“Non si può nascere omosessuali. E’ una bugia, si sceglie.”
Questo è il proclama di Victor Sykes, responsabile del programma di recupero “Love in Action” ed è ciò che Jared è chiamato ad accettare. Dio non può amarlo così com’è, deve curarsi e diventare ciò che è chiamato – dalla società, dalla chiesa – ad essere: un uomo, un marito, un padre, un buon cristiano.
Jared ha diciannove anni ed è al suo primo anno di college. Lontano dalla presenza opprimente del padre – pastore battista di una rurale cittadina americana – e dall’apprensione di sua madre, inizia la sua educazione sentimentale prendendo consapevolezza di essere attratto dagli uomini. Lo confessa ai suoi, ma l’incapacità del padre di guardare oltre i paradigmi della sua fede, lo porta ad iscriverlo ad una terapia “riparativa”, di riorientamento sessuale, attraverso la quale la sua omosessualità verrebbe curata in quanto frutto del peccato e della tentazione del demonio.
Per paura di perdere l’amore della famiglia e degli amici, e il Dio in cui crede fin da bambino, Jared decide di sottoporsi alla terapia, ma lo scontro con il dottor Sikes lo porterà ad interrogarsi su cosa è realmente disposto a perdere per la “redenzione”: è disposto a perdere sé stesso?
Joel Edgerton sceglie la sua seconda opera da regista con grande coraggio. Non è una storia facile da raccontare, ci vuole misura, e delicatezza. In una intervista Joel racconta di essere stato posseduto da questa storia dopo aver letto il memoir di Garrard Conley – il vero Jared – e di aver sentito dal primo momento l’urgenza di raccontarla.
Lo fa firmando la sceneggiatura di Boy Erased, dirigendolo e recitando la parte di Sikes, e circondandosi di un cast incredibile, da Russell Crowe e Nicole Kidman nella parte dei genitori di Jared, al giovane e meraviglioso Lucas Hedges, che dopo Manchester By The Sea, Lady Bird e Ben is Back, si conferma uno dei migliori giovani attori di questa generazione guadagnandosi per questo ruolo una nomination ai Golden Globes.
A questi nomi si affiancano Flea, Xavier Dolan e Troye Sivan.
Troye Sivan, cantante, attore, nonché personaggio di spicco della comunità LGBTQ+ interpreta Gary, uno dei ragazzi sottoposti alla terapia.
In un’intervista a Billboard racconta che dopo aver letto lo script voleva che anche la sua musica fosse parte del film: “Ero disposto a tutto. Dissi a Joel, Puoi avere qualsiasi canzone io abbia scritto, ne scriverò di nuove, farò qualsiasi cosa.“ E così oltre a “The Good Side”, canzone tratta dal suo ultimo disco Bloom, Troye Sivan scrive “Revelation” insieme a Jónsi dei Sigur Ros appositamente per Boy Erased.
Boy Erased è un film potente che denuncia una pratica ancora diffusa negli Stati Uniti – e non solo – che ha sconvolto e cancellato le esistenze di uomini e donne costretti a sottoporsi alle cure della chiesa.
Ma è anche, e soprattutto, la storia di Jared/Garrard. Una voce, tra le tante, che ha saputo sollevarsi con coraggio e ha trovato la forza di scegliere la vita.
C’è un pezzo, tratto dal primo album di Troye Sivan che recita così: “Se non cambierò una parte di me, come andrò in paradiso? […] Se dovrò perdere una parte di me, forse non desidero il paradiso.”
Boy Erased è un pugno dritto allo stomaco. Sono uscita dalla sala con gli occhi rossi e il cuore gonfio. Gonfio di rabbia, di dolore, ma anche pieno di speranza: la speranza che questo film aiuti la consapevolezza, la comprensione, l’accettazione; quella di chi sta trovando sé stesso e il suo posto nel mondo, quella di chi dovrà accompagnarlo, con amore.
“You're a revelation
Won't you liberate me now
From a holy world
You're a revolution
I will liberate you now
As the walls come down”
Revelation – Troye Sivan & Jónsi