che in effetti viene trattato in questo lavoro. “Slumber”, tra le altre cose, è impreziosita dalla presenza di Thomas Bush, l'incontro tra due voci molto diverse che contribuisce a rendere questo brano memorabile.
In chiusura, “Caution” comincia come un pezzo Dream Pop ma si colora quasi immediatamente di scuro, Dark minimale con glitch e percussioni, linee vocali ipnotiche a rendere l'atmosfera decisamente ambigua e sinistra.
A quanto pare la lunga pausa è servita a Carla Dal Forno per imparare a fare meglio quel che ha sempre fatto: Come Around è senza dubbio il suo lavoro migliore, quello più maturo e consapevole. Speriamo di poterla rivedere presto dalle nostre parti, visto che manca dal 2017.