Una copertina iconica, incontenibile energia, ritmica serrata, chitarre come rasoi, testi provocatori: British Steel (1980), sesto album in studio dei Judas Priest, è una vera e propria cannonata, uno di quei dischi che ha fatto la storia del metal, oltre a essere uno degli album più amati in assoluto della band capitanata da Rob Helford. Merito di una scaletta incendiaria, che annovera gioielli come Living After Midnight, United, Metal Gods e soprattutto Breaking The Law, un brano dal riff semplice e dal ritornello accattivante, che nel tempo ha acquisito lo status di grande classico.
Il testo racconta di un uomo che vive una vita ordinaria e banale, in cui tutto è noia e fatica, e il futuro che ha di fronte è totalmente privo di prospettive. Questo immobilismo senza speranza lo porta a rischiare, a cercare una via d’uscita dal cul de sac in cui si è infilato e, così, inizia a infrangere la legge.
Le liriche furono scritte dal cantante Rob Halford con aperti intenti socio politici. Margaret Thatcher divenne primo ministro britannico nel 1979, e fin da subito Halford si schierò contro la lady di ferro per le sue politiche sociali che avevano un effetto nefasto sulle classi più disagiate. Quello che, soprattutto, colpì negativamente il vocalist era la grande difficoltà in cui iniziarono a versare l’industria pesante e i produttori di automobili, con la conseguente chiusura delle fabbriche e la disoccupazione che cresceva sempre di più, giorno dopo giorno. Lo scopo di Breaking The Law era, dunque, volutamente provocatorio, ed era un modo per immedesimarsi nella condizione di tanti giovani disoccupati, ignorati dalle istituzioni e privati di ogni speranza, impossibilitati, soprattutto, a riprendere in mano le fila della proprie vite, a causa di uno smarrimento che sembrava irreversibile.
La canzone fu scritta in circa un’ora dalla band al completo: appena fu trovato il riff di chitarra, Halford iniziò a gridare “Breaking The Law!”, accendendo di furia punk i compagni, che in un attimo completarono lo scheletro del brano con la sezione ritmica e la seconda chitarra.
La band, che registrò British Steel al Tittenhurst Park, la casa del batterista dei Beatles, Ringo Starr, inserì, poi, nel brano alcuni particolari effetti sonori, e cioè il suono di vetri rotti e una sirena della polizia. Ai tempi, l’utilizzo del campionamento non si era ancora diffuso, e quindi per riprodurre la rottura dei vetri, i Judas Priest usarono le bottiglie di latte che il lattaio aveva portato la mattina, mentre la sirena della polizia fu riprodotta dal chitarrista K.K. Downing, usando il whammy sulla sua Stratocaster.
Il video, iconico e divertentissimo, che accompagna il brano, fu diretto da Julien Temple, e immortala i membri della band nella veste di rapinatori di banche. Il gruppo irrompe in banca armato dei propri strumenti coi quali minaccia il personale, si fa aprire la cassaforte e ruba il disco d’oro di British Steel, mentre la guardia giurata, invece di intervenire, s’incanta guardando il video della rapina e si mette a suonare a sua volta la chitarra. Semplicemente geniale.