Buyer Beware è il perfetto seguito di New York, acclamato dalla critica, con elogi da Pitchfork, Shindig!, Les Inrocks e molti altri. La loro quinta collaborazione con l’ingegnere Travis Harrison (Guided by Voices, Built to Spill) è un album che canalizza l'energia grezza dei classici proto-punk degli Stooges, MC5, New York Dolls e dei pionieri del punk americano come X, Dead Boys e Husker Du, filtrandoli attraverso la lente sonora unica del gruppo. Ha qualcosa di classico, ma suona fresco e, cosa più importante, è un ascolto entusiasmante e divertente.
La traccia d'apertura “Pony”, un pezzo di garage-punk incandescente. Parlando della canzone Mark Perro dei The Men dice: “Questo brano ha preso il nome di Pony perché sembrava un po' zuccheroso e dolce. È stata una di quelle cose che sono venute fuori quando abbiamo parlato della canzone e che sono rimaste impresse. Sono molto soddisfatto dei toni fuzz che abbiamo ottenuto qui, e le armonie vocali di Nick (Chiericozzi) e Jess (Poplawski) la portano a un altro livello. Il testo parla di quel momento di transizione, quando la festa è finita”.
“Quando smetterete di correre?” I Men chiedono di saperlo nell'incipit di “Pony”, ma non illudetevi: non si tratta di una crisi esistenziale, bensì di una chiamata alle armi per una band che non è mai rimasta ferma a lungo. Secondo i loro stessi calcoli, Buyer Beware è il loro 15° album dal debutto We Are The Men (2009), e il quarto per Fuzz Club dopo New York City (2023), Fuzz Club Sessions No. 20 (2023) e Manhattan Fire (2024). Ma questo non conta le cassette limitate (come Live in Zagreb), i singoli o gli split, quindi tanto vale smettere di provare a contare.
I Men hanno un'etica del lavoro tanto vecchia quanto le loro radici rock, eppure nonostante la fretta non sembrano mai avere fretta, una contraddizione che in qualche modo si risolve naturalmente nella loro musica, conciliando con equilibrio zen la furia cruda del punk rock con l'austerità minimalista di Steve Reich (o, al di fuori della musica, di Mark Rothko).
Buyer Beware segna la quinta collaborazione dei The Men con l'ingegnere di registrazione Travis Harrison, sesta se si include la masterizzazione di Harrison su Manhattan Fire dello scorso anno. A questo punto, Harrison è in perfetta sintonia con le sfumature della dinamica del gruppo: Nick Chiericozzi (chitarra/voce), Kevin Faulkner (basso), Mark Perro (chitarra/voce) e Rich Samis (batteria). Registrando direttamente su nastro, Harrison cattura la febbre cruda e conflittuale dei loro spettacoli sul palco senza sacrificare le loro correnti introspettive.
Il risultato è senza dubbio il loro album più aggressivo dai tempi di Leave Home (2011) e il più psichedelico dai tempi di Immaculada (2010). Ma Buyer Beware non è un semplice ritorno alle origini: i The Man sono sempre andati avanti rimanendo fedeli a se stessi (“Softly like a river flows / Steady as she goes”, come cantavano in “River Flows” da New York City e Fuzz Club Sessions No. 20).
Un appello chiaro per i tempi difficili, segnalato dal titolo, Buyer Beware trova i The Men ad affrontare questioni sia personali che politiche, implorando se stessi e gli ascoltatori a guardarsi allo specchio e a guardare ciò che li circonda. “Il mondo è in fiamme, cosa ti aspettavi?”, si chiede "Tombstone", prima di annunciare fatalisticamente nel ritornello: ‘Non mi interessa / Non mi interessa il tempo / Il tempo è il più lontano / Per quanto un uomo possa tracciare una linea’. “Buyer Beware” è invece una canzone autobiografica che descrive l'affare del diavolo del viaggio dell'artista, l'urgenza di creare e l'infinita ricerca dell'ispirazione. “La musa ha molto da dire / Mi piace così / E se mai dovessimo incontrarci / La mia vita sarebbe completa / È lei che servo / Mentre sono appeso al mio ultimo nervo / Devi rotolare / Devi contorcerti / Per mancare il colpo / Della falce”.
Il suono e la visione dei The Men non sono mai stati così primordiali e apocalittici. “Fire sermon / now listen to me / burn what you see / burn everything”, gridano in "Fire Sermon", una canzone che è allo stesso tempo un'invocazione all'oscurità e una chiamata cosmica al rinnovamento e alla rinascita. In “The Path”, una nenia ispirata al doom metal, ripetono il mistico mantra “The King of Death can never behold the man that walks the path” (il re della morte non potrà mai vedere l'uomo che cammina sul sentiero) e nel finale cacofonico “Get My Soul” (prendi la mia anima) dichiarano una volta per tutte “The future is caving in but I ain't gonna live that way / You're never gonna get my soul”.
Buyer Beware è una dichiarazione di sopravvivenza sfidante, se non trionfante. Diciotto anni, innumerevoli uscite discografiche e innumerevoli spettacoli dopo, i The Men stanno ancora cavalcando a testa alta. La band ha iniziato l'album chiedendo “Quando smetterete di correre?”. La loro risposta non potrebbe essere più chiara: i The Men non hanno intenzione di stare fermi o zitti, non hanno intenzione di entrare dolcemente nella proverbiale notte buona (o cattiva, a seconda dei casi). Come cantavano in “Pony”, “Il mondo sta finendo / prendi un posto / goditi il viaggio”. Il domani potrebbe essere molte cose, ma finché ci saranno i The Men, non sarà tranquillo.
TRACKLIST
Pony
At The Movies
Buyer Beware
Fire Sermon
PO Box 96
Charm
Black Heart Blue
Nothing Wrong
Control
Dry Cycle
The Path
Tombstone
Get My Soul