Visto con occhi adulti, Chemical Hearts è un teen drama con i suoi momenti, con una sua bellezza seppur esagerata e con due protagonisti come Lili Reinhart e Austin Abrams che di chimica ne hanno eccome, ma che ha delle pecche, soprattutto in fase di scrittura.
Quando sei un adolescente enfatizzi ogni cosa. Questo è l'amore della mia vita da scrivere su tutti i muri. Questo è il momento peggiore della mia vita. Questo è un cuore spezzato che non guarirà mai. Questo film che parla di un amore tormentato fra adolescenti, un amore fatto di citazioni colte, di hobby eruditi è il più bello di tutti. È un capolavoro. Non lo dimenticherò mai.
Che le cose non stanno proprio così lo capisci con il tempo. Era una cotta. Era un'idealizzazione. Era una figuraccia. Era l'adolescenza. Quel film, infine, era un bel film su un amore fra adolescenti che usa il linguaggio degli adolescenti. Quello enfatizzato, quello totalizzante e quasi escludente. Quel film è Chemical Hearts.
Che parla di Henry, il classico bello, solitario, taciturno e intelligente. Classico solo nei film americani ovviamente. E parla di Grace, la classica intelligente, ex sportiva e bella senza bisogno di sforzi, che zoppica misteriosamente e si nasconde dentro abiti sgualciti. Classica solo nei film americani ovviamente. Entrambi aspiranti scrittori, entrambi tormentati. Se Henry lo è per l'amore che cerca disperatamente, l'Amore con la A maiuscola, Grace lo è per l'amore che ha perso. Mentre sono costretti a collaborare per la realizzazione del giornale scolastico, si conoscono, andando a svelare poco a poco il passato relativamente prevedibile di Grace, che ha cicatrici e segni visibili. L'amore che sappiamo deve scoccare dal minuto uno, scocca veloce e affronta ostacoli, dolori, stupendo per non essere il vero centro del film, ma un mezzo per entrambi per crescere, per affrontare le loro ferite.
Se con gli anni che passano guardi con un misto di tenerezza agli adolescenti che devono combattere con i tuoi stessi problemi e ti ritrovi inutilmente a dire le stesse cose che gli amici più grandi, i genitori e i parenti dicevano a te: "passerà", così Chemical Hearts fa tenerezza nel suo citare Neruda il poeta da sempre amato in adolescenza e il Kintsugi con la sua metafora quotata un po' ovunque. Con gli occhi adulti fa tenerezza anche a livello tecnico, con scene studiate per essere belle belle in modo assurdo, quasi uscite da dei quadri, come fosse normale trovare pesci luccicanti nel mezzo di un edificio abbandonato; con gli amici di Henry presto dimenticati, dove Lola primeggia sul muto Murray, quasi a voler a forza includere una storia d'amore lesbica. Niente di male, ma sbilancia il film senza lasciare il segno, facendo sentire la forzatura di un adattamento che ha forse tagliato altro? E infine con le metafore e i discorsi filosofici e scientifici sulla chimica del cuore e del cervello che ne fanno frasi da copiare e trascrivere nella Smemoranda, se ancora si usa la Smemoranda. Ma è il bello di un film che vuole colpire i giovani e vuole far sentire per un po' più giovani. E non nel senso spensierato e leggero del termine, ma nel far provare di nuovo quell'angoscia per una frase fraintesa, quel dolore per un messaggio non letto, a cui non viene data risposta, per una parola di troppo che può rovinare tutto.
Visto con occhi adulti, Chemical Hearts è un teen drama con i suoi momenti, con una sua bellezza seppur esagerata e con due protagonisti come Lili Reinhart e Austin Abrams che di chimica ne hanno eccome, ma che ha delle pecche, soprattutto in fase di scrittura. Ma se si accetta il consiglio di Henry e si ritorna a percorrere quei corridoi, se si guarda a questo film con gli occhi dell'adolescente che si è stati, si trova un film drammatico e appassionato come solo l'adolescenza sa essere.