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REVIEWSLE RECENSIONI
17/11/2021
Jackson+Sellers
Breaking Point
L'esordio del duo composto da Jade Jackson e Aubrey Sellers, prende le distanze dal country rock dei loro dischi solisti in favore di un suono più ruvido.

Jackson+Sellers, ovvero Aubrie Sellers e Jade Jackson, hanno finalmente dato alla luce il loro primo album insieme, Breaking Point. Un disco su cui lavoravano da tempo, che evoca nei suoi solchi un certo rock classico risalente agli anni '70, ed è trainato dal suono di chitarre distorte, palesando anche una moderna sensibilità indie-pop. Un’anomalia rispetto ai lavori solisti delle due ragazze, le quali, fino ad oggi hanno pubblicato dischi di country, o quantomeno di country-rock: questa collaborazione è, come evocato dal titolo, un punto di rottura rispetto ai loro passato. Infatti, a parte la distintiva voce di Aubrey Seller, qui non ci sono tracce di sonorità twang.

Come figlia della star country Lee Ann Womack e del cantautore Jason Sellers, la musica, per Aubrie Sellers, è sempre stata una questione di famiglia. I suoi due album da solista, New City Blues del 2016 e Far From Home dell'anno scorso, hanno ricevuto entrambi grandi elogi da parte della critica. Le sue canzoni risiedono nel territorio country-rock più che in quello del country tradizionale, approccio che le ha permesso di collaborare anche con una figura iconica quale è Steve Earle.

Nei suoi album da solista, entrambi ben accolti dalla stampa specializzata (Gilded del 2017 e Wildneress del 2019), Jade Jackson, nativa della California, ha, invece, forgiato la sua particolare interpretazione della musica roots, un ibrido che fondeva liberamente alternative rock, americana, cantautorato e blues. Influenzata da artisti del calibro di Hank Williams, Lucinda Williams, Ryan Adams, Townes Van Zandt e Gillian Welch, la Jackson è cresciuta sotto l’ala protettrice di Mike Ness dei Social Distortion, che le ha fatto da produttore.

Breaking Point è, dunque, l’esatto punto di fusione tra due diverse carriere, che si sono sviluppate in parallelo, fino ad incontrarsi su un territorio, in qualche modo, contiguo alle due songwriters. Ciascuna ha contribuito con tre canzoni, ne hanno scritta una insieme e hanno completato l'album con tre cover: la feroce "The Devil Is an Angel" di Julie Miller, la provocatoria "The Wild One" di Suzi Quatro e "Has Been" di Shannon Wright.

I crediti non specificano quale artista abbia composto ogni traccia, e visto il modo in cui avvolgono le loro armonie vocali e l’equilibrio simbiotico di ogni composizione, è davvero difficile da dire. Quel che conta, però, è che la qualità del songwriting è uniformemente coesa, senza punti deboli.

I brani di maggior presa emotiva sono la citata cover infuocata di "The Devil is an Angel" e "Wound Up", le quali trasportano l'ascoltatore nel cuore della scena punk rock di New York e all’interno di club rumorosi come l’iconico CBGB. "The World is Black", invece, rievoca i tropi tipici del southern goth, grazie alla sua melodia ipnotica e alle chitarre ardenti. C'è persino una sensazione di Tarantino in canzoni come "Has Been" e "Fair Weather", mentre la cover del successo del 1974 di Suzi Quatro, "The Wild One" è puro divertimento per chitarre distorte.

Dal punto di vista sonoro, il lavoro delle chitarre è davvero notevole e scava a fondo nel suono garage degli anni '70, che la Sellers e la Jackson riescono a evocare con viscerale passione. Un approccio che segna un chiaro allontanamento dalle sonorità country che hanno maggiormente segnato la precedente produzione delle due ragazze e che forse non farà impazzire gli ascoltatori più ortodossi. Per tutti gli altri, non ci sono controindicazioni di sorta.