Nessuno sceglie i tempi in cui vivere, ma i tempi in cui ciascuno vive gli rimarranno appiccicati addosso per sempre, nonostante tutti gli sforzi e i distanti, freddi ragionamenti.
I miei tempi furono gli Ottanta; hai voglia ad ascoltare Keiji Haino, Nadja e Captain Beefheart… a quei tempi fiorivano le gonadi e, nonostante gli sforzi e i distanti, freddi ragionamenti (e i primi ascolti seri, da Bowie a Neil Young, dai Sex Pistols ai Deep Purple) le gonadi dettavano il loro imperio irresistibile... e, per soddisfare l'impulso secondario del maschio (il primo era il sonno e il cibo), ci si doveva acconciare e mettere sul piatto Nik Kershaw e Il tempo delle mele… ah, le festicciuole con il 45 di Lio, di cui si cicalava il ritornello in franco-belga senza sospettare che parlasse di masturbazione femminile.
L’Italia cominciava a decomporsi, i decisori del mondo avevano segnato per Lei un destino di ridimensionamento, da balera turistica degli anni Duemila, ma gli italiani… ragazzi… mi tocca dirlo… gli Italiani erano ancora vivi… una fauna variegata, scesa giù dai lombi di chi era sopravvissuto a fame, guerre e umiliazioni storiche, e che aveva ancora passioni, ire e sentimenti, diritti.
A loro modo i primi anni Ottanta furono un’età felice, disimpegnata, e criminale nel rinnegare le conquiste culturali e artistiche dei Settanta, certo; ma, in fondo, questa fu l’ultima epoca davvero senza cure e pensieri; anni in cui si poteva dire impunemente: di qui a due anni cambio la macchina; oppure: fra cinque imbianco tutta casa… fra quindici l’acconto per il monolocale al mare… un mondo in cui c’era posto per un domani e pure, incredibile a dirsi, un dopodomani… piuttosto rassicurante perché assai simile all’oggi.
Ho la certezza, purtroppo, che se venissi catapultato per magia nei primi anni di quel decennio non faticherei a ritrovare i germi della putrefazione spirituale – da paese-guida a paese-servo.
L’Italia come espressione turistica era lungi dalla mia capoccia di quattordicenne quando, nel 1982, mi iscrissi al liceo scientifico; si insinuò invece qualche debole sospetto, appena cinque anni dopo, allorché ne uscii maggiorenne e diplomato: correva voce, infatti, che quello stesso liceo fosse in odore di ridimensionamento.
Possibile? Certo. Se una cose volge al peggio in Italia, al peggio andrà sicuramente. E perciò nella scuola, frequentata dal popolo, ma d’ottimo lignaggio (aveva biblioteca, laboratori vastissimi di chimica e fisica; nacque, inoltre, sotto gli auspici dei migliori studiosi di area comunista) seguì la sorte paventata.
A metà anni Novanta, il liceo era sparito; i laboratori, vuoti di studenti, cominciarono ad arrugginire, la sala proiezioni fu sbarrata, la biblioteca dispersa; l’aula magna si mise a ospitare conferenze di ratti. Quando rivisitai di soppiatto quel dolce rudere, attorno al 2000, alle soglie del nuovo millennio, entrai nella mia vecchia aula: vi rimaneva una carta geografica.
Sedie, banchi, cattedre, gessetti, lavagne, era tutto svaporato. E così professori, libri, cessi, bidelli, interruttori, tapparelle. Una spoliazione definitiva, come a temere una rinascita di quel covo di estremisti. Sale sulle rovine di Cartagine. Solo alcuni locali, un quarto circa di quelli totali, erano stati riadattati per i corsi di un istituto alberghiero: intravidi, infatti, le cromature di una macchina del caffè e di qualche pentolone. Si parla spesso di de-industrializzazione; sulla de-culturizzazione (o acculturazione negativa) si tace, invece. Se una nazione con tremila anni di storia abdica al proprio ruolo di materna educatrice per divenire semplice sguattera, essa avrà più bisogno di camerieri che di biologi. Lo dico senza risentimento o snobismo, mi si creda.
Voglio solo aggiungere: intere generazioni sono state vendute a tavolino, con noncurante cinismo e freddezza, quale corte di servi a basso prezzo a vantaggio di nuove leve di feudatari. Tutto qui; e, allo stato dell’oggi, c’è niente da fare. Come spesso ripeto: quando il vento della storia prende a soffiarti contro, hai poche scelte: scivolare a favore di corrente, ovunque essa conduca; il suicidio, attivo o passivo (il primo si chiama lotta politica); l’odio impotente.
Ma torniamo alle canzoncine…
Quasi tutte le canzoni anni Ottanta sono legate a un video; anzi, si può dire che i pochi minuti di drammaturgia-video contribuirono a forgiare l’immaginario estetico e antropologico degli attuali aspiranti al mezzo secolo d’età. E proprio in sede di immagine (video, telefilm, iniziative umanitarie) vennero assestate le prime rozze, ma decise picconate al vecchio ordine patriarcale che si ostinava a resistere… ma non voglio farla lunga su questa psicostoria di massa: chi ha orecchie per intendere, intenda!
