Simon Sax si potrebbe considerare un ragazzo fortunato: programmatore informatico americano, genio della matematica, a soli trent’anni sta per diventare miliardario. È infatti a un passo dal concludere un affare che gli cambierà la vita: venderà la sua grande invenzione – un sofisticato software – a una multinazionale. Eppure non è felice. Si sente solo. Il suo successo fa a pugni con una totale assenza di abilità in ambito sociale: le ragazze, per lui, sono sempre state una meta irraggiungibile. Finché un giorno supera i suoi pregiudizi ed entra in un sito di incontri dove conosce l’ucraina Irina, e comincia a sognare un futuro con lei nonostante le migliaia di chilometri che li separano. Ma Irina, il cui volto è segnato da un’enigmatica cicatrice, porta con sé un oscuro segreto: dietro quella ferita si cela più di quanto Simon possa immaginare, e innamorarsi di lei è solo il primo di una lunga serie di errori...
Con Cicatrice Gomez-Jurado abbandona l’amata Madrid e sposta l’ambientazione negli Stati Uniti, per la precisione a Chicago. Non solo, perché l’intreccio, che si sviluppa tra presente e passato, trova i suoi snodi narrativi anche nei Carpazi, in Ucraina e in Afghanistan.
E’ questa la prima peculiarità di un thriller ad alta tensione, che mette a contatto il mondo della programmazione informatica con quello della spietata mafia russa, due universi apparentemente inconciliabili, a cui lo scrittore spagnolo ha dedicato un certosino lavoro di ricostruzione e approfondimento, prima di procedere alla stesura del romanzo. Non è un caso che alcuni dei personaggi e degli eventi narrati trovino ispirazione da fatti realmente accaduti, mentre le pagine dedicate alla realizzazione di un sofisticato software, che potrebbe cambiare per sempre la vita di Simon Sax e del suo fedele amico Tom, riescono a essere comprensibili anche a tutti coloro che non masticano la materia.
Questo preliminare lavoro di studio, indispensabile per rendere credibile lo sviluppo della storia, è il carburante nobile di un romanzo che, come sempre, non lesina adrenalina e colpi di scena, oltre a risultare estremamente attrattivo per chi ama il genere, soprattutto nella parte dedicata a Irina e al suo mentore Lazar Kosogovsky, chiamato l’afghano, che, a costo di grandi sacrifici, trasforma la gracile bambina in una vera macchina da guerra pronta alla vendetta.
Non c’è nulla di particolarmente originale in questa storia tutto sommato prevedibile, che però riesce ad appassionare grazie all’abilità di Gomez-Jurado di comporre un puzzle realistico e avvincente, e grazie anche alla consueta prosa coloratissima, rapida e al contempo profonda, e ricca di quelle sfumature ironiche (il protagonista è un nerd sovrappeso incapace di rapportarsi al mondo che lo circonda) che da sempre contraddistinguono le opere dello scrittore madrileno.
Rispetto ad altri romanzi, manca in Cicatrice l’efficace approfondimento psicologico dei personaggi che, a parte il protagonista Simon, restano tutti abbastanza sfumati e privi di autentico spessore. Poco importa: se il lettore cerca solo il puro intrattenimento, qui ne troverà a iosa, tanto che ad arrivare alla fine delle quattrocento pagine del romanzo ci si impiega un lampo.