I Waves Of Fury hanno messo a regime davvero troppo poco (un album più una manciata di Ep) per poter sperare di intercettare l’uditorio sempre più distratto e passivo di questi tempi. Comunque, per gli amici che provano ancora a ribellarsi alla dittatura delle playlist preconfezionate, ecco una band che vale la pena recuperare e diffondere. Inglesi, londinesi trapiantati a Bristol, esordiscono con Thirst a fine 2012 rimettendo in discussione la lista degli sfizi di quell’anno. E’ un album fatto di materiale incendiario, Shoegaze, Garage e Soul, feedback e ottoni, Carter Sharp aggredisce il microfono neanche fosse il Johnny Lydon di Metal Box. Businessman’s Guide To Witchcraft è il diamante (grezzissimo) del disco, uno dei classici minori di questi ultimi anni.