Ovviamente questa prima compilazione non mette insieme il meglio degli anni Ottanta ... ero tentato, a dirla tutta, a collezionare il peggio di quel periodo: the worst of Italian Eighties sarebbe stato consonante a quello Zeitgeist gaglioffo ... alla fine è venuta fuori una prima collezione di brani dolcemente eterogenea ... collezionata con tenerezza e sadismo ... collezione ad altezza di adolescente, di note che erano nell'aria ... o istoriate su malmessi nastri BASF ... o gracchiate da radio col cordino, o celate fra i solchi dei 45 ... o pubblicizzate da Videomusic, il primo pervertitore della postmodernità coi suoi quattro VJs ...
Una scala di valori, tuttavia, urgeva ... ed eccola, assolutamente personale:
10 = immortale
9 = dove osano le aquile
8 = innegabilmente bella
7 = ancora bella soda
6 = la ragazza tiene, ma si vedono le smagliature
5 = stupida (ma con effetto nostalgia)
4 = stupida e basta
3 = big mac scaduto
2 = sciacquatura di piatti
1 = si rivaluti Julio Iglesias
0 = piss off!
Alphaville - Big in Japan - 5
Bananarama - Cruel summer - 5
Cars - Drive - 6
Claudio Cecchetto - Gioca jouer - 0
Crowded House - Don't dream it's over - 3
Culture Club - Karma Chamaleon - 0
Cure - Boys don't cry - 9
Cure - Just like heaven - 9
Cyndy Lauper - Girls just want to have a fun - 5
Hall & Oates - Maneater - 7
David Bowie - Modern love - 7
Dead or Alive - You spin me round (like a record) - 7
Depeche Mode - Just can't enough - 6
Diana Est - Tenax - 5
Dio - Rainbow in the dark - 4
Dire Straits - Money for nothing - 6
Double - The captain of her heart - 2
Duran Duran - Hungry like the wolf - 6
Echo & The Bunnymen - The killing moon - 9
Europe - The final countdown - 4
Eurythmics - Sweet dreams (are made of this) - 6
Falco - Rock me Amadeus - 5
Franco Battiato - Cuccurucucu - 7
Frankie Goes to Hollywood - Relax - 6
Genesis - Abacab - 7
Giuni Russo - Un'estate al mare - 6
Glenn Frey - The heat is on - 3
Guns & Roses - Paradise city - 6
Howard Jones - What is love - 5
Human League - Don't you want me - 6
Industry - State of the nation - 6
Jefferson Starship - We built this city - 5
Joan Jett - I love rock 'n' roll - 5
Johnny Hates Jazz - Shattered dreams - 2
Joy Division - Love will tear us apart - 9
Katrina & The Waves - Walking on sunshine - 4
Kenny Loggins - Footloose - 4
Kim Carnes - Bette Davis' eyes - 6
Laura Branigan - Self control - 6
Lio - Amoreux solitaires - 5
Lionel Richie - All night long - 7
Living Colour - Cult of personality - 6
Madness - Our house - 6
Madonna - Like a prayer - 6
Martika - Toy soldier - 4
Men at Work - Who can it be now? - 7
Men Without Hats - The safety dance - 5
Michael Jackson - Thriller - 5
Michael Sembello - Maniac - 4
Midnight Oil - Beds are burning - 4
Milli Vanilli - Girl you know it's true - 1
Nena - 99 red balloons - 4
New Order - Blue Monday - 8
Nik Kershaw - Wouldn't it be good - 6
OMD - Enola Gay - 5
Paul Young - Love of the common people - 6
Paula Abdul - Straight up - 4
Pixies - Where is my mind - 10
Prince - When doves cry - 7
Queen - Another one bites the dust - 7
Ray Parker jr - Ghostbusters - 2
Richard Marx - Right here waiting - 4
Richard Sanderson - Reality - 5
Rick Astley - Never gonna give you up - 2
Righeira - Vamos a la playa - 1
Simple Minds - Don't you (forget about me) - 8
Smiths - How soon is now - 8
Soft Cell - Tainted love - 7
Spandau Ballet - True - 6
Stevie WOnder - I just called to say I love you - 5
Stranglers - Golden brown - 9
Styx - Mr. Roboto - 7
Suzanne Vega - Luka - 7
Talk Talk - It's my life - 8
Talking Heads - Burning down the house - 9
Tears for Fears - Everybody wants to rule the world - 5
Tears for Fears - Shout - 5
Technotronic - Pump up the jam - 7
Toto - Africa - 6
Trio - Da da da - 5
U2 - With or without you - 6
Ultravox - Dancing with tears in my eyes - 6
Visage - Fade to grey - 5
Wham! - Wake me before you go-go - 0
Yazoo - Don't go - 6
Yes - Owner of a lonely heart - 6